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Corea del Sud e Giappone 2002: il mondiale della vergogna

Sono passati ormai 16 anni, ma per gli italiani – popolo come si sul dire di santi, navigatori e… appassionati di calcio – il Mondiale del 2002 rievoca ancora ricordi negativi e sospetti di irregolarità mai provate ma sotto gli occhi di tutti. Si è trattata della 17a edizione del Campionato Mondiale di calcio, il primo a disputarsi in Asia e il primo con due nazioni ospitanti: Corea del Sud e Giappone. Numerose furono le critiche per questa competizione, tra cui l’assenza di impianti, dato che al nastro di partenza erano presenti solo 2 sui 20 stadi previsti, l’arbitraggio “leggermente” dubbio e il calo di spettatori, che passarono da 2.800.000 a 2.700.000. Nei primi gironi, in via straordinaria, erano già stati eliminati l’Uruguay, la Francia, il Portogallo e l’Argentina. Agli ottavi di finale, poi, accadde quell’evento che insospettì ancora di più gli spettatori di un Mondiale che si sarebbe svolto in un continente diverso da Europa e America, che sarebbe stato certamente diverso, ma alla fine lo fu in negativo. Italia-Corea del Sud. La partita si giocò al Daejeon World Cup Stadium alle 20:30.

Quell’Italia era un’Italia che aveva dei nomi come Buffon, Panucci, Maldini, Del Piero, Totti, Zambrotta, Vieri e Cannavaro; la guidava Giovanni Trapattoni. Arbitrava l’ecuadorégno Byron Moreno. Quasi subito l’Italia va in vantaggio al 18′, con un gol di Christian Vieri, ma durante la partita i falli subiti dai giocatori italiani, non fischiati, saranno un’infinità e all’88’ la Corea del Sud riesce a pareggiare, con un gol di Seol Ki-Hyeon. Si va ai supplementari, che adottano la regola del “golden gol”, ovvero che la prima squadra a segnare in questi tempi andrà direttamente alla fase successiva. Durante il primo tempo Vieri trova il “golden gol” del 2-1, che porterebbe l’Italia ai quarti di finale. Il gioco è fermo, ma non per il gol, per il fuorigioco inesistente di Vieri. Siamo al 115′ circa. Totti scatta superando senza fuorigioco la difesa sudcoreana, dopo viene messo a terra: è chiaramente rigore. L’arbitro Moreno, che qualche anno fa è stato scoperto a trasportare cocaina, dà però il “giallo” a Totti, che era già ammonito, per “simulazione”: l’Italia resta in 10. È il 117′. Calcio d’angolo per la Corea del Sud, in mezzo all’area svetta su tutti Ahn Jung-hwan, giocatore all’ora in prestito al Perugia e che, dal giorno dopo, non sarà più pagato dal presidente Luciano Gaucci. Questo è il “golden gol” che eliminerà l’Italia dopo una partita clamorosa, una partita che dimostra quanto quel Mondiale fosse stato compromesso da un arbitraggio “dubbio”, un arbitraggio che dovette mandare una delle due nazioni ospitanti alle semifinali. E le vittime furono proprio l’Italia e la Spagna. Il Mondiale verrà poi vinto dal Brasile per 2 a 0 contro la Germania, con una doppietta di Ronaldo, contando sul podio anche la Turchia, arrivata terza battendo i padroni di casa per 3 a 2. Il capocannoniere del mondiale sarà Ronaldo, del Brasile, la cui carriera calcistica decollerà da allora in modo definitivo. Rimase agli italiani una grandissima delusione, un senso di ingiustizia e il dubbio che il mondo del calcio si fosse definitivamente “sporcato”. Sempre meglio una sconfitta così però, anche se ritenuta ingiusta, della delusione che oggi vivono milioni di tifosi “orfani”, dopo ben 60 anni, di un Campionato Mondiale. Ma questa è un’altra storia.

Stefano Pio Lazzara

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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