Ludovico Ariosto, artista rinascimentale
Ludovico Ariosto nacque l’8 settembre 1474, a Reggio Emilia. Fin da giovanissimo fu spinto dal padre, Niccolò Ariosto, a frequentare artisti e intellettuali e potè coltivare la sua passione per la letteratura e la poesia, che crebbe col passare del tempo sempre di più e si accentuò quando il padre, a causa dei suoi incarichi lavorativi impose alla famiglia, nel 1784, il trasferimento a Ferrara. Ludovico ha allora la possibilità, proprio nella sua città d’elezione e di adozione, di introdursi alla corte dei signori D’Este, dove viene in contatto con illustri personaggi dell’epoca, tra cui Ercole Strozzi e Pietro Bembo. Nonostante tutto il padre spera ancora per il figlio una brillante carriera in campo giuridico e, tra il 1484 e il 1494, lo spinge ad iniziare a studiare legge, ma con scarsi risultati. Tra il 1495 e il 1500 inizia finalmente ad occuparsi della sua vera passione, la letteratura, e inizia a pubblicare diverse opere in latino, successivamente anche in volgare, fino a quando, tra il 1516 e il 1533, pubblica la sua opera più famosa: l'”Orlando Furioso”. Dedicherà proprio a quest’ultima gli ultimi anni della sua vita, trascorsi a revisionare il capolavoro per pubblicarne l’ultima edizione. Più in dettaglio l’”Orlando Furioso” è un poema cavalleresco in ottave, pubblicato per la prima volta nel 1516 in quaranta canti. Il poema viene poi, tra il 1521 e il 1533, ripubblicato in altre due edizioni, con l’aggiunta di altri canti, per un totale di 46 canti, e di modifiche linguistiche. Esso si presenta come la prosecuzione delle vicende dell’”Orlando Innamorato” di Boiardo e più in generale del cielo bretone e di quello carolingio. La trama, complessa e articolata, ruota intorno a tre filoni narrativi principali: la guerra fra cristiani e saraceni, l’amore paladino di Orlando per Angelica e il motivo encomiastico per la casata ferrarese degli Estensi, sviluppato attraverso la figura di Bradamante e Ruggiero. Uno degli episodi più interessanti e significativi dell’”Orlando Furioso” è in particolare “Astolfo sulla luna”, nel quale il paladino Astolfo, partito per avventura dalla Francia, si ritrova a dover intraprendere un viaggio coraggioso per recuperare il senno perduto di Orlando, la cui presenza è fondamentale per vincere la guerra contro i Mori. Egli dapprima arriva agli Inferi e poi risale con l’Ippogrifo in Paradiso dove, grazie all’aiuto e ai consigli di San Giovanni Evangelista, raggiunge la Luna con lo scopo finale di recuperare ciò che cerca.
Sulla Luna, infatti, non si trovano solo oggetti materiali ma soprattutto le virtù e le azioni vane degli uomini sulla Terra: sogni, progetti, sospiri degli amanti, promesse non mantenute, il senno di molti creduti sapienti. Ariosto per concludere, nella sua stupefacente opera, perfettamente equilibrata in ogni suo aspetto, riprende i generi medievali, fornendo sapientemente elementi bellici, amore e avventura, ma dà vita alla più alta opera rinascimentale della letteratura italiana.
Noemi Pelleriti
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.