Un caso di attualità: allarme diossina
Mercoledì 17 ottobre a Novara Milanese scoppia un incendio in un deposito di rifiuti. Le tossine rilasciate dalla plastica non raggiungono un grado di tossicità elevato, in ogni caso resta l’allarme in quanto dalle analisi fatte si è osservato che i valori della diossina sono leggermente al di sopra della norma. Il Comune e la Regione chiedono agli abitanti di tenere porte e finestre chiuse, non esporre i bambini all’ aria aperta e non mangiare frutta e verdura coltivate in proprio, in quanto l’irrespirabile aria di Milano può provocare irritazioni agli occhi e alla gola.
Ci saranno danni alla salute delle persone? Probabilmente, penso di sì, i test sulla diossina parlano di 0.5 ng/Kg di diossina per metro cubo e per l’OMS i valori normali devono essere inferiori a 0.3ng/Kg. Per avere valori reali, la misurazione della diossina nell’aria deve essere calcolata sulla media annuale. Ad ogni modo, giovedì 18 si sono concluse le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza di 16 mila metri cubi di plastica, carte e stracci andati a fuoco. Parlare di diossina, significa parlare di inquinamento e malattie per l’uomo. Essa circonda il nostro habitat, noi non la vediamo, ma ciò non vuol dire che essa non operi a danno nel nostro ambiente, infatti dobbiamo riflettere su come essa colpisca il nostro ecosistema e metta a repentaglio lo stato di salute delle persone. Responsabile di questa tipologia d’inquinamento è l’uomo e lo sviluppo industriale selvaggio, non controllato.
Gli inceneritori, la combustione delle centrali termoelettriche o delle caldaie, cosi come pure, gli incendi naturali o dolosi, sono fautori dello sprigionarsi di questa “sostanza” tossica. La pericolosità di questo inquinante è stata maggiormente avvertita negli anni compresi tra il 1964 e il 1975, in cui gli americani usarono diserbanti in dose massive e nei quali era presente il TCDD (contenente appunto diossine) i cui effetti, anche a lungo termine, sulla popolazione locale hanno aiutato a capire la pericolosità di queste sostanze.
Diossine vengono rilasciate anche nella combustione della plastica, la quale deve essere smaltita in modo adeguato visto che parliamo sempre di raccolta differenziata per salvare il mondo e orientare le nostre politiche verso uno sviluppo eco-sostenibile.
Sappiamo tutti che l’inquinamento è un’alterazione dell’ambiente naturale e antropico che si verifica per diversi motivi. Quando si parla di inquinamento causato dalla plastica, si intende un’alterazione provocata al nostro ecosistema da una errata procedura volta allo smaltimento di questo rifiuto.
Che cosa succede quando questo viene smaltito in modo errato? “L isola di plastica “ne è un esempio, metafora del fallimento del nostro modello di sviluppo. L’isola di plastica quindi non è altro che un ammasso di immondizia che vaga nell’oceano Pacifico. L’accumulo, iniziato a partire dalla fine degli anni Ottanta, sembra inarrestabile. Un gigantesco vortice di correnti favorisce la concentrazione di rifiuti che vengono in modo superficiale scaricati in mare aperto; la plastica, con l’azione delle correnti tende a solidificarsi costituendo un’unica “zolla” di rifiuti non biodegradabili che permane per tempi lunghissimi nell’ambiente.
Adriana Biancuzzo, Tindara Cancellieri
I.C. “E. Vittorini” n 15