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PROGETTO ERASMUS PLUS PROJECT

“Today’s Writers, Tomorrow’s Leaders “

 Attività di “Teaching Seminar” in Turchia – OTTOBRE 01/06 -2018

La delegazione dell’ I.C. MILITI Barcellona P.G., (la Docente referente Rose Foti e  la Docente Michelina Carapezza), partiva verso la Turchia per completare una meta programmata dal Progetto Erasmus plus “ Transnational meeting” Per quattro  giorni la delegazione del “ I.C. MILITI Barcellona P.G.”, sarebbe stata impegnata nell’ osservare e conoscere (per poi disseminare) la cultura enogastronomica della Turchia e dei Paesi  partecipanti : England, Ciprus, Grece, Finland, Poland, Spain, cercando di cogliere e approfondire  “in diretta” aspetti salienti, difendere e sviluppare l’arte della Gastronomia Italiana.

Per questa importante attività, la delegazione si è avvalsa della preziosa e insostituibile collaborazione della Prof.ssa Ayla. Il Progetto Erasmus avrebbe arricchito, con la sua esperienza maturata sul campo, i percorsi già tracciati di condivisione della storia, dell’educazione, degli usi, costumi e tradizioni dell’Italia e della Turchia, apparentati da un’“anima mediterranea”, ancora troppo poco conosciuta. Un’ “anima mediterranea” che merita, invece, di essere posta al centro dell’attenzione dei popoli a beneficio della pace, della cooperazione e del benessere di tutto il Mare Nostro e dell’intero Euro Mediterraneo. Il Progetto Erasmus Plus costituiva una importante occasione in questa direzione. Il breve articolo che seguirà vuole essere un sintetico diario di una esperienza umana e professionale che ha saputo raccogliere cognizione ed emozione in ogni attività svolta, nel senso più ampio del termine. Un breve diario da utilizzare anche nelle attività di socializzazione dell’esperienza e di disseminazione che saranno tanto più efficaci, quanto più sapranno far rivivere le esperienze narrate. Una strada utile e funzionale per attivare livelli di conoscenza più autentici, utili alla maturazione di competenze più efficaci ed articolate.

La delegazione dell’“I.C. MILITI Barcellona P.G.” era pronta ad imbarcarsi sull’aereo della Turkish Airlines in partenza dall’aeroporto di Catania diretto a Istanbul, per poi proseguire per Tokat. Per l’occasione la sede di Catania della Turkish Airlines ci aveva concesso gratuitamente il trasporto di una grossa valigia in stiva, necessaria per portare doni “istituzionali” e, soprattutto, prodotti enogastronomici del nostro territorio indispensabili per organizzare un pranzo programmato presso “Beykent College” di Tokat da condividere con una rappresentanza di alunni e Docenti della gentile scuola ospitante.

LUNEDÌ 01/10/2018:

Sbarcati in uno dei più grandi aeroporti del mondo “ISTANBUL”, cercavamo di individuare l’imbarco verso le rotte interne della Turchia, con destinazione la città di Sivas, per poi proseguire verso Tokat dove trascorrere la nostra permanenza programmata.

Ad aspettarci c’era la nostra collega turca, la Prof.ssa Ayla in compagnia di una rappresentanza del personale scolastico del “Beykent College”, la “nostra” scuola ospitante. Ci salutammo in una atmosfera di accoglienza subito allegra e festosa, come se, da vecchi amici, ci aspettassimo vicendevolmente. Ci muovemmo con due auto per giungere, dopo un breve tragitto, nell’albergo che avevamo prenotato, dove incontrammo la Delegazione dei paesi partecipanti: England, Turkey, Ciprus, Grece, Finland, Poland, Spain.

MARTEDÌ 02/10/2018:

Di buon mattino, uscimmo dall’albergo per recarci nella scuola oggetto privilegiato delle nostre programmate attività il “Beykent College” di Tokat.

Fummo accolti molto cortesemente nell’ampio cortile della scuola da un gruppo di colleghi turchi e alunni.

