Sorprese e conferme
A volte arrivano delle piacevoli sorprese e queste sono ancora più gradevoli quando i protagonisti e gli artefici sono proprio i ragazzi.
La partecipazione, l’attenzione e il coinvolgimento dimostrati dai 1127 alunni dell’Istituto tecnico tecnologico Ettore Majorana di Milazzo che hanno deciso di aderire alla campagna “Scuola Amica Unicef” promossa dalla scuola mamertina per assistere alla proiezione del film “ Gramigna” nei giorni 9 e 10 aprile presso il cinema Liga rimettono in pace con il mondo e mettono a tacere le tante voci che definiscono i nostri giovani indifferenti alle questioni di giustizia e di ingiustizia sociale, alla crescita della diseguaglianza, al declino delle eguali opportunità, al valore.
Già dalla prima presentazione della proposta educativa UNICEF 2017/18 “Per ogni bambino la giusta opportunità”, gli studenti hanno risposto immediatamente e positivamente, condividendo convintamente l’obiettivo Unicef secondo cui Ogni bambino ha diritto ad avere le giuste opportunità, e ogni società deve renderle accessibili a tutti, senza lasciare indietro nessuno.
Fra le tante attività di approfondimento sul diritto alla non discriminazione e dell’equità proposte dal protocollo Unicef, la scelta dell’Istituto Majorana è ricaduta sulla storia “Gramigna” attraverso il libro e il film omonimi, come il fulcro di un percorso di approfondimento su quali condizioni sociali, culturali, relazionali permettono o, al contrario, negano opportunità e diritti, per una più ampia comprensione dei termini giustizia e legalità.
Gramigna narra la storia vera di un ragazzo, Luigi Di Cicco, figlio di Diego, uno dei più potenti boss della malavita campana, che ancora oggi sta scontando l’ergastolo e che Luigi ha visto solo in galera. Luigi è costretto a fare i conti costantemente con una realtà che si divide tra bene e male e conteso tra “tentatori” (ricchi e persuasivi malavitosi) e “angeli custodi” (la madre Anna e Vittorio, l’amato allenatore di calcio). Gli insegnamenti di questi ultimi mettono in guardia il giovane dai rischi del malaffare, dalla pericolosità di cedere alle provocazioni e, inoltre, lo spronano a studiare e a lavorare, facendogli capire il valore della famiglia, della serenità e, soprattutto, della libertà. Luigi riuscirà a estirpare dalla sua mente, come una gramigna appunto, ogni forma di tentazione che potrebbe costargli quella libertà che conquisterà a sue spese, sperimentando il dolore e l’umiliazione del carcere. Nulla pùò essere barattato se non con la stessa libertà.
Gramigna strappa letteralmente ai padri-padrini una giovane vita per offrirgli una chance. Luigi vive malgrado la colpa del padre. Egli resiste a ogni possibile immedesimazione empatica col padre, urlando al mondo e dentro un epilogo disperato e ardente la sua irriducibile differenza rispetto a quella del genitore. “Io non sono come mio padre”, replica alle provocazioni di chi crede che la camorra si erediti.
La storia e il taglio molto giovane del film, fra l’altro tra le 15 pellicole in concorso per il premio David giovani, ha saputo generare nel nostro giovane pubblico quel self-authentication, ossia quell’assorbimento, facendolo rapportare nei personaggi, intrecciando emozioni e, quasi inconsapevolmente, una presa di coscienza di sé.
La risposta fortemente empatica dei ragazzi alla visione del film, cui hanno assistito anche dei rappresentanti dell’Unicef, signora Faranda, presidente del Comitato provinciale e signora Sferlazzas, rappresentante per la zona di Milazzo, è stata oltremodo emozionante e sbalorditiva dato che il tempo trascorso nella sala cinematografica è sembrato essere sospeso e pregnato da un silenzio interrotto soltanto dall’esclamazione di stizza per l’emozione interrotta fra primo e secondo tempo e dal corale applauso finale che ha accompagnato l’urlo liberatorio del protagonista.
Cosa fa oggi il protagonista reale della storia? Il ristoratore, sulla costa laziale, dove vive serenamente con moglie e figli. Cambiare si può…è questa la lezione del film.
Franca Genovese