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POMPEI: si riscrive la storia…

Pompei è una città conosciuta grazie alla catastrofe dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; gli abitanti di Pompei prima dell’eruzione erano stati avvertiti da diverse scosse sismiche che si susseguivano sempre più spesso, ma i pompeiani non avevano le conoscenze necessarie per capire quale evento funesto ciò presagiva.

 

La città prima dell’eruzione.

Pompei era un piccolo villaggio posto vicino a tre strade molto importanti. Le porte della città erano sei, una delle più importanti faceva entrare in via Marina dove si trovava il tempio di Apollo prima patrono e protettore della città ma dopo sostituito da Giove. Percorrendo via Marina si poteva arrivare al foro, ovvero la piazza, dove avveniva la vita quotidiana, il foro fu distrutto completamente, rimasero pochissimi resti. Le case erano distinte solo dalla grandezza perché la struttura era sempre la  stessa: quando si entrava ci si trovava nell’atrio semi coperto da tettoie che non coprivano lo spazio dell’impluvium, un bacino che raccoglieva l’acqua piovana; le pareti erano decorate con mosaici grandi e piccoli. Poi andando più avanti si poteva trovare il tabilium, una stanza con dei tavoli usata per momenti conviviali da cui si poteva vedere il peristilium, un cortile interno dove si trascorreva la vita privata.

Tra le case rinvenute con gli scavi archeologici, alcune sono spiccate all’occhio degli studiosi perché molto particolari: la casa del poeta tragico dove fu ritrovato un mosaico raffigurante un cane e una scritta “cave canem” cioè attenti al cane; la casa del poeta non era tanto grande infatti l’atrio era piccolo decorato con mosaici rappresentanti scene dell’Iliade di Omero.

Verso nord-est della casa del poeta si trovava la “casa del Fauno”, soprannominata così dalla statua in bronzo del Fauno postato al centro dell’impluvium come decorazione. A differenza della casa precedente, la casa del Fauno era molto più grande. Dopo l’atrio si trovava il tabilium e due sale da pranzo; nella casa c’erano anche due peristilli: il primo, il più grande, era formato da 80 colonne e una fontana centrale, tra il primo e il secondo peristilium si trovava un mosaico che raffigurava la battaglia tra Alessandro Magno e Dario di Persia, il secondo peristilium era formato da 46 colonne però senza una fontana centrale.

Un’altra casa particolare è la casa dei rettili caratterizzata dai due atri: il primo era decorato con gli amorini e i psicali (decorazioni di angioletti), l’attrazione principale della casa e anche altre varie decorazioni sono rimaste intatte resistendo all’urto con i materiali infuocati dell’eruzione. Il secondo atrio era più piccolo del primo però ci si trovava un arario dedicato alle divinità.

La città, oltre ad avere case stupende,era piena di monumenti e di locali: le terme Staviane, che hanno preso il nome dalla via in cui si trovavano (via Staviana), che sono state danneggiate dal terremoto del 62 d. C. e che quando ci fu l’eruzione erano ancora in manutenzione.

Poi c’era il teatro romano costruito tra il 200-250 d. C. fatto per ospitare 5000 spettatori, furono anche ritrovate delle piscine che una volta dovevano contenere dell’acqua quindi si presume che facessero giochi d’acqua; il teatro era scoperto ma si poteva coprire.

E infine fu trovata una locanda, chiamata termopolio che prende il nome dall’altare trovato al suo interno, con le sembianze di un tempio.

La città dopo l’eruzione.

La città dopo l’eruzione non era altro che macerie: furono ritrovate persone pietrificate nella cenere e residui di lava, i resti di qualcosa ormai distrutto…

Su questi resti sono stati fatti documentari di tutti i tipi ma una cosa molto particolare che è stata fatta in passato, fu il video e audio dei Pink Floyd pubblicato nel 1972.

 

Una grande scoperta!

Gli scavi a Pompei non sono ancora stati completati, molti segreti giacciono tuttora sotto la cenere. Recentemente sono state riportati alle luce alcune parti della città in cui la presenza di particolari scritte sui muri fanno ridatare l’evento catastrofico collocandolo al 24 ottobre anziché ad agosto come finora si era presunto. Pompei è una testimonianza chiara e vivida della vita dei romani del primo secolo dopo Cristo un’occasione unica per fare salti nel tempo, molto si è imparato dagli scavi, ma l’impressione è che ci sia molto altro da scoprire.

 

Chiara Munafò

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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