Orientarsi tra gli odori
A chi non è mai capitato, almeno una volta nella vita, di sentire un profumo intenso e di ricollegare a quella fragranza l’immagine di un ricordo, di una persona, di un oggetto, o di un’emozione? Questo fenomeno avviene per qualunque dei 5 sensi del nostro corpo ed è dovuto ad una sorta di memoria che cattura e conserva piccoli scatti della nostra vita associandoli ad una precisa sensazione.
L’olfatto è stato da sempre il senso meno conosciuto, il cui funzionamento non è mai stato completamente chiaro. La percezione degli odori è resa dalla presenza di recettori olfattivi posti nell’epitelio che riveste la cavità nasale. Questi recettori terminano con dei prolungamenti filamentosi detti peli olfattivi, ognuno dei quali contiene una proteina (molecola ricettrice) che interagisce con le molecole esterne: quello che viene avvertito come odore è l’effetto finale provocato sul nostro cervello da una combinazione di molecole odorose raccolte da tali recettori. A questo punto il segnale chimico dopo essere stato trasformato in impulso elettrico, viaggerà lungo una rete di neuroni che costituiscono il tratto olfattivo, per raggiungere l’area olfattiva primaria, situata nel lobo temporale della corteccia cerebrale, in cui inizia la consapevolezza cosciente dell’odore. Altri prolungamenti neuronali proseguono però verso un’altra area del cervello detta sistema limbico e responsabile delle risposte emozionali ed evocative prodotte dagli odori. Ma avreste mai pensato ad una connessione tra olfatto e memoria spaziale?
Ebbene sì, la capacità di distinguere gli odori è in rapporto diretto con la capacità di muoversi e orientarsi in un ambiente complesso. A confermare tale corrispondenza tra le due funzioni nel cervello è, per la prima volta, un gruppo di ricerca guidato dall’Università McGill di Montréal, in Canada, con uno studio pubblicato su Nature Communications.
Per verificare quest’ipotesi iniziale, gli scienziati canadesi hanno preso in esame un gruppo di 57 volontari che sono stati messi alla prova con test olfattivi e prove di memoria spaziale effettuate tramite simulazioni in ambiente virtuale. Dai risultati delle prove condotte è emerso che i soggetti in grado di percepire e identificare con maggiore precisione gli odori, possedevano anche un maggiore senso dell’orientamento che gli permetteva di riconoscere e individuare i luoghi delle città virtuali. Attraverso una risonanza magnetica è stato possibile constatare che i soggetti con un olfatto, per così dire, più “raffinato”, presentano una peculiare conformazione cerebrale, in cui la corteccia orbitofrontale mediale, regione responsabile di numerose funzioni cognitive, è più spessa e il volume dell’ippocampo, sede della memoria, maggiore. La correlazione tra le funzioni di queste due aree del cervello era già stata supposta in precedenza, ma gli studi effettuati non avevano condotto a risultati coerenti, poiché le prove erano state eseguite su soggetti con lesioni all’ippocampo, è dunque non potevano che suggerire un’indicazione sbagliata sulle aree cerebrali coinvolte.
Se la capacità di discriminare odori differenti (e non la semplice acuità olfattiva, ossia la capacità di percepire un odore a maggiore o minore distanza) è strettamente collegata all’abilità nell’orientarsi e alla memoria spaziale, di contro, sembra non presentare alcun legame con la memoria semantica, relativa ai ricordi svincolati da un tempo o un luogo specifici.
Dunque, se tu che stai leggendo, possiedi un senso dell’odorato piuttosto raffinato, molto probabilmente saprai destreggiarti anche nei labirinti urbani più intrigati senza mai perderti, ma fa’ attenzione a non dimenticare le cose importanti della vita!
Arianna Torre 4CBS