lunedì, Dicembre 23, 2024
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Introduzione allo studio del diritto (parte seconda)

LO STATO ED I SUOI ELEMENTI COSTITUTIVI

Lo Stato è un ente sovrano costituito da un popolo stanziato su un territorio. Lo Stato non è una realtà materiale che si può percepire con i sensi, ma un’organizzazione capace però di azioni molto concrete.

POPOLO

L’elemento essenziale di qualsiasi Stato è il popolo. Lo Stato infatti nasce dal bisogno di far convivere ogni singolo individuo che fa parte del popolo e che viene chiamato cittadino.  Un cittadino è colui che fa parte attivamente della vita dello Stato. La cittadinanza, invece, è un concetto giuridico. Per cittadinanza si intende l’insieme delle situazioni giuridiche risultante dai diritti e dai doveri del singolo nei confronti dello Stato. La cittadinanza, è un particolare tipo di rapporto che si instaura tra i cittadini e lo Stato, da cui sono esclusi gli stranieri. L’acquisto della cittadinanza si basa essenzialmente su due criteri:

Ius sanguinis (diritto di nascita).

Ius loci (diritto derivante dal luogo di nascita o di residenza).

La nazionalità, invece, è il concetto che comprende tutti coloro che si riconoscono in una lingua, in una storia e in una cultura comune. Negli Stati Nazionali la cittadinanza coincide con la nazionalità.

Lo Stato e i suoi elementi costitutivi: riassunto

TERRITORIO

Importante per lo Stato, non è semplicemente l’esistenza di un popolo, ma quella di un popolo situato su un territorio.

Il territorio dello Stato è composto:

– Dalla superficie terrestre compresa entro i confini.

– Dalle acque territoriali, costituite dalla fascia di mare che circonda la terra e dal fondo marino esterno al mare territoriale, entro 200 metri di profondità, il cui sfruttamento economico è riconosciuto allo Stato costiero. Oltre le acque territoriali, vi sono le acque internazionali, dove esiste libertà di navigazione per tutti secondo le norme del diritto internazionale.

– Dallo spazio aereo, nel limite dell’atmosfera, e dal sottosuolo, fin dove è raggiungibile.

– Dalle navi e dagli aerei dello Stato, anche quando si trovano fuori dal mare territoriale o dallo spazio aereo.

– Dalle ambasciate e sedi diplomatiche di uno stato anche se site in territorio straniero.

In tutto il proprio territorio lo Stato può esercitare i suoi poteri; ad eccezione delle sedi diplomatiche degli altri Stati (ambasciate) che godono della garanzia della extraterritorialità, prevista dal diritto internazionale per garantire la piena libertà di azione ai rappresentanti degli Stati esteri.

LA SOVRANITA’

La sovranità dello Stato si divide in:

  • Sovranità interna: supremazia rispetto a tutti i soggetti che operano al suo interno. Solo lo Stato produrre le leggi e imporle, se necessario, con la forza. Lo Stato ha il monopolio della forza legittima in quanto usa la forza di cui dispone solo quando le leggi che esso stesso ha stabilito vengono violate.
  • Sovranità esterna: indipendenza dal punto di vista internazionale, rispetto agli altri Stati. Questa si realizza quando lo Stato è in grado di respingere le interferenze di altri Stati nei propri “affari interni”. La sovranità esterna porta a quella che viene chiamata: comunità internazionale, cioè l’insieme degli Stati che si riconoscono reciprocamente la piena indipendenza dal punto di vista giuridico.

LE DIVERSE FORME DI STATO

Per forma di Stato si intende il modo in cui lo Stato risulta strutturato nella sua totalità, ed in particolare il modo in cui si atteggiano i rapporti tra gli elementi costitutivi del medesimo, con particolare riferimento al rapporto tra governanti e governati.

Cenni storici

Un’analisi storica sulle forme di Stato (e anche su quelle di governo) deve necessariamente partire dalla fine del Medioevo, quando in tutta Europa si affermano i regimi delle monarchie nazionali, con essa si può iniziare a parlare di stato in senso moderno, che alle sue origini si incarna nella forma dello stato assoluto.

Si può affermare che forma di Stato e forma di governo è concetto impiegato per indicare il modo di essere del rapporto tra stato-autorità e stato-società, avendo particolarmente riguardo, rispettivamente, all’aspetto finalistico e all’aspetto strumentale.

