martedì, Novembre 5, 2024
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L’Italia, terra ballerina.

Gli effetti dei terremoti sono visibili nella parte superficiale del nostro pianeta. Le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continue sollecitazioni, che sono il risultato di lenti movimenti tra placche che galleggiano sullo strato sottostante del mantello: l’astenosfera.

Tali movimenti sono prodotti dai moti convettivi del mantello che spingono e trascinano le placche, generando attriti che sono massimi vicino ai confini tra le placche stesse, come per esempio in Italia e in generale in tutto il Mediterraneo e, minimi al loro interno come succede nel Canada o nell’Africa centro-occidentale.

L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche: quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia che occasionalmente viene rilasciata generando terremoti di varia entità. In Italia è possibile individuare zone ad alto rischio sismico, come l’area appenninica e, zone a basso grado di sismicità.

Il “Rigetto” della faglia che affiora in superfice di oltre un metro per lo sprofondamento del suolo

L’attività sismica italiana si concentra soprattutto sulle Alpi orientali e lungo la catena appenninica, fino alla Sicilia. Solo la Sardegna è ritenuta zona asismica mentre il il Salento rientra nella zona 4 con basso grado di sismicità. La magnitudo massima dei terremoti che hanno avuto origine nella nostra regione è di circa 7 gradi della scala Richter. In Italia i terremoti più forti e distruttivi dagli inizi del Novecento sono stati i seguenti: 28 dicembre 1908, un terremoto di magnitudo 7.2 scala Richter (XIII grado scala Mercalli) rade al suolo Reggio Calabria e Messina causando 100.000 morti; 14 gennaio 1968 il terremoto nel Belice, nella zona della Sicilia orientale, fra Trapani e Palermo, le cui scosse più forti hanno registrato una magnitudo di 6.1scala Richter (IX grado scala Mercalli); 1976 terremoto nel Friuli, il sisma, seguito da numerose repliche nei giorni e nei mesi successivi alla scossa del 6 maggio, ha registrato magnitudo 6.5 scala Richter con 950 vittime e migliaia di sfollati;

il 23 novembre 1980, il terremoto in Irpinia è stato uno dei terremoti più forti con magnitudo 6.9 scala Richter (IX grado scala Mercalli) ha causato devastazioni, registrando 2914 morti; il 7 maggio 1984 San Donato Val di Comiso, nei giorni compresi fra il 7 e l’11 maggio, un terremoto di magnitudo 5.9 scala Richter (VII grado scala Mercalli) ha provocato gravi danni nei piccoli borghi di montagna; 13 dicembre 1990, terremoto di Carlentini in Sicilia con magnitudo 5.7 scala Richter (VII grado scala Mercalli) con epicentro nel Golfo di Augusta, ha causato 17 vittime; 26 settembre 1997, il terremoto in Umbria e Marche, con una magnitudo 6.0 scala Richter (IX grado scala Mercalli) il bilancio fu di 11 morti, centinaia di feriti e 80.000 case danneggiate, 31 ottobre 2002 terremoto del Molise magnitudo 5.7 scala Richter (VII grado scala Mercalli) ha causato il crollo di una scuola a San Giuliano provocando la morte di 27 bambini e una maestra, il bilancio è stato di 30 morti; 6 aprile 2009 terremoto dell’ Aquila con magnitudo 6.3 scala Richter (IX grado scala Mercalli) che ha registrato 309 vittime e 80.000 sfollati; 20 maggio 2012 il terremoto in Emilia con magnitudo 6.1 scala Richter (IX grado scala Mercalli) si registrano 27 vittime; terremoto dell’Italia Centrale ( agosto 2016–gennaio 2017), durante tutto quest’arco di tempo si verificano forti terremoti sull’Appennino Centrale tra Lazio, Umbria e Marche, con magnitudo 6.5 scala Richter (IX grado scala Mercalli) che hanno colpito anche le aree più settentrionali, lungo la catena dei Monti Sibillini, causando gravi danni.

 

Davide Gangemi, Gabriele Russo

I.C. “E. Vittorini”, n 15

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