Prima di proseguire nelle attività, imparammo subito una regola d’obbligo dell’accoglienza turca: l’offerta del tè, spesso accompagnato da qualche dolce turco, da destinare agli ospiti e condivisa da tutti i presenti. Fu un bel momento di conversazione che ci consentì di approfondire la conoscenza di alcune abitudini turche. Successivamente, fummo portati a conoscere gli spazi, gli ambienti e le persone della Scuola che, oltre ad essere dotato di laboratori, era anche dotato di mensa con cucina e di convitto, l’orario delle lezioni era prolungato al pomeriggio. Ci colpiva la estrema compostezza degli studenti e il loro livello di attenzione. Tra gli alunni vi erano alcune studentesse che indossavano lo hijab (ħiˈʒæb), il velo che, annodato sotto il mento, ricopre i capelli e il collo lasciando libero l’ovale del volto. È una libera scelta che alcune studentesse fanno autonomamente: ad esempio, nella stessa famiglia ci possono essere madri che portano lo hijab e figlie che non lo portano o viceversa. Fummo molto lusingati per un’accoglienza ricca di simboli e di cortesie. Quasi spontaneamente pensai al Mediterraneo e alla tradizionale ospitalità che, da sempre, caratterizza gli usi e costumi delle sue genti. L’accoglienza dei turchi, certamente, si inscriveva in quest’ antica tradizione di sincera e cordiale ospitalità che, indiscutibilmente, ci accomunava.

Ci vennero affidate due classi dove svolgere la nostra attività: presentazione del nostro Istituto e la gastronomia italiana con particolare riferimento alle tradizioni della Sicilia.

Abbiamo concluso l’attività con la preparazione, insieme agli studenti, di biscotti tipici della nostra Terra: biscotti regina al sesamo.

Possiamo dire che hanno messo tutti “le mani in pasta”. Fummo invitati per la pausa pranzo alla mensa scolastica, dove studenti e docenti erano seduti agli stessi tavoli e consumavano lo stesso cibo. Era una bella atmosfera di chi, pur con ruoli e funzioni diverse, si ritrovava a condividere uno spazio e un tempo più informale. La voce di un muezzin in lontananza chiamava alla preghiera.

Particolarmente interessante fu il lavoro di “TRANSNATIONAL MEETING “  uno scambio di conoscenze e confronto della cultura culinaria dei Paesi partecipanti.

MERCOLEDÌ 03/10/2018:

ci vide impegnati nella organizzazione di una giornata gastronomica internazionale. alla Scuola “Beykent College” di Tokat: la cucina e i locali della mensa vennero messe a disposizione, dove, un gruppo misto di docenti dei Paesi partecipanti al progetto si lanciarono nella preparazione di piatti tipici.

Noi ci siamo cimentati nella preparazione di penne alla norma, il tutto sostenuto da abbondanti scaglie di ricotta al forno, e “biscotti regina”, dolci classici del messinese: “. Fu un successo condiviso con entusiasmo da una rappresentanza di studenti della Scuola ospitante e di docenti.      “I turchi e gli italiani sono cugini Mediterranei – fu detto – ma si conoscono poco”. un’esperienza di disseminazione internazionale che riscosse una grande attenzione e un grande successo tra il giovane pubblico, salutato con un convinto applauso che accompagnò il nostro saluto “Eyvallah” (“Ciao, Arrivederci”), alla fine del pranzo.

Questo saluto coincise, anche, con la fine del nostro impegno operativo nella Scuola, ma non nel territorio, alla cui conoscenza più approfondita avremmo dedicato nei giorni successivi.

Alla scoperta di Tokat e Ballica

La prima cosa che mi ha colpito al mio arrivo a Tokat è la bellezza naturale del sito. Estesa su una valle racchiusa tra diverse montagne brulle, è concentrata soprattutto verso la sua cittadella, arroccata su un promontorio roccioso e scosceso. L’antica città si estende ai piedi di questa collina e sfoggia meravigliose case bianche conservatesi dall’epoca ottomana, ripartite su ciascuna riva del fiume e collegate da un superbo ponte antico.

Ballica

Anche se si stima che abbia 3,4 milioni di anni, questo luogo unico che conduce a un misterioso viaggio attraverso la sua età è di grande importanza con la sua originale sospensione a cipolla.

