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L’ARTE BIZANTINA

Nel periodo compreso tra il V e il XV secolo d.C. l’Impero romano fu diviso in due parti: l’Impero d’Occidente con capitale a Roma e l’Impero d’Oriente con capitale a Bisanzio.

In quest’ultima città si diffuse l’arte bizantina che si basava principalmente sulla religiosità, sull’anti-plasticità e sull’anti-naturalismo.

Uno dei tratti distintivi dell’arte bizantina era sicuramente la linea marcata che, rendendo le figure appiattite e stilizzate, conferiva loro una maggiore monumentalità e astrazione soprannaturale, raffigurandole, inoltre, su uno sfondo dorato per mettere in evidenza l’aspirazione che l’uomo aveva verso il divino.

In quel periodo la scultura fu poco utilizzata e si limitava alla costruzione di capitelli, pulvini, sarcofagi e cornici di porte. Lo stesso vale per la pittura, visto che l’uso della decorazione a mosaico era preferito rispetto all’affresco.

I mosaici ornavano le pareti delle basiliche ed erano costituiti di tessere vetrose e oro zecchino. I soggetti solitamente rappresentati, che non avevano il senso del movimento, erano le scene sacre, gli animali, i paesaggi e le figure dei santi su uno sfondo quasi sempre dorato, simbolo della luce di Dio.

 

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Il centro dell’arte bizantina era sicuramente Costantinopoli, o Bisanzio, dove si trova la Basilica di Santa Sofia, dedicata alla Sapienza Divina, ricca di decorazioni accurate, di pareti coperte da lastre di marmo e di mosaici d’oro.

Con le varie conquiste da parte dei bizantini, questo tipo di arte si diffuse anche in gran parte dell’Europa.

Dopo la caduta dell’impero d’Occidente, nel VI secolo d.C., l’esercito dell’imperatore d’Oriente Giustiniano sbarcò in Italia per liberarne i territori dalla popolazione barbarica dei Goti.

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In quel periodo Ravenna divenne un centro artistico e culturale molto importante, i suoi splendidi decori del Quattrocento, che si rifacevano al periodo tardo-ellenistico, incominciano ad irrigidirsi nel Cinquecento e a perdere il significato figurativo giocando sui contrasti di piena, scavata e specchiata luminosità.

Alcuni importanti complessi di mosaici ravennati dell’arte bizantina, realizzati dalla metà del Quattrocento, si trovano nel mausoleo di Galla Placida, mentre nella basilica di Sant’Apollinare Nuovo si possono vedere opere che evidenziano il massimo dei valori ideali. Importanti sono anche la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, la Basilica di San Vitale, il Battistero degli Ortodossi e il Mausoleo di Teodorico.

cappella Palatina Palermo

Anche in Sicilia si trovano i mosaici bizantini, infatti anche essi sono considerati come un esempio dell’arte bizantina in Italia. Benché i bizantini avessero occupato la Sicilia dal 535 fino all’invasione islamica dell’isola nell’827, furono i principi normanni ad avvalersi di maestranze bizantine per i loro palazzi e le chiese. Le chiese palermitane incominciarono a rivestirsi di mosaici grazie al re Ruggero II.

mosaici cappella palatina

Tali mosaici si possono vedere nella cappella Palatina, nella chiesa di Santa Maria dell’ammiraglio, nel duomo di Monreale e nel duomo di Cefalù.

Nel resto dell’Italia si possono vedere anche altri importanti mosaici bizantini: nella Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia, nella Basilica di Santa Prassede e nel Mausoleo di Santa Costanza a Roma, nella Basilica di Sant’Ambrogio e nella Basilica di San Lorenzo a Milano.

 

Laura Siragusa IIC BS

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