STRANIERI…IMPARIAMO A DISTINGUERE NON A GENERALIZZARE
Il significato della parola straniero, ciò che dovrebbe essere strano è in realtà solo un punto di vista, un’opinione che, cambiato il quale perde, totalmente valore: per un nero siamo strani noi con la pelle bianca, per un asiatico siamo strani noi con il naso grande… per un cinese con gli occhi a mandorla siamo strani noi… insomma se siamo tutti stranieri, nessuno lo è! Chiaramente non dobbiamo generalizzare se uno “straniero” commette qualcosa di ingiusto: è lui che commette l’errore, non i suoi connazionali o il suo intero gruppo etnico. Come ci sentiremmo se all’estero pensassero di noi che siamo tutti mafiosi solo per il fatto di essere italiani: nella mentalità comune il siciliano è nel suo DNA mafioso, il calabrese ‘ndraghetista, il napoletano camorrista… insomma c’è un Sud del mondo che è “cattivo” mentre il resto è “buono”. Non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, è da presuntuosi sostenere che un popolo ha caratteristiche migliori o peggiori di altre etnie. Ma in base a quale legge noi ci sentiamo superiori o migliore degli altri? Perché siamo bianchi? Perché predichiamo la nostra “civiltà” in nome di una “inciviltà”? Perché abbiamo la fortuna di essere nati dall’altra parte dell’emisfero? È pur vero che in molte parti del mondo vi sono consuetudini e modi di vivere lontani dal nostro modo di pensare e difficili per noi da condividere, perché comunque sbagliate: pensiamo alla condizione della donna, dei bambini e dei diritti più elementari negati agli uomini.
Credo che l’essere” razzista “è innato in noi. Mi chiedo perché i bambini non sono razzisti? Perché tutti i bambini bianchi, neri, gialli … giocano insieme? Perché ancora la loro mente non è stata bersagliata da messaggi negativi, per i bambini non c’è lo “straniero” c’è solo un essere umano come loro. I bambini sono genuini, non hanno dei preconcetti nei confronti dei loro coetanei e non sono diffidenti, invece noi adulti spesso alziamo un muro fatto di intolleranza, di odio fino ad arrivare alla violenza. Io vivo in una realtà molto piccola in cui risiedono degli extracomunitari di nazionalità marocchina, molti di questi ragazzini sono nati nel mio paese e sono ben integrati. Personalmente mi piace confrontarmi con altre culture perché ho una mente aperta al prossimo, amo arricchirmi di altre conoscenze perché sono curiosa, quindi nello “straniero” vedo un’opportunità di crescita, ma soprattutto una società multietnica tutta colorata!
FOTI AURORA CL. 2 A
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “E. FERMI” SAN FILIPPO DEL MELA