1492: un anno che ha cambiato la storia
Una delle date più famose che l’umanità conosca è il 1492. Quattro cifre, un numero, tanti significati: 365 giorni in cui si intrecciano eventi fondamentali, che hanno radicalmente modificato il corso della storia. La caduta di Granada, ultima roccaforte araba in Spagna, che segna la fine della “Reconquista”; la morte di Lorenzo il Magnifico per quanto riguarda la storia italiana; Cristoforo Colombo “scopre” una nuova terra, l’America. Ma perché usiamo il termine “scopre”, se il nuovo continente era già popolato da altre civiltà come i Maya, gli Aztechi, gli Incas… che erano stanziate in quelle terre da millenni e millenni e che avevano già tradizioni ben consolidate? Ma facciamo un passo indietro. Siamo nel ‘400, durante lo sbocciare della cultura rinascimentale.
Le scoperte geografiche in questo periodo subiscono un forte impulso, dovuto al perfezionamento delle cartine e degli strumenti di navigazione come la bussola, il quadrante e l’astrolabio, oltre alla sostituzione delle vecchie galere, lunghe imbarcazioni che per la navigazione si affidavano alla forza dei remi e che avevano quindi bisogno di un numeroso equipaggio, con le più pratiche caravelle. Quest’ultime erano infatti leggere e veloci, sfruttavano l’energia del vento al meglio, con le grandi vele che possedevano e, non avendo bisogno di un gran numero di uomini, potevano essere caricate di viveri e di provviste per il viaggio, che alle volte poteva risultare molto lungo. I navigatori di quest’epoca, quindi, non furono soltanto avventurieri, audaci o temerari, ma degli uomini che cercarono di mettere a frutto idee, tramite lo studio e la ricerca. Fu su questa base che, sotto la spinta di esigenze pratiche, rese più acute dalla caduta dell’impero bizantino e dalla chiusura delle vie tradizionali per il commercio con l’Oriente, il problema della via marittima per l’Est trovò possibilità di soluzione. Non potendo più accedere alle ricchezze delle Indie, della Cina e del Giappone via terra, era necessario commerciare via mare. Ciò naturalmente si presentò difficoltoso, poiché per raggiungere quei territori bisognava circumnavigare l’Africa e le condizioni poco agevoli la rendevano un’impresa abbastanza ardua. Secondo il geografo Paolo Toscanelli, essendo la terra sferica, era possibile raggiungere le coste dell’Asia partendo dall’Europa Occidentale e navigando sempre verso Ovest, realizzando dunque la circumnavigazione del globo terrestre. Toscanelli riteneva infatti che solo il mare separasse, per questa via, l’Europa dall’Asia e che l’estensione delle acque fosse relativamente scarsa. Affascinato all’idea e con l’obiettivo ormai comune agli esploratori del tempo, un navigatore in particolare, la cui esplorazione era destinata ad avere una grandissima importanza per la storia dell’umanità, cercò a lungo i mezzi per dimostrare la validità di tale teoria.
Stiamo parlando del genovese Cristoforo Colombo che, grazie all’aiuto dei sovrani spagnoli, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, poté tentare la grande impresa. Il 3 agosto 1492 partì dal porto spagnolo di Palos con le famose tre Caravelle – la veloce Pinta, la piccola Niña e la grande Santa Maria – accompagnato da 120 marinai. Dopo oltre due mesi di navigazione e il tentato ammutinamento dell’equipaggio, il 12 ottobre 1492, Colombo e i suoi uomini toccarono terra. Sbarcò a San Salvador, un’isola delle attuali Bahamas: pensava di essere arrivato in India ma in realtà era giunto in un nuovo continente, di cui nessuno aveva mai immaginato l’esistenza. Il primo a rendersi conto che il grande esploratore non era approdato in India, ma in terre sconosciute, fu qualche anno più tardi Amerigo Vespucci, che esplorò il “Nuovo Mondo” e dimostrò che esso non faceva parte del continente asiatico. In omaggio all’autore di questa rivelazione, il nuovo continente iniziò così ad essere soprannominato “America” negli scritti dei geografi, e questo nome, che viene attualmente usato in tutto il mondo, divenne di uso generale.
