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Anche i professori vittime di “bullismo”

Premesso che la definizione di bullismo è ben precisa ed indica “un atteggiamento persecutorio e reiterato messo in atto nei confronti di un soggetto più debole”, si assiste negli ultimi tempi ad un uso non corretto del termine riferendolo a qualsiasi episodio di violenza, soprattutto di gruppo, in ambienti vari, da quello scolastico a luoghi di ritrovo vari. Perciò è piuttosto sbagliato, a mio giudizio, parlare di “bulli” e di “bullismo” riferendosi ad un fatto che ha monopolizzato negli ultimi giorni i media e i social.

Tre ragazzi quindicenni dell’Istituto Tecnico Commerciale “Francesco Carrara” di Lucca, infatti, hanno minacciato e offeso il loro professore di italiano, filmando il tutto con un cellulare e caricandolo in rete, in modo che potesse essere visibile a tutto il mondo. Una storia che ha scosso molto perchè ultima di altri episodi simili negli ultimi mesi. Chiediamoci però cosa può aver portato dei ragazzi a comportarsi così. Da dove viene tutta questa violenza che non ha più controllo nemmeno verso gli adulti e verso gli insegnanti in particolare? Un ragazzo, appena viene rimproverato, reagisce anche alzando le mani, quando il gruppo non si mette insieme per denigrare un professore più “buono”, che preferisce magari non alzare la voce perchè lo ritiene poco efficace. Ma perché il ruolo degli insegnanti non viene più riconosciuto? Perchè essi non hanno più il rispetto che il loro compito gli dava una volta? Il fatto è che ormai i genitori non sono più severi come prima, oggi viziano i figli e li educano poco, abituandoli a fare ciò che vogliono, trattandoli da pari a pari e perdendo così anche loro ogni autorità.

Quando poi succedono degli episodi negativi, in cui qualcuno si fa male, i genitori diventano subito avvocati dei loro figli, anche se essi hanno trasgredito le regole, e tentano persino di ribaltare la situazione accusando i docenti di negligenza e mancata sorveglianza. “Non sono gli unici ad aver compiuto questi gesti inaccettabili” – dicono –  oppure “Lo facevano tutti. Perchè solo mio figlio deve essere punito”… “Perchè l’insegnante o il Dirigente non ha fatto nulla per prevenire?”… Ma la domanda da porsi non è quanti sono i “bulli”, quante volte succede. La domanda che ognuno di noi deve farsi è “Perchè tutto questo accade?”. Si è passati infatti a una società ormai priva di valori come il rispetto e il senso delle regole, una società in cui le critiche non sono più tollerate e ad esse si reagisce malamente, anche con la violenza. E se si viene puniti ci si giustifica dicendo “Scherzavamo..”.

Si tratta di ragazzi, spesso anche minori di 14 anni, quindi la colpa ricade sempre sugli adulti, ritenuti incapaci di non saper svolgere il proprio ruolo di genitori e insegnanti. Ma davvero ai giovani tutto deve essere perdonato? O punizioni esemplari come la prospettata bocciatura a Lucca possono fare riflettere prima di agire nel modo sbagliato?

Ilaria Genovese

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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