Sei felice?
“Sei felice?” è una domanda che quasi nessuno pone. Incontrandosi per strada, infatti, le persone chiedono tutt’al più se l’altro stia bene o male. Eppure l’intera esistenza degli uomini si basa sul raggiungimento della felicità, fin dall’origine dei tempi; è un istinto primordiale. Chi agisce per essere infelice? Chiaramente nessuno. Su internet o su un dizionario, quando si cerca la parola “felicità”, leggiamo: “stato d’animo, emozione di una persona che ha soddisfatto i propri bisogni ed esaudito tutti i propri desideri”. La definizione fa capire quanto il concetto sia soggettivo, variando nei diversi individui a seconda delle esperienze, dei valori e delle priorità che ciascuno ha.
Per me, ad esempio, la felicità non può dipendere dal possesso di cose materiali o dal denaro che si ha a disposizione; certo, poter acquistare ciò che si vuole rende soddisfatti, ma solo per poco tempo, poi la sensazione di benessere svanisce. Quella reale e duratura, a mio avviso, è la felicità che deriva dal tempo trascorso con chi ci apprezza e ci dimostra di aver piacere di stare insieme a noi, facendoci sentire a nostro agio e al posto giusto, permettendoci di esprimere noi stessi con autenticità.
A tal proposito, capita a volte che questo stato d’animo venga intralciato dalla presenza di persone negative che ci ostacolano nel suo raggiungimento, ma questo non deve abbatterci o scoraggiarci. Infatti, se è vero che esse costituiscono una complicazione, causandoci dispiaceri, è altrettanto vero che se non ci fossero momenti tristi e difficili nella nostra vita, non potremmo mai riconoscere la felicità quando ci si presenta davanti; ci sembrerebbe normalità e non l’apprezzeremmo abbastanza.
La frase dell’autrice Stephenie Meyer, rende molto efficacemente questo concetto: “Se non ci fosse il buio, non vedremmo le stelle”. E allora, impariamo a saper essere felici ad ogni costo e a dispetto di chiunque voglia impedirci di esserlo!
Harris Carol Hann I A
Liceo scientifico – opzione scienze applicate- “Empedocle” (Me)