Tipologie di Stato

Stato assoluto

Caratteristica fondamentale dello Stato assoluto è la concentrazione della sovranità (potere legislativo, esecutivo e potere giudiziario) nella persona del Re o del Monarca. Lo Stato nazionale è nato come Stato assoluto.

Si parla di totalitarismo quando il regime tenta anche di controllare capillarmente la società in tutti gli ambiti di vita, imponendo l’assimilazione di un’ideologia.

Stato di diritto

È la forma di Stato da cui derivano gli stati moderni democratici. Si fonda sul riconoscimento dei diritti dei cittadini, nascendo con la Rivoluzione francese e l’emanazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino come abolizione dello Stato Assoluto e della feudalità.

Stato liberale

Sul continente europeo, in virtù di cause contingenti di carattere economico, della perdita delle prerogative della nobiltà, a fronte del mantenimento dei suoi privilegi, e dell’aumento della tassazione e delle imposte, lo Stato di polizia entra progressivamente in crisi.

Inizia a svilupparsi lo Stato liberale e, tale modello venne introdotto in Francia in seguito agli eventi della rivoluzione iniziata nel 1789.

Questa forma di Stato supporta la nascita e l’affermazione della classe borghese ed assume le finalità di questa.

Considerata la legittimazione al potere degli organi statali, si sviluppano i concetti di nazione e di sovranità nazionale (e quello distinto, ma collegato, di unità della nazione raggiunta per il tramite dei suoi rappresentanti).

Ma lo Stato liberale, che si propone di assicurare la libera esplicazione e la massima estensione dei ceti detentori delle forze economiche e di garantire il mantenimento dello status quo, riservando i diritti politici agli appartenenti della classe dominante, contiene al suo interno le contraddizioni che porteranno al suo superamento.

Stato socialista

Per la teoria marxista lo Stato è destinato a estinguersi, quando sarà completato il passaggio alla nuova società comunista, strumento superfluo di oppressione di classe in una società dove le classi sociali stesse si sono estinte. Anche nel periodo di transizione lo Stato è, per il comunismo, sempre classista, strumento autoritario per esercitare il potere politico di una classe dominante. Nel caso del periodo post-rivoluzionario, tale classe è il proletariato che esercita il suo potere politico contro la classe borghese e i residui delle altre classi reazionarie.

Dalla natura strettamente classista dello Stato deriva, secondo il comunismo, la inevitabilità di spezzare lo Stato borghese con la violenza e l’autorità della rivoluzione e delle sue conseguenze (sempre Lenin affermava: «Lo Stato borghese non muore, ma è annientato dal proletariato nel corso della rivoluzione…») e la necessità della dittatura del proletariato, di uno Stato ancora più forte per annientare la borghesia resistente («…tra la società capitalistica e la società comunista, si pone il periodo rivoluzionario di trasformazione dalla prima nella seconda, cui corrisponde un periodo di transizione nel quale lo Stato non potrebbe essere altro se non la dittatura rivoluzionaria del proletariato» secondo Karl Marx).

La Sinistra Comunista Italiana teorizzò negli anni della sua esistenza anche la prospettiva di una forma intermedia tra Stato capitalista e dittatura del proletariato, un regime di controllo operaio. Tale fase si caratterizza per l’avvenuta conquista del potere politico da parte del proletariato (dunque della vittoria della guerra di classe rivoluzionaria contro la borghesia), ma contestualmente per il permanere di caratteri capitalistici nella società a causa della loro insostituibilità nell’immediato (permanenza in alcune situazioni della forma di azienda, della moneta e del salario in denaro, di un certo livello di parlamentarismo e di dualismo di potere, ecc.). Gradualmente la società però si sarebbe sempre di più impadronita direttamente di tutta la produzione, avrebbe superato ogni forma di parlamentarismo e ideologia borghese e la classe operaia si sarebbe polarizzata e unificata nella sua interezza nel programma comunista, preparando così la fase della dittatura del proletariato vera e propria, ad opera del suo partito comunista.

Stato fascista

Lo Stato fascista era uno Stato totalitario (totalmente unitario), in quanto il potere politico fu concentrato nelle mani di un solo partito che assunse il controllo di tutti i settori della vita nazionale (monopartitismo). Si era sviluppato a partire dal rifiuto della concezione liberal-democratica, che riduce lo Stato a mero garante degli interessi particolari, affermandone invece la preminenza morale (Stato etico):

“Lo Stato è un assoluto, mentre gruppi e individui sono il relativo; gruppi e individui sono pensabili solo all’interno dello Stato.”