Passeggiando per la singolare Grotta di Ballıca nella natura, non si è in grado di mascherare il fascino e l’eccitazione non finirà mai.  L’umidità media nella caverna supera il 55% e la temperatura media invernale varia tra 17-19 gradi Celsius. Si dice che la quantità di ossigeno nella caverna di Ballıca sia superiore a quella degli altri ed è anche un bene per i pazienti asmatici. Ci sono molte grandi sezioni della grotta che sono chiamate saloni Birçok Mağ. La sala con piscina, sala grande, sala fangosa, sala fossili, sala dei pipistrelli, sala crollata, sala delle colonne, sala dei funghi.

GIOVEDÌ 04/10/2018:

Tutta la giornata la dedicammo alla conoscenza del centro storico della Cappadocia, aspetto imprescindibile per cogliere l’anima di un popolo e il suo genius loci. Una giornata che avremmo dedicato alla conoscenza solo di uno piccolo spicchio della Turchia, a causa della brevità della nostra permanenza residua. La nostra esperienza umana e professionale dell’Erasmus poteva essere ancora arricchita dalla possibilità di raccogliere, tra antichi miti e antichi eroi, suggestioni di quell’” anima mediterranea” che orienta da sempre il nostro destino e i suoi esiti.

Arrivati in Cappadocia collocata su un altopiano nel cuore della Turchia, nell’Anatolia Centrale, ho sentito il bisogno di darmi un pizzicotto per essere sicura di non stare sognando. Perché il paesaggio che si stagliava dinnanzi ai nostri occhi è davvero unico al mondo. Puro spettacolo. Un susseguirsi di cavità e grotte, dentro le quali sono ricavate le abitazioni, con rilievi rocciosi di origine vulcanica, che prendono il poetico nome di Camini delle Fate. Sembra una combinazione originale tra il villaggio dei Puffi e i castelli che si fanno al mare con la sabbia bagnata. Qui, la vita è sogno, paesaggio fiabesco, qui Madre Natura ha dato una prova concreta delle sue immense abilità creative.

Fin dall’Età della Pietra, l’uomo costruì le sue abitazioni ricavandole dalla roccia: i fori che si vedono erano le dimore troglodite. Questi suggestivi insediamenti rupestri, in parte ancora oggi abitati, insieme alle cavità, grotte, pinnacoli, crepacci e canyon costituiscono il paesaggio così originale della Cappadocia. I Camini delle Fate, insolite formazioni laviche a forma di cono, furono il rifugio delle popolazioni

eremite, che ricavarono le loro case scavando nel tufo. I Camini (chiamati così perché secondo la leggenda i massi sulla sommità furono posti dalle divinità), insieme alla Valle di Göreme – un tempo l’area più popolata, oggi Parco Nazionale – sono stati inseriti tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Scoprimmo anche le città sotterranee!

Vennero costruite dai cristiani, che le usarono – dal 300 al 1200 – per ripararsi dai nemici di fedi diverse. Furono poi abbandonate sino alla metà degli Anni ’50: i ragazzini di allora le utilizzavano per giocare a nascondino, contribuendo   inconsapevolmente alla loro riscoperta. Oggi quei ragazzini, diventati uomini, sono le guide che ci hanno condotto ad esplorare queste realtà sotterranee.

 Venerdì 05/10/2018: l’ultimo giorno prima della partenza   Facemmo colazione in un noto locale con del cibo che noi italiani non siamo abituati consumare di buon mattino: tè e del “lahmacum”, conosciuto anche come “pizza turca”, fatta di pasta sottile condita con carne macinata e cipolla, aggiungendo una spruzzata di limone, prezzemolo e spezie. Un piatto buono e gustoso che meritava di essere onorato qualche ora più tardi.

Ci proposero una visita in una bottega artigianale, dove un giovane molto noto in città, produceva manufatti artistici di ceramica. L’incontro fu estremamente interessante. anche perché ci permise di capire le tendenze e gli interessi delle nuove generazioni dei turchi, mossi da un grande desiderio di conoscenza confronto che, per schiettezza ed intensità, ci sorprese non poco.

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