La scoperta dell’America cambierà la storia dell’Europa e del mondo: il 1492, quindi, secondo diversi storici, segna l’inizio di una nuova epoca, l’età Moderna. È chiaro che tale scoperta portò a delle significative conseguenze soprattutto di natura politica. Portoghesi e spagnoli, infatti, mossero all’occupazione dei nuovi territori, sterminando e segnando la fine di intere popolazioni che già avevano consolidate tradizioni e costumi.
Il continente americano era popolato allora da diverse civiltà e tra le più importanti possiamo ricordare i Maya, gli Incas e gli Aztechi, civiltà definite “primitive” dagli occidentali, ma che in realtà erano tutt’altro che “arretrate” e “selvagge”. Avevano sviluppato, infatti, conoscenze molto complesse e dato vita a grandiose civiltà ma vennero invece giudicati come popoli inferiori solo per le loro diversità culturali. Queste popolazioni vengono chiamate “pre-colombiane”, in quanto si svilupparono prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo. E’ una definizione però che accentua la scoperta da parte degli europei, trascurando al contrario la magnificenza di quelle civiltà, che avevano una storia millenaria. Gli Incas difatti avevano creato le forme più originali di organizzazione civile, che divennero oggetto di studio ed anche di ammirazione da parte degli occidentali. Il territorio da loro occupato era molto vasto e si estendeva dall’Ecuador settentrionale al Perù, alla Bolivia occidentale, fino al Cile settentrionale e la loro capitale, Cuzco, era situata a 3500 metri di altezza. Nonostante si trovasse così in alto, era però costituita da grandiosi complessi architettonici e collegata alle varie province attraverso grandi strade. I Maya erano invece stanziati nell’America centrale, precisamente nella penisola dello Yucatan, ed erano divisi in diverse tribù e gruppi etnici, che si trovavano spesso in lotta tra loro. L’impero Maya possedeva una grande e complessa cultura ed era un popolo estremamente evoluto in campo astronomico, tanto è vero che avevano realizzato un calendario alquanto preciso, conoscevano i movimenti dei pianeti e sapevano addirittura prevedere le eclissi. Il popolo azteco, infine, che si era insediato nel Messico centrale, aveva sviluppato una notevole produzione artistica. In poco tempo il continente americano diventò terra di conquista.
Nel 1519 l’impero azteco venne distrutto dai conquistadores spagnoli guidati da Hernàn Cortés, che successivamente conquistò anche l’impero Maya. Per sottomettere quest’ultima civiltà agli spagnoli occorsero circa 170 anni, poiché, a differenza degli Aztechi, i Maya non erano sottomessi ad un unico potere centrale e quindi non bastava conquistare una sola capitale. Per quanto riguarda poi gli Incas, Francisco Pizarro e le sue truppe li annientarono nel 1532. Una volta cancellate le tre civiltà amerinde più evolute, il Portogallo e la Spagna ridussero le tribù indigene in schiavitù, costringendole ai lavori forzati, specialmente nelle miniere di oro e di argento. Avvenne un vero e proprio genocidio, tanto che le popolazioni amerinde, che all’epoca della conquista contavano circa 80 milioni di abitanti, scesero a 4 milioni nel giro di un secolo. La conquista di questi popoli da parte degli spagnoli e dei portoghesi diede inizio ai primi imperi coloniali e, nella contesa che subito si accese tra Spagna e Portogallo per la spartizione delle terre americane, intervenne papa Alessandro VI, che nel 1493 stabilì, d’accordo con gli interessati, una linea di demarcazione, segnando i limiti dell’occupazione da parte dei due Stati: i portoghesi si orientarono verso l’Africa e l’Asia e qui fondarono le loro colonie, mentre gli spagnoli conquistarono le terre messicane e peruviane. I traffici si spostarono così dal Mediterraneo verso l’Oceano Atlantico e alle merci preziose importate dall’oriente si aggiunsero nuovi prodotti di più largo consumo come il mais, la patata, il cacao, il pomodoro e il tabacco. Le possibilità di arricchimento crebbero velocemente. L’Europa occidentale si avviò verso un mutamento totale delle sue strutture e iniziò a diventare il centro di un sistema economico che tendeva ad acquisire dimensioni mondiali. In pochi decenni la storia era davvero cambiata.
Martina Crisicelli
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.