Nello Stato fascista le elezioni e le libertà civili e politiche vennero abolite. La stampa fu sottoposta a censura e la libertà di pensiero fu fortemente limitata. I lavoratori vennero inquadrati in un sindacato unico controllato dal governo e lo sciopero fu proibito, in ottemperanza all’idea dello Stato quale Unità assoluta, fondandosi su principi spirituali (concetto di Stato etico fascista), teso ad eliminare la pluralità di particolarismi, retaggio dello spirito borghese, che minano nelle fondamenta la solidità della Comunità.

Stato confessionale

Questo tipo di ordinamento non accetta la divisione tra stato e religione infatti il suo potere statale si fonda su di essa. Oggi lo troviamo nello stato islamico dove viene applicata la sharia (norme tratte dal Corano e dagli insegnamenti di Maometto)

Stato sociale

Dopo la crisi dell’economia mondiale avvenuta a causa del crollo di Wall Street, lo Stato interviene sempre di più nell’economia e vengono riconosiuti i diritti sociali (tra i fini dello stato entrano a far parte le prestazioni sociali).

Stato democratico

Gli elementi che caratterizzano lo Stato democratico sono la sovranità popolare, il pluralismo politico e il riconoscimento anche sostanziale dei diritti di libertà e di uguaglianza. Infatti, la nascita di uno spirito di classe nei ceti non possidenti, accompagnata da un processo di trasformazione che tende a realizzare il principio democratico (inizialmente, soltanto a livello sociale, mediante una politica assistenziale), porta allo sviluppo dello Stato liberale in Stato democratico, caratterizzato:

  • politicamente dalla piena partecipazione di tutti i cittadini alla determinazione delle politiche nazionali generali;
  • socialmente dall’intervento statale nei rapporti socioeconomici per modificarne l’assetto in favore di alcuni gruppi o classi: non eliminando i presupposti, ma gli effetti del meccanismo di accumulazione del capitale (attraverso un sistema tributario progressivo e, per il tramite di esso; si attua il finanziamento del cosiddetto welfare state), tanto da essere definito anche come stato sociale.

Stato Fascista

In numerosi paesi del continente europeo, tuttavia, la progressiva evoluzione verso forme democratiche viene osteggiata dai ceti dominanti borghesi, i quali abbandonano le idee liberali di cui si erano serviti per arrivare al potere, e tendono a recuperare istituzioni di governo autoritarie proprie del previgente stato di polizia, in particolare l’abrogazione delle garanzie dello stato di diritto. Sorgono così numerosi casi di Stato autoritario. Nel Novecento tale forma di stato dilaga, trovando terreno fertile nei gravissimi problemi sociali lasciati dal primo conflitto mondiale.

Il fascismo, regime totalitario-nazionalista che prevedeva un assoggettamento attivo del singolo alla collettività, raggiunge i vertici del potere in Italia e su tale esempio si impone nella gran parte delle nazioni dell’Europa centrale e meridionale.

Sarà il disastro della seconda guerra mondiale a sradicare tale forma di stato, i cui modelli residui (Spagna, Portogallo) scompariranno negli anni settanta onde riprendere la via democratica.

Stato Comunista

Nel corso del Novecento si sviluppa il modello alternativo dello Stato comunista basato sull’ideologia comunista. In uno Stato socialista i mezzi di produzione di beni e ricchezze come industrie e terreni sono di proprietà dello Stato, non esistendo la proprietà privata.

L’ultimo scorcio del Novecento vede comunque la totale vittoria del modello democratico liberale in tutto il mondo sviluppato, relegando le forme di governo autoritarie nei paesi del Terzo Mondo.

Stato moderno

Ad oggi si tende a considerare come Stato Moderno uno stato democratico regolato da una Costituzione e dal diritto secondo il principio di separazione dei poteri, nella forma di una democrazia rappresentativa con a capo un Capo di Stato, amministrato attraverso un parlamento eletto democraticamente, da un governo centrale (più gli enti locali) che presiedono il potere esecutivo attraverso la decisioni politiche e con la magistratura che esercita il potere giudiziario.

Appartengono a questa forma di Stato la Repubblica parlamentare, la Repubblica presidenziale, la Repubblica semipresidenziale e la Monarchia parlamentare. In esso convergono dunque lo Stato di diritto, lo Stato liberale e in molti casi anche lo stato sociale.

