“Ciò che inferno non è”
“Ciò che inferno non è” è un romanzo di Alessandro d’Avenia, la sua terza opera dopo “Bianca come il latte rossa come il sangue” e “Cose che nessuno sa”, tre libri che risultano essere fra i dieci più amati dai giovani italiani.
Alessandro nasce a Palermo il 2 maggio 1977, negli anni Novanta frequenta il liceo Vittorio Emanuele II dove insegna religione Don Pino Puglisi, al quale si ispira per scrivere il libro “Ciò che inferno non è”. Il protagonista del libro è Federico, un ragazzo come tanti, pieno di sogni e di ambizioni. Vive una vita agiata, in una Palermo perbene ed è abituato a trascorrere una quotidiana tranquillità dove sembra che tutto, anche il suo futuro, sia già stato scritto. È un giovane poeta, un sognatore e per lui si sono appena spalancate le porte delle tanto attese vacanze estive, con i tuffi a Mondello e il viaggio nella rinomata università londinese di Oxford, per migliorare il suo inglese. Ma, oltre alla quotidianità, oltre alla Palermo che conosce fin da piccolo, quella dove è cresciuto, c’è un’altra Palermo, una diversa, fatta di ombre, di paure, un inferno, non quello di Dante con i forconi e con le fiamme ardenti, non quello con il diavolo e le anime dannate: è un inferno chiamato Brancaccio, di cui non è a conoscenza perché ancora non gli appartiene.
A fargli conoscere questo mondo diverso è il suo professore di religione, Padre Pino Puglisi, chiamato affettuosamente dai suoi allievi 3P, nonché sacerdote della parrocchia di Brancaccio e fondatore del centro “Padre Nostro” che offre aiuto ai bambini e ai ragazzi del quartiere in quegli anni controllato da Cosa Nostra. Federico incontra don Pino per le strade di Palermo, con la sua bicicletta e il suo immancabile sorriso cucito sul volto. Su invito del parroco, il ragazzo comincia a frequentare il Centro e lo aiuta con i ragazzi, cercando di strapparli ad un futuro che li ha già classificati come spacciatori, ladri, gente di poco conto, destinati a cacciare per non essere cacciati. Quando Federico attraversa quel passaggio a livello, immaginaria porta d’ingresso del quartiere Brancaccio, non è consapevole che per lui da lì a poco comincerà una nuova vita. Inizierà a conoscere più a fondo la realtà della sua amata Palermo e cercherà di “difendere dall’inferno ciò che inferno non è”. L’amore per Lucia lo sosterrà nell’impegno. L’amore per chi da grande vuole fare il direttore d’orchestra, per chi porta in grembo un figlio non desiderato, per chi ha perso il padre perché camminava a testa alta cercando un riscatto e per chi il padre invece non lo ha mai conosciuto. “Il vero segreto è metterci un po’ d’amore” come diceva Don Pino, perché “Riparare è molto più eroico di costruire”.
Martina Crisicelli
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.