La disoccupazione giovanile uccide i nostri sogni
Con la crisi internazionale negli ultimi tempi si è presentata alle nostre porte una problematica da sempre esistente ma ancora più acuita, ovvero la disoccupazione giovanile. Con la pochissima predisposizione ad assumere e la riduzione dei consumi, i contratti di lavoro sono infatti sempre più irregolari, l’età pensionabile si allunga, le aziende delocalizzano per risparmiare sui costi di manodopera. Di conseguenza la crescita e la richiesta di personale è molto scarsa.
L’immensa risorsa di giovani istruiti viene quindi sprecata e la crescita si ferma, mentre una nuova categoria di emigranti, quella dei “cervelli in fuga”, è costretta ad intraprendere nuova vita all’estero, contribuendo allo sviluppo economico di altri Paesi. Programmare bene la formazione dei futuri lavoratori, ovvero pianificare lo sviluppo preparando strutture adeguate alla loro formazione, che diano le giuste competenze, potrebbe invece essere un modo valido per sconfiggere la disoccupazione. Purtroppo in Italia non è facile realizzare un progetto del genere, per vari motivi, legislativi o fiscali, e rimetterci di tasca propria significherebbe non guadagnare nulla.
Nel frattempo, invece, ci sono persone avanti con gli anni, insoddisfatte del proprio lavoro, che talvolta svolgono male, che potrebbero essere tranquillamente sostituite, magari da un giovane propenso a lavorare in modo migliore… Quasi tutti i governi degli ultimi decenni hanno cercato di trovare una soluzione al problema della disoccupazione giovanile, ma non è affatto semplice e le congiunture internazionali non aiutano sicuramente.
Simona Recupero
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.