Il Rapporto tra stato e Cittadini nella Storia

La Magna Charta Libertatum, sebbene essa vada inscritta nel quadro di una giurisprudenza feudale, è stata interpretata a posteriori come il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini.

La Magna Charta Libertatum (dal latino medievale, “Grande Carta delle libertà”), comunemente chiamata Magna Carta, è una carta accettata il 15 giugno 1215 dal re Giovanni d’Inghilterra. Redatta dall’Arcivescovo di Canterbury per raggiungere la pace tra l’impopolare re e un gruppo di baroni ribelli, garantì la tutela dei diritti della chiesa, la protezione ai baroni dalla detenzione illegale, la garanzia di una rapida giustizia e la limitazione sui pagamenti feudali alla corona.

magna carta

Fu chiamata magna per non confonderla con un provvedimento minore, una carta emanata proprio in quegli anni per sancire una serie di limiti al potere del sovrano inglese.

Pur presentandosi, quindi, come un atto di concessione unilaterale da parte del re, costituiva, in realtà, un contratto di riconoscimento di diritti reciproci.

Benché la Magna Carta sia stata più volte modificata, nel corso dei secoli, da leggi ordinarie emanate dal parlamento, conserva tuttora lo status di Carta fondamentale della monarchia britannica.

La Costituzione degli Stati Uniti d’America

La Costituzione degli Stati Uniti d’America è la legge suprema degli Stati Uniti d’America.

costituzione-americana

Venne completata lunedì 17 settembre 1787, con la sua adozione da parte della convenzione di Filadelfia nell’omonima città, e venne successivamente ratificata da speciali “Convenzioni” convocate a tale proposito in ognuno dei tredici stati esistenti all’epoca. Entrò in vigore nel 1789, ed è servita da modello per diverse costituzioni adottate da altre nazioni. La Costituzione creò un governo maggiormente unificato, al posto di quello che era un gruppo di stati indipendenti che operavano sotto gli Articoli della Confederazione. È la Costituzione più antica ancora in vigore. Una scrittura originale della Costituzione è in mostra negli Archivi Nazionali di Washington.

Il Rapporto Stato-Cittadini in Italia

Lo Statuto Albertino

In Italia il rapporto tra lo Sato ed i cittadini era prima regolato prima dallo Statuto del Regno o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848 (noto come Statuto Albertino, dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia), fu la costituzione adottata dal Regno di Sardegna il 4 marzo 1848 a Torino.

Lo Statuto Albertino, in quanto costituzione flessibile, poteva essere modificato o integrato con legge adottata secondo la procedura ordinaria. Le leggi costituzionali infatti, sono presenti nell’ordinamento italiano solo a partire dalla Costituzione repubblicana del 1948 che è rigida.

Nel preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto viene definito come «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda». Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d’Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido fino all’entrata in vigore della Costituzione, il 1º gennaio 1948.

La Costituzione della Repubblica Italiana

Principi Fondamentali (Artt. 1- 12)

Diritti e Doveri dei Cittadini Rapporti Civili (Artt. 13-28)

Diritti e Doveri dei Cittadini Rapporti Etico – sociali (Artt. 29-34)

In questi articoli della nostra costituzione si trattano le tematiche della famiglia, considerato quale nucleo fondamentale della società italiana attuale. Assumono particolare rilevanza in tema di famiglia le altre norme che hanno introdotto in Italia il divorzio e la riforma del 1975.

Diritti e Doveri dei Cittadini Rapporti Economici (Artt. 35-47)

In questi articoli della nostra costituzione si trattano le tematiche del lavoro. Assumono particolare rilevanza in tema di lavoro altre norme che hanno introdotto in Italia lo Statuto dei lavoratori e le numerose norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Diritti e Doveri dei Cittadini Rapporti Politici (Artt. 48-54)

In questi articoli della nostra costituzione si trattano le tematiche dei diritti fondamentali di ogni cittadino.

Dovere di difesa della Patria (art. 52) Dovere Tributario (art. 53) Dovere di fedeltà (art. 54)

Ordinamento della Repubblica Il Parlamento (Art. 55-82)

Ordinamento della Repubblica Il Presidente della Repubblica (Artt. 83-91)

Ordinamento della Repubblica Il Governo e la Pubblica Amministrazione (Artt. 92-100)

Ordinamento della Repubblica La Magistratura (Artt. 101-113)

Ordinamento della Repubblica Le Regioni, Le Province, I Comuni (Artt. 114-133)

Le Garanzie Costituzionali (Artt. 134-139)

Disposizioni transitorie e finali

 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite

L’Organizzazione delle Nazioni Unite, in sigla ONU o UN (inglese), spesso abbreviata in Nazioni Unite, è un’organizzazione intergovernativa a carattere internazionale con sede a New York nel Palazzo di Vetro.

