Si torna a giocare per strada. Via i divieti in tante città (Rai TG3)
Roma, Genova e Torino le prime città a crederci. Sempre più Comuni favorevoli al “gioco libero”
Vita difficile in città, soprattutto d’estate, per i bambini italiani. I divieti di giocare sono ormai ovunque. Piazze, parchi, cortili dei condomini. Niente pallone, bicicletta, gioco delle bocce, pattinare e anche saltare la corda. E così, per paura di chiasso e troppo rumore, la stragrande maggioranza dei Comuni applica regole severe a scapito dei più piccoli.
Ma c’è chi non ci sta e da poco grandi città come Roma, Milano, Genova e Torino hanno cambiato i regolamenti per permettere ai bambini di giocare all’aperto. A ruota si stanno adeguando altri Comuni più piccoli favorendo il gioco libero e incentivandolo addirittura con cartelli esposti in strade e piazze.
Succede a Roccavignale, in provincia di Savona, a Cazzago vicino a Varese e anche in Puglia a Rignano Garganico, a Tagliacozzo in Abruzzo o a Monterosso Almo vicino a Ragusa. Piccole isole a misura di bambino si stanno allargando sempre più, anche se in molti posti rimangono divieti storici difficili da scardinare.
A Palermo c’è il divieto di qualunque gioco sul suolo pubblico oltre a quelli di fare le serenate o pettinarsi per strada. A Terni è proibito giocare con fionda e trottola. A Venezia si può giocare all’aperto, ma solo in determinati orari e solo se si ha meno di 12 anni. A Ponzano Veneto un Regolamento redatto nel 1932 vieta di tirare palle di neve, mentre ad Amalfi non si può andare sui trampoli.
E anche se città e paesini stanno cercando di riabilitare il gioco in piazza, in realtà la maggior parte dei bambini oggi preferisce restare a casa con tv e play station. Succede a Genova dove dal 2013 le amministrazioni hanno levato tutti i divieti. Ebbene pochi i ragazzi che ne hanno approfittato lasciando piazze e cortili inesorabilmente vuoti.