UN MONDO DI … PROBLEMI: IL FEMMINICIDIO
Il termine femminicidio identifica l’assassinio doloso o preterintenzionale di una donna, per motivi principalmente legati al genere.
Il femminicidio è diffuso a livello mondiale ma ha forme diverse in ogni paese; i paesi dell’America Centrale e dell’America del Sud sono quelli in cui il fenomeno è più studiato e ha più spazio nella discussione politica. In Italia 6 milioni e 788 mila donne hanno subito qualche forma di violenza nella loro vita. Nel 2016 in Italia erano state uccise 115 donne, il 2015 aveva invece visto 120 vittime, 117 donne erano state uccise nel 2014 e 138 nel 2013. Le vittime del 2017 sono state 113. Nei primi sei mesi del 2018 sono già 44 le donne uccise, con un incremento del 30% rispetto allo scorso anno. Le cifre di tale fenomeno sono dunque davvero impressionanti e continuano a fare paura. Nella quasi totalità dei casi i carnefici sono mariti, compagni o ex. Il rapporto EURES (una associazione non profit, impegnata dal 1998 nella promozione e realizzazione di formazione e di ricerca applicata in campo economico, sociale e culturale) dimostra inoltre che è cresciuta proprio la percentuale di femminicidi avvenuti in un contesto familiare: dal 66,3% del 2000, si passa al 76,7% del 2016 con una media pari al 71,6 %. Nello specifico, gran parte dei femminicidi avviene all’interno della coppia: nel 2016 il 64,3% delle donne è stata uccisa dal coniuge (44,3%), dall’ex coniuge (16,5%) o dal partner (3,5%). Per quanto riguarda le motivazioni, è soprattutto la gelosia abbinata alla volontà del possesso il movente dei femminicidi: negli ultimi 16 anni il 30% dei casi è avvenuto per “possesso passionale” (il 31% nel 2016). Al secondo posto, fra le cause, “liti e dissapori” (il 21%).
Purtroppo sono ancora molte le donne che non denunciano gli uomini colpevoli di violenza e che preferiscono subire in silenzio umiliazioni e dolore fino a sacrificare la loro vita. Sono tanti i casi anche in Sicilia.
Vogliamo ricordare, in particolare noi di Barcellona Pozzo di Gotto, la storia di Graziella Recupero, una ragazza di 19 anni che, il 26 giugno del 1956, mentre rientrava a casa, nella zona di San Giovanni fu aggredita e uccisa dal suo fidanzato con 28 coltellate. La causa di questo omicidio è stata la gelosia che il ragazzo provava verso la fidanzata. In memoria di Graziella Recupero, qualche anno fa, è stata posta una targa commemorativa nell’aiuola a lei dedicata, di fronte al Palazzo comunale.
Il ricordo di Graziella deve farci riflettere su quanto sia antico il fenomeno del femminicidio e su quanta strada debba ancora compiere la nostra società per sconfiggerlo completamente educando dei cittadini responsabili e promuovendo una più concreta cultura della relazione.
EMANUELA BUCCA
MARTINA MAIO
Classe 2ªD