ONU nel 1945

All’organizzazione, nata il 24 ottobre 1945 sulla scia della vecchia Società delle Nazioni, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, con l’entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite, aderiscono 193 Stati del mondo sul totale dei 196 riconosciuti sovrani.

L’ingresso dei vari stati nell’ONU

L’ONU venne fondata con una conferenza internazionale apertasi il 25 aprile 1945 a San Francisco e conclusasi il 26 giugno con la firma dello Statuto delle Nazioni Unite da parte di 50 Stati. La prima sede fu a San Francisco.

Lo Statuto entrò in vigore il 24 ottobre, dopo la ratifica da parte dei 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e della maggioranza degli altri Stati firmatari, sancendo così l’effettiva nascita dell’ONU. La data del 24 ottobre è stata poi scelta come Giornata delle Nazioni Unite.

I membri permanenti del Consiglio di sicurezza sono i cinque principali Stati usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale:

  • Cina
  • Francia
  • Regno Unito
  • Russia (precedentemente  URSS)
  • Stati Uniti

La prima assemblea generale, con la presenza di 51 Stati, si tenne il 10 gennaio 1946 a Londra. Già dal 1945 fu istituita dall’ONU la FAO (Food and Agricolture Organization), allo scopo di ridurre i problemi della fame nel mondo.

L’articolo 1 e 2 dello Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che l’organizzazione internazionale si è prefissata:

  1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
  2. Promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare ad una rottura della pace;
  3. Sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza tra gli Stati e l’autodeterminazione dei popoli;
  4. Promuovere la cooperazione economica e sociale;
  5. Promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui;
  6. Promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
  7. Promuovere il rispetto per il diritto internazionale ed incoraggiarne lo sviluppo progressivo e la sua codificazione.

Stati membri

Oggi ne fanno parte 193 paesi più altri due soggetti, la Santa Sede e la Palestina, presenti con lo status di Osservatori Permanenti.

Stati non membri

  • Taiwan, estromesso dall’ONU nel 1971 per permettere alla Repubblica Popolare Cinese di entrarvi.

Godono dello status di osservatore permanente come Stato non membro:

  • la Santa Sede dal 6 aprile 1964;
  • lo Stato di Palestina dal 29 novembre 2012, rappresentata dall’ANP e precedentemente, come entità, dall’OLP.

Il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) ha ottenuto lo status di “membro osservatore” dell’assemblea generale il 24 agosto 1994.

Organizzazioni intergovernative

  • Organizzazioni Intergovernative con uffici permanenti presso le sedi ONU (19 in totale)

Tra queste: l’Unione europea, la Lega araba, il Segretariato del Commonwealth, l’Organizzazione della cooperazione islamica, l’Unione africana, la Comunità Caraibica e l’Interpol.

  • Organizzazioni Intergovernative prive di uffici permanenti presso le sedi ONU (50 in totale) Tra queste la Comunità degli Stati Sahelo-Sahariani.
  • Altre entità con uffici ONU (4 in totale)

Tra queste: la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale e il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta.[9]

Organi principali

L’articolo 7 (capitolo III) dello Statuto delle Nazioni Unite istituisce gli organi principali indispensabili per il funzionamento e il governo dell’organizzazione; accanto a questi esistono una serie di enti come agenzie specializzate, fondi, commissioni e programmi collegati all’ONU ma in alcuni casi autonomi.

Assemblea Generale

L’Assemblea Generale è il principale e più rappresentativo dei sei organi istituzionali di cui si compone l’Organizzazione delle Nazioni Unite. È formata dai rappresentanti di tutti gli Stati aderenti alle Nazioni Unite, gli Stati hanno tutti il diritto di voto. L’Assemblea Generale si occupa di questioni fondamentali per cui le è stata attribuita competenza in base al trattato istitutivo quali: adesione, sospensione o espulsione di Stati membri, questioni relative al bilancio e, nel caso il Consiglio di Sicurezza non possa agire, può sostituire quest’ultimo nella sua responsabilità primaria relativa a violazione della pace, minaccia alla pace e atti di aggressione grazie ad una risoluzione del 1950. Ogni Stato ha il diritto ad avere 5 rappresentanti nell’Assemblea ma dispone di un solo voto. L’Assemblea, secondo la Carta di San Francisco, non può fare uso della forza contro i Paesi ma può solo fare loro delle segnalazioni e raccomandazioni, ad eccezione della competenza prevista in caso di enerzia sopra menzionata del Consiglio di Sicurezza.

