Un piccolo tesoro a Messina
Ci sono luoghi a Messina che non tutti conoscono, ma che conservano memorie, informazioni e testimonianze importantissime, un buon esempio è la chiesa di San Giovanni di Malta, nascosta vicino alla Villa Mazzini, alle spalle del Palazzo della Prefettura.
La mia insegnante di arte, la professoressa La Fauci, ha deciso di partecipare al Concorso nazionale dei monumenti adottati dalle scuole italiane, indetto dalla Fondazione Napoli Novantanove, in collaborazione con il Ministero dell’ Istruzione e ha scelto proprio la mia classe, la II A, per visitare lo storico edificio.
Una guida molto esperta ci ha raccontato la storia della chiesa e ci ha condotto in tutti gli ambienti spiegandoci il significato di alcune opere artistiche. La professoressa ci aveva fatto portare un taccuino per prendere appunti e una macchina fotografica per realizzare foto o registrare video. Non appena il nostro accompagnatore ha iniziato a parlare, ho cominciato immediatamente a scrivere ed annotare tutte le informazioni: la chiesa è stata fondata nel 535 dal monaco Placido, inviato a Messina da San Benedetto da Norcia per edificare il primo monastero benedettino in Sicilia. Nel 541 una flotta di pirati sbarcò ad Acqualadroni e, saccheggiando qualsiasi cosa incontrassero, giunsero alla chiesa; Placido, i suoi fratelli Eutichio, Vittorio e Flavia, e una trentina di monaci vennero martirizzati brutalmente. Dopo secoli di terrore e incursioni, nel 1100 la chiesa viene affidata all’ordine religioso dei Cavalieri di Malta, diventa loro sede e anche un centro di ospitalità per i pellegrini siciliani e calabresi. Il 4 agosto del 1588 l’edificio venne ricostruito e, scavando nelle fondamenta, vennero ritrovati i resti di San Placido e dei compagni martiri, le cui reliquie sono custodite all’interno della chiesa. Durante i lavori di rimozione scaturì una fonte che la leggenda vuole eroghi acqua miracolosa, che adesso alimenta il pozzo all’esterno della chiesa, che nel 1908 fu distrutta quasi totalmente dal disastroso terremoto. Oggi possiamo ammirare solo una piccolissima parte dell’edificio rispetto alla costruzione originale, la “Tribuna”, ovvero la facciata posteriore. Nell’ antichità, infatti, c’era una chiesa inferiore, da non confondere con una cripta.
All’interno è custodita la tomba del grande scienziato messinese Francesco Maurolico, soprannominato il “nuovo Archimede della Sicilia” e la Cappella delle Reliquie, rimasta illesa nonostante i bombardamenti e le catastrofi naturali. Per quanto riguarda i dipinti, invece, possiamo osservare, in fondo alla navata centrale, una tela rappresentante San Rocco, conosciuto anche come curatore della peste, riconoscibile dal suo cane e dal bastone che porta, San Placido, la Madonna della Lettera e, nello sfondo, il porto di Messina.
Da qui passò anche il celebre pittore Caravaggio in fuga da Malta, il quale, trovando ospitalità e accoglienza, decise di ringraziare i Cavalieri di Malta realizzando un dipinto, che oggi è custodito a Firenze.
Apprezzo molto i progetti e le iniziative promosse dalla mia scuola, l’I.C. “Boer-Verona Trento”, non solo perchè penso che imparare e conoscere sia molto più accattivante e gradevole in compagnia piuttosto che da soli, ma soprattutto perchè ci viene offerta l’opportunità di ritrovare nella nostra città dei luoghi ricchi di storia e cultura, dove è racchiuso un mondo meraviglioso, ricco e affascinante. Questa visita resterà indimenticabile per me anche perchè uno dei miei passatempi preferiti è scattare foto e grazie a questa attività ho perfezionato un po’ di più la mia tecnica!
Benedetta Ciancio D’Arrigo
IIA
I.C. “Boer – Verona Trento”