Minnie, il robot che fa nascere la passione per i libri (ANSA.IT)
In due settimane bambini entusiasti della lettura
I bambini imparano meglio se hanno un amico vicino, anche se ‘artificiale’. Lo dimostra l’esperimento fatto con Minnie, il primo robot-amico dell’uomo, progettato per insegnare a leggere ai bambini. Sono bastate infatti due settimane per farli appassionare a libri e lettura, come spiega sulla rivista Science Robotics il gruppo dell’università del Wisconsin di Madison, guidato da Joseph Michaelis.
“Dopo una sola interazione, i bambini ci dicevano che era bello avere qualcuno con cui leggere. Al termine delle due settimane ci parlavano di come il robot fosse divertente, sciocco e impaurito, e di come non vedevano l’ora di vederlo di nuovo”, commenta Michaelis. Secondo i ricercatori l’apprendimento sociale, unito alla presenza di un compagno per risolvere problemi di matematica o leggere il capitolo di un libro, è un modo utile per aiutare a sviluppare negli studenti competenze e interessi, perchè ne migliora la comprensione, distribuisce il carico di lavoro e rinforza la comprensione attraverso il dialogo.
Durante la prova è stato usato un programma di lettura con 25 libri, che raggruppavano storie e abilità diversi per complessità, mentre Minnie era stata programmata per ascoltare in modo interessato. I bambini dovevano leggere ad alta voce al robot, che poteva così seguire i loro progressi nel libro e reagire alla storia, specialmente nei momenti più importanti, scegliendo tra centinaia di commenti preprogrammati, oltre a consigliare un buon libro tra i suoi titoli. Il contatto tra i piccoli e robot è cresciuto nel tempo, tanto da voler trascorrere molto più tempo con Minnie e leggendo molto più degli altri bambini che non avevano avuto la sua compagnia, perchè sentivano di capire e ricordare meglio i libri letti insieme. Secondo i ricercatori Minnie può aiutare gli studenti riluttanti a svolgere le attività di studio, e hanno già iniziato a provare una versione del robot per gli studi di scienze, sperando di fare prove più lunghe di due settimane.