Enti istituiti dall’Assemblea generale

  1. N.C.T.A.D. – Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Ginevra, Svizzera)
  2. N.D.P. – Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (New York, Stati Uniti d’America)
  3. N.I.F.E.M. – Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne (New York, Stati Uniti d’America)
  4. N.V. – Volontari delle Nazioni Unite (Bonn, Germania)
  5. N.E.P. – Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Nairobi, Kenya)
  6. N.F.P.A. – Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (New York, Stati Uniti d’America)
  7. N.H.A.B.I.T.A.T. – Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (Nairobi, Kenya)
  8. N.H.C.R. – Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Ginevra, Svizzera)
  9. N.H.C.H.R. – Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ginevra, Svizzera)
  10. N.I.C.E.F. – Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (New York, Stati Uniti d’America)
  11. N.O.D.C. – Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Vienna, Austria)
  12. F.P. – Programma alimentare mondiale (Roma, Italia)
  13. N.S.T.R.A.W. – Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca e la formazione del progresso delle donne (Santo Domingo, Repubblica Dominicana)
  14. N.I.C.R.I. – Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (Torino, Italia)
  15. N.I.D.I.R. – Istituto di ricerca delle Nazioni Unite sul disarmo (Ginevra, Svizzera)
  16. N.I.T.A.R. – Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Ginevra, Svizzera)
  17. N.R.I.S.S.D. – Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale (Ginevra, Svizzera)
  18. N.H.C.O. – Organizzazione delle Nazioni Unite per i problemi sanitari (New York, Stati Uniti d’America)
  19. N.S.S.C. – Staff college del sistema delle Nazioni Unite (Torino, Italia)
  20. O.P.U.O.S. – Commissione delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (New York, Stati Uniti d’America)
  21. N.A.I.D.S. – Programma delle Nazioni Unite per l’AIDS/HIV (Ginevra, Svizzera)
  22. N.O.O.S.A. – Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (New York, Stati Uniti d’America)
  23. N.O.P.S. – Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ed i progetti (New York, Stati Uniti d’America)
  24. N.U. – Università delle Nazioni Unite (Tokyo, Giappone)
  25. N.C.I.T.R.A.L. – Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (New York, Stati Uniti d’America)
  26. T.C.I.L.O. – Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ginevra, Svizzera)
  27. N.R.W.A. – Agenzia delle nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione

Il Consiglio di sicurezza

Il Consiglio di sicurezza è composto da 15 stati, di cui 5 sono i membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina) e i restanti 10 vengono eletti a rotazione ogni due anni dall’assemblea generale. Per quanto riguarda i membri permanenti, che fino al 1966 erano gli unici presenti nel Consiglio di sicurezza, va ricordato che la Russia ha sostituito l’Unione Sovietica nel 1992 e la Repubblica popolare cinese ha sostituito Taiwan nel 1970.

Il Consiglio di sicurezza è sempre in funzione e ha il compito di adottare tutti i provvedimenti per mantenere pace e sicurezza internazionale e deve intervenire per evitare che i contrasti fra i Paesi degenerino in conflitti e, in caso di guerra, fare tutto il possibile per ristabilire la pace.

Le decisioni del Consiglio di sicurezza sono approvate se ottengono il voto favorevole della maggioranza dei componenti, compreso quello di tutti i membri permanenti. Ogni membro permanente ha il diritto di veto, cioè la possibilità di impedire l’adozione di un provvedimento, anche contro il parere degli altri 14 membri. I 5 membri permanenti hanno dunque un ruolo dominante. In caso di mancato rispetto delle delibere, il Consiglio di sicurezza può decidere di sospendere le relazioni diplomatiche, e può applicare sanzioni economiche (tra cui i cosiddetti embarghi).

