Il Majorana e l’Unicef: il viaggio del cuore
Una pigotta, una bambola, una storia: mille emozioni
Giorno 11 dicembre 2018 nell’Aula Magna dell’ITT “E. Majorana” di Milazzo i rappresentanti delle classi che hanno aderito al Progetto “Adotta una pigotta “ed i rappresentanti d’istituto hanno incontrato l’Associazione “Il sorriso di Roberta per l’Unicef”.
L’occasione, culminata con la consegna delle pigotte che ciascuna classe aveva adottato nelle settimane precedenti, aveva lo scopo di presentare agli studenti i progetti che l’Unicef da anni porta avanti a sostegno dei bambini di tutto in mondo in difficoltà e, in particolare, l’attività benefica dell’associazione mamertina.
Ad inaugurare la mattinata è stata la dottoressa Alfonsa Sferlazzas, fondatrice insieme al marito, dott. Smedili, della sezione Unicef di Milazzo e dell’Associazione “Il sorriso di Roberta” la quale ha dato avvio alla toccante mattinata ricordando il messaggio del papa Francesco lanciato per la Giornata mondiale dei poveri, il 18 novembre scorso: “il grido dei poveri è un grido che ogni giorno diventa più forte, ma purtroppo viene sovrastato dal frastuono dei ricchi; davanti alla dignità umana calpestata occorre che il cristiano agisca e non rimanga indifferente”. Oggi la povertà nel mondo è a livelli massimi, “il grido di povertà” proviene soprattutto dai bambini, dagli anziani che vivono in paesi dove la guerra è un fatto quotidiano, dove si muore per la fame, per l’acqua. È necessario, pertanto, che ognuno di noi faccia un esame di coscienza, perché tutti abbiamo delle orecchie per ascoltare, degli occhi per vedere e soprattutto braccia che ogni tanto si possono “aprire “per donare.
Fra emozione e orgoglio la signora Alfonsa ha delicatamente condiviso con tutto il pubblico presente la decisione che dieci anni fa l’ha portata a prendere la strada del dono, a rimanere connessa ad una forza chiamata “ottimismo” che ha rappresentato per lei una forma di fede ed un antidoto alla paura. Così dovrebbe essere anche per i bambini di qualsiasi terra, con differenti storie… E’ necessario che possano credere di poter diventare ciò che vogliono, di essere ottimisti.
Inizia raccontando la sua storia: perché lei ha scelto di affiancare l’Unicef. E inizia ricordando una frase pronunciata da un giornalista “davanti a un dolore c’è poco da fare, il dolore è come un muro, si può prendere a pugni però non crolla, lo puoi spostare però non ce la fai, allora bisogna attraversarlo”.
E’ così che lei ha attraversato il suo dolore, grazie all’ Unicef. Alfonsa è una donna fra le donne che, come molte altre, ha imparato a compiere piccolissimi miracoli; il segreto sta nella passione, e lei è un’appassionata della vita, è una moglie e una mamma ed ha perso una figlia di 23 anni che sosteneva l’Unicef.
Dopo la scomparsa della figlia, di Roberta, la signora Alfonsa iniziò a fare delle ricerche, restando colpita dagli sguardi di quei bambini bisognosi di tutto in quei paesi martoriati dalle guerre e dalla povertà che imploravano semplicemente un piccolo aiuto. Da qui ebbe inizio il suo cammino con l’Unicef, dove venne accolta a braccia aperte. Lì poté finalmente permettere alle sue lacrime di bagnare il volto e far cadere la maschera che indossava, libera di essere se stessa. Alfonsa ne ha viste tante in questi anni e dichiara che ogni volta ci sono due sentimenti contrastanti che la assalgono, il dolore e la rabbia, perché tutti vedono tutti, tutti ascoltano la sofferenza, le privazioni, gli abusi cui sono costretti i bambini del nostro civilissimo mondo ma nessuno agisce.
Molte volte ha pensato di buttare la spugna ma poi il cuore e la testa vanno a sua figlia, a Roberta, che amava tanto i bambini e così continua a portare il sorriso e la voce di Roberta nel mondo, sostenendo di anno in anno i vari progetti che l’Unicef propone a sostegno e aiuto dei bambini. L’unione fa la differenza e nulla come l’attività di volontariato fa imparare l’umiltà e fa imparare che aiutandosi reciprocamente si può raggiungere la metà. L’Unicef infatti ha molti volontari e molte persone che la sostengono.
