Introduzione allo studio dell’economia politica (parte seconda)
Le diverse parti dell’economia politica
Il complesso studio dell’economia in continua evoluzione implica la sua ripartizione in diversi rami. Vi sono diverse partizioni della disciplina che analizzano il comportamento economico da diversi punti di vista:
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- Microeconomia
- Macroeconomia
- Politica economica
- Scienza delle Finanze.
1) Microeconomia
La “Microeconomia” o analisi microeconomica studia il comportamento dei singoli operatori economici (struttura e funzionamento delle imprese, comportamento dei consumatori ecc.) o di singoli settori operativi (insieme di acquisti e vendite di alcune materie prime, insieme di offerta e richiesta di lavoratori in un determinato settore, etc.).
2) Macroeconomia
La “Macroeconomia” o analisi macroeconomica analizza il funzionamento dell’intero sistema economico nelle sue diverse fasi di funzionamento, studia le cause del passaggio tra le varie fasi (fase di espansione o di crisi, etc.) e gli effetti prodotti sugli operatori economici nelle varie fasi.
3) Politica economica
La “Politica economica” costituisce l’insieme delle azioni e procedimenti posti in essere dagli operatori economici siano essi privati o pubblici allo scopo di raggiungere determinate finalità (modificare i costi di acquisto di alcuni beni, ridurre le fasi di crisi di un sistema economico, etc.).
Per attuare delle azioni tendenti a modificare la realtà economica esistente è necessario conoscere approfonditamente i meccanismi dell’economia, esaminare le decisioni di gruppi di soggetti e le ripercussioni sulla collettività. Necessariamente si deve prendere in considerazione un soggetto di particolare rilievo, lo Stato visto come soggetto di decisioni economiche, che può avvalersi della sua autorità per orientare e modificare l’andamento del sistema economico del paese.
E’ questo ciò che si chiama l’intervento dello Stato in economia o Politica Economica Pubblica. Lo Stato deve raggiungere degli obiettivi di particolare rilevanza sociale, quali potrebbero essere ad esempio garantire a tutti un posto di lavoro a tutti i cittadini, una buona assistenza nei pubblici ospedali o l’istruzione gratuita. Tali obiettivi non sono perseguibili dal singolo operatore economico, che tende a raggiungere il massimo profitto individuale.
Lo Stato dunque non è un soggetto economico come tutti gli altri.
La politica economica studia principalmente i problemi delle istituzioni pubbliche, delle misure e delle scelte riguardanti l’indirizzo dei sistemi economici (o di loro parti) rispetto ai diversi obiettivi ritenuti meritevoli di essere perseguiti.
In altre parole, l’economia politica è indagine delle conoscenze analitiche della realtà. La politica economica utilizza tali conoscenze per guidare le azioni dei soggetti economici.
4) Scienza delle Finanze
La “Scienza delle finanze” è la parte dell’economia che studia l’attività svolta dallo Stato e dagli altri enti pubblici per acquisire, gestire e impiegare i mezzi monetari occorrenti per soddisfare i fini di pubblico interesse. Si concretizza quindi nella gestione dei mezzi monetari che affluiscono alla pubblica amministrazione (entrate pubbliche) e che vengono da essa erogati per il conseguimento delle finalità programmate (spese pubbliche).
È evidente in ogni caso l’interferenza di questa parte dell’economia con altre parti (Microeconomia, Macroeconomia e Politica economica) ed anche altre discipline di natura non economica (il diritto tributario, il diritto amministrativo, la contabilità pubblica, etc.), infatti, in tempi recenti si assiste ad una ridefinizione della scienza delle Finanze in Economia pubblica o Economia del settore pubblico (Public Sector Economics).
Possiamo dividere la scienza delle finanze nei seguenti ambiti:
- Lo studio del pubblico benessere (Welfare), che si occupa delle scelte politiche relative alla redistribuzione delle risorse pubbliche e delle varie motivazioni sociali che orientano tali scelte;
- lo studio degli aspetti formali (bilancio dello stato e degli altri enti pubblici);
- lo studio dell’imposizione fiscale con la disamina dei fini fiscali ed extrafiscali perseguiti con i tributi e degli effetti che essi generano sulle scelte dei contribuenti;
- l’analisi parziale dei principali settori di spesa pubblica (in part. pensioni, sanità, istruzione) che connotano l’attività della pubblica amministrazione;
- cenni sull’autonomia finanziaria degli enti locali e sul funzionamento del sistema tributario, nei suoi aspetti tecnico-operativi.
Bisogni – Beni – Servizi
Alcuni termini come Bisogni, Beni, Servizi sono molto comuni nel linguaggio corrente, ad esempio giornalmente utilizziamo la parola “bene” in funzione di aggettivo relativo ad ambienti socialmente elevati (Quartieri bene, etc.), per cominciare, riprendere o concludere un discorso (bene, possiamo iniziare … di bene in meglio …, etc.), ma in economia il loro significato è totalmente differente.
Come già detto in precedenza, nello studio dell’Economia è fondamentale l’acquisizione ed il corretto utilizzo della terminologia al fine di non generare confusione ed evitare gli errori che ne possono derivare.
In economia:
- il termine “Bisogno” definisce ogni necessità umana.