Tribunali istituiti dal Consiglio di sicurezza

  • Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia (TPIJ): L’Aia Paesi Bassi
  • Tribunale penale internazionale per il Ruanda (TPIR): Arusha, Tanzania
  • Corte speciale per la Sierra Leone (CSSL): Freetown, Sierra Leone
  • Tribunale speciale della Cambogia (TSC): Phnom Penh, Cambogia

Segretariato

Il Segretariato è uno degli organi principali dell’Organizzazione: è guidato dal segretario generale delle Nazioni Unite ed è costituito da un insieme di uffici e dipartimenti finalizzati alla gestione amministrativa dell’ONU. Il segretario generale dispone di un vasto apparato burocratico per lo svolgimento delle proprie funzioni: in base allo Statuto, lo status dei funzionari, il loro reclutamento e i vari aspetti del rapporto d’impiego sono stabiliti dall’Assemblea Generale con apposite norme. Inoltre il personale del Segretariato non può ricevere istruzioni da alcun governo in quanto indipendente e viene scelto in base a criteri di efficienza, integrità e imparzialità. Il segretario generale è il leader dell’Organizzazione, l’alto funzionario amministrativo e viene nominato dall’Assemblea Generale dopo esser stato raccomandato dal Consiglio di sicurezza; può portare all’attenzione del Consiglio di sicurezza qualsiasi disputa o situazione che ritiene critica, al fine di mantenere la pace nel mondo. Il mandato dura cinque anni.

L’Unione europea

L’Unione europea (abbreviata in UE) è un’organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale, che comprende 28 paesi membri indipendenti e democratici.

La sua formazione risale al trattato di Roma del 25 marzo 1957.

La denominazione attuale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993).

L’istituzione ufficiale al 2002 con l’avvento della valuta unica ed il successivo trattato di Lisbona, dopo un lungo percorso intrapreso dalle Comunità europee precedentemente esistenti e attraverso la stipulazione di numerosi trattati, che hanno contribuito al processo di integrazione europea.

L’Unione garantisce la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali all’interno del suo territorio attraverso un mercato europeo comune e la cittadinanza europea, promuove la pace, i valori e il benessere dei suoi popoli, lotta contro l’esclusione sociale e la discriminazione, favorisce il progresso scientifico e tecnologico e mira alla stabilità politica, alla crescita economica e alla coesione sociale e territoriale tra gli stati membri, cercando di attenuare le differenze socio-economiche tra i vari stati membri e incrementarne il benessere socio-economico.

 

Competenze

Le competenze dell’Unione europea spaziano dalle politiche economiche (agricoltura e commercio) agli affari esteri, alla difesa e alla protezione ambientale, con una politica agraria comune, una politica estera comune e la presenza di fondi strutturali per il raggiungimento degli obiettivi socio-economici preposti. In alcuni di questi campi tali funzioni la rendono dunque simile a una federazione di stati (per es. per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali), mentre in altri settori l’Unione è più vicina a una confederazione (mancando di una Costituzione, ordinamento giuridico, politica interna e politica industriale comuni) o a un’organizzazione politica sovranazionale (come per la politica estera).

Le politiche di unione economica e monetaria dell’Unione europea hanno portato nel 2002 all’introduzione di una moneta unica, l’euro, attualmente adottato da 19 stati dell’Unione, che formano la cosiddetta eurozona, con una politica monetaria comune regolata dalla Banca Centrale Europea (BCE).

Il 12 ottobre 2012 è stata insignita del premio Nobel per la pace, con la seguente motivazione: «per oltre sei decenni ha contribuito all’avanzamento della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa».

Contesto storico

La costituzione di entità statali o parastatali che comprendessero l’intero territorio europeo può essere fatta risalire a periodi storici ben antecedenti rispetto alla fondazione dell’Unione europea. Il primo organismo di tale genere fu l’Impero romano, esempi successivi includono l’Impero dei Franchi di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero (una struttura meno omogenea, che era caratterizzata da un’amministrazione decentrata) e l’unione doganale che si venne a creare sotto il dominio di Napoleone dopo l’anno 1800.

Una delle prime proposte di riunificazione pacifica del continente sotto l’egida di un’unica istituzione sovranazionale fu guidata dalla determinazione a completare rapidamente la ricostruzione dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale ed eliminare l’eventualità di nuovi, futuri conflitti fra le sue nazioni. Esemplare in tal senso fu il Manifesto di Ventotene, redatto al confino da Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed Altiero Spinelli.

