venerdì, Novembre 22, 2024
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TELENOID, un androide per assistente

Fra scienza, ricerca e medicina, la sperimentazione al Policlinico di Palermo

 

Le nuove frontiere della ricerca nell’ambito della robotica umanoide e dell’intelligenza artificiale sono sempre più oggetto di discussione nella società contemporanea, dato che, con il passare del tempo, le macchine stanno diventando sempre più intelligenti e puntano addirittura a sostituire l’uomo in lavori di notevole rilievo.

Talvolta vengono anche utilizzati per supportarlo in settori quali l’educazione e la riabilitazione o in attività di assistenza agli anziani, ai disabili o alle persone affette da autismo.

Gli androidi sono muniti di un’intelligenza artificiale capace di provare sentimenti ed essere estremamente simile a quella di un uomo, e potrebbero diventare parte della quotidianità in un futuro prossimo per interagire con chi ha bisogno di aiuto e migliorare la qualità di vita di un individuo.

Un esempio è Telenoid, un androide bianco, ideato da Hiroshi Hishiguro, senza braccia né gambe, rassomigliante al fantasmino Casper, che è stato sperimentato presso il policlinico di Palermo per assistere diverse tipologie di pazienti: dalle persone affette di SLA agli studenti ipovedenti, dai bambini autistici agli anziani colpiti da demenza senile.

Di recente è stato girato un documentario con lo scopo di raccontare come Telenoid possa interagire con chi ha difficoltà di vario genere: esso è composto da scene girate in Giappone, Germania e Palermo, dove grazie all’aiuto di psicologi e psichiatri, l’androide è stato in grado di promuovere e sviluppare l’inclusione sociale degli individui affetti da SLA all’interno della collettività.

Colui che gestisce lo sviluppo di Telenoid a Palermo è Rosario Sorbello, ed è un attivo ricercatore nell’ambito dell’interazione sociale a lungo termine fra uomo e robot umanoidi.

La sua idea è quella di abbattere la barriera fra uomo e robot, cercando di utilizzarlo per aiutare le categorie sociali meno indipendenti dai normodotati, al fine di renderli, in qualche modo, liberi.

Ivan Chiofalo IV A MM

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