venerdì, Novembre 22, 2024
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“EDIPO A COLONO”: la tragedia del dolore e del riscatto

In occasione del progetto “Incontro con l’arte greca”, anche quest’anno gli allievi del “Majorana” di Milazzo hanno assistito ad una delle rappresentazioni classiche, organizzate dall’INDA presso il teatro greco di Siracusa.

In uno scenario sempre suggestivo e “meravigliosamente” antico un gruppo numeroso di allievi del “Majorana” di Milazzo, accompagnati dai docenti, ha assistito, con l’indiscutibile compostezza e l’attenta partecipazione che li contraddistingue, ad una delle rappresentazioni classiche messe in scena dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, in occasione della 54a edizione dell’iniziativa.

La scelta tra le opere proposte è caduta sull’Edipo a Colono di Sofocle, dramma potente e raffinato, scritto dal tragediografo intorno al 406 a.C. e prosecuzione della vicenda raccontata dallo stesso autore nell’Edipo re. Edipo vecchio e cieco giunge al bosco sacro delle Eumenidi a Colono, nei pressi di Atene, con la figlia Antigone. Un oracolo gli ha predetto che qui finiranno i suoi giorni. Gli abitanti del luogo, scoperta la sua identità vorrebbero allontanarlo ma il re di Atene Teseo gli concede ospitalità e protezione. L’altra figlia Ismene giunge annunciando che a Tebe i due figli maschi di Edipo, Eteocle e Polinice, sono in lotta per il potere e che la vittoria, secondo un oracolo, toccherà a quello dei due che riuscirà ad assicurarsi l’appoggio del padre. Arriva Creonte, zio di Edipo, per convincerlo a tornare in patria ma non volendo seguirlo Creonte prende in ostaggio le sue figlie, che vengono però salvate da Teseo. Arriva Polinice nella speranza di ottenere l’appoggio paterno ma Edipo lo scaccia maldicendolo. Edipo capisce che è giunta la sua ora e viene accompagnato in un bosco sacro alle Eumenidi dove muore dopo aver predetto a Teseo la futura prosperità del suo regno.

La scenografia che accoglie lo spettatore induce subito alla riflessione e sicuramente immette in atmosfere che coniugano immagini classiche, come la grande statua al centro della scena e gli elementi di vegetazione con forte valenza simbolica  (il bosco delle Eumenidi, dietro la statua o l’albero di ulivo, sacro alle divinità protettrici di Atene) a realtà, ahimè, ben conosciute e inquietanti, quali la struttura militare, con tanto di recinzione che simboleggia la città di Tebe, origine e causa del conflitto di potere tra i discendenti di Edipo.

Gli attori hanno reso con efficacia le dinamiche di amore-odio, vendetta-perdono, perdizione-riscatto alla base degli eventi che scandiscono lo svolgersi del dramma sofocleo. Splendide e cariche di pathos sono le parole del messaggero che ornano, alla fine della tragedia, il racconto della fine di Edipo, del doloroso distacco dalle adorate figlie e della speranza di raggiungere, attraverso la scelta di una morte “giusta”, la pace e il riscatto da una esistenza di dolore e punizioni per colpe commesse inconsapevolmente.

Emozionante, durante il tributo di applausi agli attori, è stato il ricordo, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, della figura di Giovanni Falcone, un eroe del nostro tempo, che ha pagato con una fine dolorosa, un’esistenza di coerenza e impegno.

La soddisfazione del Dirigente prof. S.Vadalà, delle insegnanti organizzatrici del progetto e dei docenti accompagnatori che, con scrupolo, professionalità e un ineccepibile lavoro di squadra ne hanno consentito la realizzazione e il buon esito, è amplificata dalla consapevolezza di avere promosso con successo, anche per quest’anno, un’iniziativa volta a sollecitare la piena crescita culturale degli allievi in un’istituzione scolastica, proiettata naturalmente alla costruzione di figure tecnico-professionali e scientifiche, ma che non dimentica il ruolo della formazione umanistica per il completamento delle stesse.

 

LUISA FONSECA e MARIA DANIELA TRIFIRO’

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