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LA LEGGENDA DEL FOLLETTO DI VILLA LUCREZIA (VILLA MUSCIANISI)

In questa bellissima dimora patrizia, denominata “Villa Lucrezia”, comunemente chiamata dai milazzesi “Villa Muscianisi”, disabitata a partire dagli anni Sessanta, si cela un oscuro mistero: quello del folletto dispettoso e burlone che vivrebbe al suo interno e non farebbe avvicinare nessuno.

Diversi anni fa un gruppo di ragazzi, mentre si trovavano nella villa, sono riusciti ad immortalare la figura di un uomo molto basso, che si trovava proprio lì. Chiaramente ai tempi tutto ciò ha creato grandi polemiche e la città si divise tra curiosità e scetticismo, ma andando a fare delle analisi più approfondite la presenza del folletto potrebbe avere un filo logico.

La presenza di un folletto in una villa siciliana non è poi così campato in aria se si considerano le tradizioni popolari siciliane. I folletti, infatti, sono per tradizione considerati dei numi tutelari delle abitazioni. In tempi lontani le donne siciliane erano solite lasciare del cibo in cucina durante la notte, affinchè il folletto stesso se ne servisse a suo piacimento. Spesso i folletti erano visti come apportatori di fortuna per la famiglia stessa di cui prendevano le parti e se gli abitanti della casa si convincevano di avere un “folletto” lo consideravano alla stregua di un familiare.

Ma la tradizione racconta che spesso erano molto dispettosi, soprattutto agli inizi della loro frequentazione, quando cioè un nuovo nucleo familiare entrava in una casa infestata dal folletto. In quel caso, secondo dicerie locali, per ingraziarsene i favori bisognava catturarli e fargli cadere il cappello (coppola), solo da quel momento ci si garantiva un sincero alleato vita natural durante.

La misteriosa scritta, “QUI LIETO MI FIORISCE IL LARE ANTICO”, incisa sul fronte della facciata di villa Muscianisi sembra confermare tale ipotesi.

La tradizione dei folletti risale al tempo della dominazione romana, periodo in cui era diffuso il culto dei Lari (gli spiriti del focolare, che potrebbero essere i folletti appunto) ed i Penati (gli antenati che avrebbero aiutato l’individuo durante il suo percorso di vita).

Il Lare era, quindi, una divinità domestica verso il quale si officiano offerte e rituali in cambio di protezione della casa e della famiglia.

Ai tempi della dominazione romana nel momento in cui si finiva di cenare bisognava riservare un posto con lo stesso pasto alla figura magica e se il giorno dopo il piatto era vuoto significava che il folletto aveva gradito il cibo.

Chiaramente è facile essere scettici ed è chiaro che se ognuno di noi non vede tale fenomeno con i propri occhi non riuscirà mai a crederci fino in fondo. Tuttavia la scritta incisa all’ingresso della Villa, che tra l’altro risale al periodo in cui venivano raccontate e tramandate queste storie, non può rappresentare un dettaglio da non tenere in considerazione. La questione è stata trattata anche diversi anni fa da Enrico Ruggeri nella trasmissione Mistero, ma anche lì non si ebbero dei risultati in grado di certificare una vera e propria presenza.

Fino a questo momento l’unico materiale da poter analizzare e studiare lo troviamo nella scritta incisa all’ingresso.

Che ci crediate o meno resta solo una cosa da fare: visitarla se non vi manca il coraggio!

 

Deborah Leto

Classe 3A

IC Primo Milazzo
Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Garibaldi”

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