PretenDiamo Legalita’
a scuola con il Commissario Mascherpa
Mercoledì 04 aprile 2018, si è concluso per noi studenti della scuola secondaria di !° grado “B. Genovese”, il secondo incontro del Concorso promosso dalla Polizia di Stato in collaborazione con il MIUR “PRETENDIAMO LEGALITA’”.
Il concorso si è svolto al teatro Vittorio Emanuele di Messina; noi studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado della provincia, abbiamo presentato i nostri elaborati alla commissione giudicatrice composta da alcuni funzionari e operatori della questura di competenza (il questore Mario Finocchiaro, il vice questore Corrado Basile, il dirigente della squadra mobile Francesco Oliveri), da alcuni rappresentanti scolastici (dott.ssa Agata Tringali), da una giornalista della Gazzetta del sud (Natalia La Rosa), e dal fumettista (Lelio Bonaccorso).
Il 10 aprile, in occasione del 166° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, verranno premiati i primi tre classificati del concorso.
Al progetto hanno partecipato studenti di varie provincie d’Italia, nelle rispettive questure di competenza con i vari funzionari e operatori di polizia.
Con questa iniziativa la Polizia di Stato ha cercato di farci conoscere l’impegno e la professionalità che c’è negli uomini della sicurezza, e nei vari incontri ha voluto promuovere legalità tra noi giovani per farci comprendere il rispetto delle regole e delle leggi.
Noi ragazzi, attraverso fumetti, cortometraggi, articoli in pdf e lapbook abbiamo cercato di illustrare come pretendere e dare legalità, ispirandoci al commissario Mascherpa, proiettando i nostri elaborati nella lim, spiegando il nostro punto di vista e l’ intreccio che può esserci tra “Stato” e “Mafia”.
I principi della legalità si apprendono dapprima all’interno della famiglia, poi nella scuola e nella società. Educare un bambino al rispetto e alla legalità non è certamente semplice, oltre ai genitori anche la scuola ha un ruolo determinante. Essa corregge il comportamento degli studenti, li prepara alla vita e li aiuta ad imparare e pensare con la propria testa. Anche se agli studenti sembra un luogo pessimo, dove meno ci si sta meglio è, essa è indispensabile per il futuro di noi giovani che diventeremo adulti e saremo i politici, gli ingegneri, gli avvocati, gli insegnanti ecc. di domani.
La legalità deve essere un abito: pretendere e dare legalità non devono essere due cose distinte ma due momenti della stessa azione. Noi diamo legalità perché rispettiamo le regole che ci sono in tutte le attività che facciamo, nella famiglia, nella scuola e nella società. Vogliamo legalità dagli altri perché è giusto che nessuno occupi senza averne diritto il posto assegnato ai disabili, perché è giusto che le macchine si fermino per lasciar passare i pedoni sulle strisce bianche, e tanto altro ancora.
Con i miei compagni, lavorando in squadra a questo concorso pensando alla legalità, abbiamo pensato al mostro senza volto dell’illegalità che prende il nome di mafia e che nelle nostre zone vorrebbe predominare e sottomettere come faceva un tempo.
Non a caso infatti, la conclusione di questo incontro è stata con la proiezione del video di “Boris Giuliano” (testimonial del progetto), poliziotto siciliano, ufficiale e investigatore della Polizia, capo della Squadra Mobile di Palermo, che durante gli anni ’70 fu in prima linea nella lotta a Cosa Nostra, e per questo motivo venne assassinato. Boris Giuliano venne ucciso all’età di 48 anni, raggiunto alle spalle da sette colpi di pistola: il suo assassino fu il corleonese Leoluca Bagarella.
Con immenso orgoglio noi giovani vogliamo ricordarlo; Giuliano fu un brillante investigatore, dal carattere determinato: venne nominato capo della Squadra Mobile di Palermo al posto di Bruno Contrada, suo amico fraterno poi accusato di collusione con la mafia. Si occupò di molte vicende ma ce n’è una in particolare intorno alla quale si imperniano molti interrogativi legati ai motivi che portarono al suo assassinio: le indagini circa la misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro.
Nel 1970 De Mauro scomparve improvvisamente nel nulla; al caso si interessarono anche Boris Giuliano e Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Giuliano si dedicò al caso con molte energie, percorrendo diverse strade, lavorando su molte ipotesi di possibili moventi.
Nel 1979 Giuliano si trovò ad indagare sul ritrovamento di due valigette contenenti 500.000 dollari all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, che si scoprì essere il pagamento di una partita di eroina sequestrata all’aeroporto di New York. Contemporaneamente a questa indagine, i suoi uomini fermarono due mafiosi, nelle cui tasche trovarono un documento con l’indirizzo di via Pecori
Giraldi: nell’appartamento i poliziotti scovarono armi, quattro chili di eroina e una patente contraffatta sulla quale era incollata la fotografia di Leoluca Bagarella, cognato del boss Salvatore Riina.
Dopo la scoperta nell’appartamento di via Pecori Giraldi, arrivarono telefonate anonime al centralino della questura di Palermo con l’intenzione di minacciare di morte Boris Giuliano. Il 21 luglio 1979, mentre pagava il caffè in una caffetteria di via Di Blasi, a Palermo, Leoluca Bagarella sparò a distanza ravvicinata sette colpi di pistola alle spalle di Boris Giuliano, uccidendolo.
Ai funerali, il cardinale durante l’omelia disse: “Faccia lo Stato il suo dovere!“. Il cardinale chiese giustizia citando le parole del profeta Ezechiele: “troppi mandanti, troppi vili esecutori variamente protetti, circolano per le nostre strade. Il paese è pieno di assassini“.
Boris Giuliano è l’esempio di un uomo coraggioso che aiuterà noi giovani ad essere consapevoli di un vero cambiamento all’insegna della legalità. Imparare dal passato per costruire il futuro e valorizzare il senso di giustizia e il corretto rapporto con le istituzioni è il messaggio che questo progetto è riuscito a trasmetterci, e come tutti loro hanno ringraziato noi ragazzi, gli insegnanti e dirigenti che ci hanno supportato, noi giovani ringraziamo loro per aver avuto questa grande possibilità e continuando a chiedere giustizia a gran voce tutti insieme gridiamo ….
“PRETENDIAMO LEGALITA’”.
Alessia Torre III B
Scuola Media “ B. Genovese”