Unicef è una sigla, è il fondo delle nazioni unite per l’infanzia nata l’11 dicembre 1946 dopo la conclusione della seconda guerra mondiale per portare aiuto ai bambini e alle vittime della guerra; essa si è anche prodigata per la ricostruzione di scuole, uffici pubblici e ospedali. Ci sono oltre 190 sedi fisse dell’Unicef supportate da persone competenti, quali medici e ingegneri poiché uno dei compiti dell’Unicef è quello di insegnare gli elementi basilari dell’igiene e della medicina; altri compiti di questa associazione sono la lotta contro la pedofilia e la lotta per le mine anti uomo, inoltre ricopre tantissimi altri campi. Utilizza quelle che sono le innovazioni tecnologiche, come il drone e telefonia mobile, in Pakistan anche per la registrazione anagrafica.
Uno dei compiti più importanti è quello di garantire quanto sancito nella Convenzione dei diritti dell’infanzia e di vigilare sui governi affinché non si dimentichino dei bambini. Economicamente l’Unicef non viene sostenuta dai governi ma da fondazioni, da privati e dai ragazzi di tutte le scuole. Un bambino non appartiene alla nazione in cui nasce, ma al mondo, ogni bambino ha dei sogni nel cassetto e tutti i bambini custodiscono il futuro in questo nostro difficile, difficilissimo presente.
Ogni anno a tal proposito, oltre ai tanti progetti da sostenere, porta avanti due manifestazioni a carattere nazionale: una in concomitanza della festa dei nonni, ad ottobre ed una nel periodo natalizio che è quella delle pigotte.
Ed ecco Il Majorana anche quest’anno essere presente e portare in alto i valori che ognuno di noi custodisce nel cuore: l’amore e la solidarietà, la fratellanza e il bisogno di donare agli altri. Tanti i momenti toccanti e particolarmente forti vissuti in questo incontro, come ad esempio i tanti filmati della realtà, purtroppo sconosciuta, dei bambini che inconcepibilmente muoiono di fame. Altrettanto significativo l’intervento del Dirigente Scolastico, prof. Stello Vadalà, il quale non può nascondere l’orgoglio e l’emozione nel condividere con i presenti la scelta che l’istituto ormai da anni ha fatto di sostenere questa bellissima iniziativa che continuerà a perseguire ed onorare fino in fondo. Un momento di solidarietà che riesce ad offrire la scuola nel riuscire ad aiutare il prossimo. Conclude il dirigente “forse è la migliore maniera di vivere il Natale”. Nell’istituto è presente una bandiera Unicef donata al Majorana dall’associazione “Il sorriso di Roberta” ed è un vanto per la scuola in quanto l’unica in tutta Italia a possederla e a custodirla.
Anche i ringraziamenti hanno lasciato tutti noi della platea commossi e emozionati: la signora Alfonsa infatti ha ringraziato la professoressa Rossella Scaffidi per aver curato i piccoli e grandi dettagli di questo progetto e tutti i collaboratori e i volontari, il preside per averla fatta sentire sempre a casa e conclude dicendo “ Se Roberta vi vedesse in questo momento, le si riempirebbe il cuore sapendo che avete impiegato del tempo per questo grande gesto”.
La signora Alfonsa è una dimostrazione di ottimismo e di coraggio, è un esempio di vita per tutti noi. Ha trasformato il suo dolore in amore grazie all’Unicef. Questi momenti ci rendono più grandi, felici di essere insieme a persone vere come Alfonsa, il marito, e la professoressa Mirella Sferlazzas, sorella della signora Alfonsa.
Conclude infine con una frase detta sempre da Roberta “Semplicemente grazie”.
Alla fine dell’incontro sono state consegnate le pigotte a ciascuna classe e per concludere è stata scattata una foto con tutti i ragazzi che sollevavano le pigotte adottate al cielo in segno di saluto e di ringraziamneto corale per le intense emozioni.
Anche noi adesso impareremo a dire “Semplicemente grazie”.
Marica Genovese 3 C BS