- il termine “Bene” definisce qualsiasi oggetto la cui acquisizione ed utilizzazione soddisfa un bisogno (es. pane, pasta, libro, aeromobile, etc.).
- il termine “Servizio” definisce ogni prestazione svolta in favore di un essere umano permettendogli di soddisfare un bisogno (es. intervento chirurgico, riparazione auto, etc.).
L’acquisizione di “beni” e “servizi” che soddisfano “bisogni” avviene con appositi scambi monetari con altri esseri umani o enti[1]. Talvolta accade che beni e servizi siano acquisiti per successione o donazione senza alcuno scambio monetario.
“Bisogno”
In economia il bisogno si può definire primario o secondario. Si definisce “Bisogno primario” ogni necessità umana di tipo biologico (es. la necessità di nutrirsi, di ripararsi dal freddo, di curarsi, etc.).
Si definisce “Bisogno secondario” ogni necessità non collegata con la sopravvivenza umana, ma occorrente al miglioramento della qualità della vita, alcune riguardano lo svago (la necessità di ascoltare la musica, la necessità di guardare un film, etc.), altre derivano dalla esigenza di adattarsi al grado di sviluppo tecnologico o migliorare le condizioni di lavoro (la necessità di ascoltare la radio o guardare la televisione per documentarsi, la necessità di parlare con amici o colleghi di lavoro con un telefono cellulare, etc.).
La metodologia di distinzione tra bisogno primario e secondario risulta netta e facilmente individuabile solo dal punto di vista teorico, tuttavia ha una grande influenza sulla nostra esistenza quotidiana, si pensi alle agevolazioni in materia tributaria previste per la vendita di alcuni generi alimentari considerati indispensabili per la nutrizione umana. Le applicazioni pratiche delle discipline economiche evidenziano che non è sempre facile distinguere un bisogno primario da un bisogno secondario (es. un elaboratore elettronico che può essere utilizzato sia per svolgere un’attività lavorativa che per divertimento).
“Beni e Servizi”
L’uomo soddisfa i propri bisogni consumando “Beni” o usufruendo di “Servizi”.
Si definiscono beni sono tutti gli oggetti materiali che soddisfano una necessità (es. il cibo per nutrirsi, il vestiario per ripararsi dal freddo, farmaci per curarsi, etc.).
Si definiscono servizi tutte le prestazioni che altri soggetti fanno a nostro favore e che permettono di soddisfare una necessità (es. un taglio di capelli, la riparazione di una automobile, etc.).
Le risorse naturali (legno, ferro, petrolio, etc.) sono disponibili in quantità limitata e normalmente si deve sostenere un costo per la loro acquisizione (c.d. beni economici), tranne alcune eccezioni (aria, acqua marina…) il cui ottenimento è totalmente non oneroso. Anche la capacità lavorativa dell’uomo è limitata.
Se le risorse naturali vengono utilizzate per produrre determinati beni o prestare determinati servizi non potranno essere sfruttate per ottenere altri, per cui si devono scegliere i beni ed i servizi da produrre. Normalmente si sceglie di produrre quei beni o prestare quei servizi, che sono parzialmente disponibili in natura e che hanno l’attitudine fisica ad essere utilizzati dal maggior numero di consumatori.
“Caratteristiche e classificazione dei Beni”
I beni economici sono disponibili in quantità limitata e occorre sostenere un costo per acquisirli. I beni non economici invece sono disponibili in quantità illimitata e non è necessario sostenere alcun costo per acquisirli. Ad esempio l’acqua di una sorgente è un bene non economico in quanto è disponibile in quantità illimitata e non bisogna sostenere un costo per averla.
Caratteristiche dei beni economici:
–scarsità: sono presenti in quantità limitata
–onerosità: occorre sostenere un costo per acquisirli
–utilità: devono essere idonei al soddisfacimento dei bisogni
–accessibilità: devono essere raggiungibili con i normali mezzi disponibili per gli esseri umani
Classificazione dei beni economici:
Beni materiali: dotati di consistenza fisica
Beni immateriali: non hanno consistenza fisica
Beni mobili: possono essere trasferiti da un luogo all’altro
Beni immobili: non possono essere trasferiti
Beni durevoli: possono essere utilizzati più di una volta
Beni non durevoli: possono essere utilizzati una volta sola
Beni di consumo: sono destinati al soddisfacimento diretto dei bisogni (es. bevanda)
Beni strumentali: sono destinati al soddisfacimento indiretto dei bisogni in quanto servono a produrre altri beni o servizi (es. impianto necessario per l’imbottigliamento delle bevande).
Classificazione dei servizi:
Servizi individuali: Richiesti ed utilizzati da un singolo essere umano
Servizi collettivi: Richiesti ed utilizzati da un gruppo di esseri umani
Servizi privati : Richiesti ed utilizzati da singoli cittadini
Servizi pubblici: Richiesti ed utilizzati da intere comunità
1 Ente o entità = entità astratta esistente e considerata dagli esseri umani quale entità reale per la sua attività formale svolta da persone fisiche che agiscono in nome e per conto dell’ente al fine di raggiungere un obbiettivo prestabilito, sia esso di interesse privato (c.d. enti privati, società commerciali, etc.) o pubblico (comune, regione, stato, etc.).