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Martin Luther King: “Un uomo per un sogno”

Quando pensiamo a Martin Luther King, le prime parole che ci vengono in mente sono: I have a dream that one day on the red hills of Georgia, the sons of former slaves and the sons … Egli le pronunciò il 28 agosto del 1963, in uno dei discorsi più famosi del ventesimo secolo, di fronte a trentamila persone riunite al Lincoln Memorial di Washington D.C., al termine di una marcia di protesta per i diritti civili: il lavoro e la libertà. Sono parole toccanti, che evocano l’immagine di una società senza discriminazioni in cui, i figli degli uomini che erano stati schiavi ed i figli degli uomini che avevano posseduto schiavi, avrebbero vissuto insieme in piena fratellanza.

King infatti credeva pienamente nell’essenza della dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti: “Tutti gli uomini sono stati creati uguali”.

Non poteva dunque accettare tutte le disuguaglianze che, nonostante  l’abolizione in America della schiavitù, continuavano ad esistere nel suo paese, dal divieto per gli uomini di colore di frequentare le medesime scuole dei bianchi, a quello di  potersi sedere su un posto qualsiasi sui mezzi pubblici,  a quello ancora di bere dalle stesse fontanelle…….Martin Luther King, giovanissimo diventò un attivista per i diritti civili e  si ispirò, nel promuovere le proteste, al principio della non-violenza così, come prima di lui aveva fatto Ghandi. Per potere portare fino a fondo le sue battaglie, dopo il matrimonio, andò a vivere con la moglie Coretta in Alabama, uno degli stati più intolleranti verso gli uomini di colore.

Quando nell’aprile del 1968 fu freddato a colpi di fucile, una luce si spense sul mondo ed il male sembrò vincere sulla terra.

La verità però è che se anche uomini giusti e pacifici come Martin Luther King e Ghandi, sono stati brutalmente assassinati, essi con i loro insegnamenti, hanno ugualmente cambiato il mondo. La violenza non riuscirà mai a fermare la loro voce ed a spegnere la nostra sete di giustizia ed uguaglianza.

Quando mi trovo di fronte a pregiudizi razziali a causa del colore della pelle di mio fratello Dialla o della mia amicizia con alcuni ragazzi di colore, penso che, nonostante tutto, la società sia molto cambiata dai tempi di King anche grazie a uomini come lui. Sono convinto comunque che ci sia ancora strada da fare e che, per percorrerla nella giusta direzione, dobbiamo ispirarci ai pensieri ed alle azioni di quegli uomini giusti e veri come loro.

 

Paolo Zaia 3F

Istituto Comprensivo Mazzini

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