venerdì, Novembre 22, 2024
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Le Suffrajiutsu: suffragette che si difendevano con le arti marziali dalla Polizia

Il Novecento inizia all’ insegna dell’ottimismo e del progresso tecnologico e scientifico.

Sul piano sociale le masse sono in fermento e la battaglia per la democrazia viene combattuta con la richiesta di allargare il suffragio anche alle donne: è in questo periodo che nel Regno Unito nascono movimenti che rivendicavano il diritto al voto femminile. Uno dei più conosciuti è quello delle Suffragette.

Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, per farsi ascoltare, le suffragette ricorsero anche ad atti illegali come appiccare incendi e provocare esplosioni; ciò provocò un interessamento delle forze dell’ordine che portò a delle violente repressioni.

 Il 18 novembre 1910 viene ricordato come il Black Friday (venerdì nero): 300 donne furono assalite da un numero molto superiore di poliziotti con la conseguente morte di alcune manifestanti e l’arresto di un centinaio di loro. Questo avvenimento spinse le suffragette ad affiancarsi al mondo delle arti marziali.

Grazie a Edith Garrud , numerose suffragette iniziarono a praticare il jiu-jitsu, antica arte giapponese che sfrutta la tecnica per sconfiggere avversari molto più possenti di chi ne fa uso, sfruttando la forza dell’avversario. Edith Garrud,che aveva con il marito una scuola di arti marziali, fu invitata a tenere una dimostrazione di jiu-jitsu durante una riunione del WSPU. Da allora, iniziò ad insegnare alle suffragette quel tipo di lotta, adatta a chi si trova di fronte un avversario fisicamente più grande e più forte, applicando una determinata tecnica nell’ ultimo istante dell’attacco subito con morbidezza e cedevolezza riusciva ad atterrarlo facilmente.

Iniziò così la storia delle “suffrajitsu”, suffragette che impararono il jiu-jitsu, lasciando increduli i poliziotti che non si aspettavano sicuramente una resistenza di quel tipo.

Dopo la fine della guerra fu concesso il diritto di voto a una parte di elettorato femminile, ma il contributo di Edith Garrud e delle altre suffrajitsu fu presto dimenticato. Edith però ricordava molto bene, anche quando era ormai molto avanti negli anni, i suoi faccia a faccia con i poliziotti e di come li faceva volare sopra la sua spalla, lei che era uno scricciolo di donna alta appena un metro e mezzo!

Le arti marziali hanno salvato la vita a molte di queste rivoltose che con la loro tenacia hanno aggiunto una tappa importante nella storia dell’emancipazione femminile in Europa.

Andrea Scolaro 5° A mm

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