Accordi preliminari

Dopo la seconda guerra mondiale, l’integrazione europea apparve come un antidoto ai nazionalismi estremi che avevano precedentemente devastato il continente. Winston Churchill tenne nel 1946 un discorso all’Università di Zurigo predicendo la costituzione degli stati uniti d’Europa. Nel 1952 sorse la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, il primo accordo dell’integrazione europea. Il trattato instaurò un mercato comune del carbone e dell’acciaio, abolendo le barriere doganali e le restrizioni quantitative che frenavano la libera circolazione di queste merci; soppresse nello stesso modo tutte le misure discriminatorie, aiuti o sovvenzioni che erano accordati dai vari stati alla propria produzione nazionale Il principio di libera concorrenza permetteva il mantenimento dei prezzi più bassi possibili, pur garantendo agli stati il controllo sugli approvvigionamenti.

Trattato di Roma

La prima unione doganale fra paesi europei, la cosiddetta Comunità economica europea, CEE, fu istituita mediante il Trattato di Roma del 1957. Parallelamente alla CEE, venne istituito l’EURATOM, la comunità europea dell’energia atomica.

Nel 1979 furono proclamate le prime elezioni democratiche del parlamento europeo a suffragio universale. Nel 1981 si unirono alla Comunità europea anche Spagna, Grecia e Portogallo. Nel 1985, esternamente alla comunità europea, si concluse l’accordo di Schengen. Nel 1987 entra in vigore la cooperazione politica europea, formalizzata precedentemente nell’atto unico europeo. Nel 1990 avvenne di fatto il primo allargamento ai paesi del blocco sovietico, con l’unificazione della Germania successivamente alla caduta del muro di Berlino.

Trattato di Maastricht

Nel 1992 il trattato di Maastricht pose le basi per una più solida integrazione, dando vita alla Comunità europea.

 

Istituzioni

L’Unione europea si articola intorno alle istituzioni inizialmente previste nell’ambito delle Comunità europee e dei suoi organi specifici.

Gli organi principali dell’Unione sono le cosiddette “sette istituzioni”, riorganizzate dal trattato di Lisbona:

  • la Commissione europea rappresenta gli interessi generali dell’UE, è formata da un Commissario per Stato membro, con sede a Bruxelles. Dura in carica cinque anni, compreso il Presidente: i componenti sono nominati dal Consiglio europeo, ma devono avere l’approvazione del Parlamento europeo. Detiene il potere esecutivo e quello di iniziativa legislativa;
  • il Parlamento europeo, composto dai rappresentanti dei cittadini degli stati membri eletti a suffragio universale diretto (prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona si faceva riferimento ai popoli dell’unione) da tutti i cittadini dell’Unione ogni cinque anni, compreso il presidente che per prassi rimane in carica due anni e mezzo. Ai sensi del Trattato ha sede a Strasburgo, città della Francia, ma svolge i suoi lavori anche a Bruxelles (dove si trova un altro emiciclo) e a Lussemburgo (sede del segretariato). Ogni singolo Stato stabilisce in autonomia le modalità di svolgimento delle elezioni e il metodo di ripartizione dei seggi. Condivide il potere legislativo insieme al Consiglio dell’Unione europea, con funzioni simili a quelle di una “camera bassa”;
  • il Consiglio dell’Unione europea (o “Consiglio dei ministri”), formato da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale che si occupa della stessa materia a livello statale (ad esempio al Consiglio dei ministri convocato per urgenza economica parteciperanno tutti i ministri dell’economia, ambientale quelli dell’ambiente ecc.), con sede a Bruxelles. La presidenza è assegnata a uno Stato membro e ruota ogni 6 mesi. Detiene il potere legislativo insieme al Parlamento europeo, con funzioni simili a quelle di una “camera alta”;
  • il Consiglio europeo comprende un rappresentante per ogni stato: il Capo di Stato (se si tratta di repubbliche semipresidenziali o presidenziali) o quello di Governo (se si tratta di monarchie o repubbliche parlamentari). I capi di Stato e di governo sono assistiti dai ministri degli esteri e da un membro della Commissione, con sede a Bruxelles. Il Presidente, nominato dal Consiglio europeo stesso, dura in carica due anni e mezzo. Ha la funzione di dare un indirizzo generale alle politiche europee;
  • la Corte di giustizia dell’Unione europea, vigila sull’applicazione del diritto dell’Unione europea, con sede a Lussemburgo;
  • la Corte dei conti europea, verifica il finanziamento delle attività dell’UE, con sede a Lussemburgo;

La Banca centrale europea, è responsabile per la politica monetaria europea, con sede a Francoforte sul Meno.

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