domenica, Dicembre 22, 2024
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Sicilia, terra di tradizioni

La Sicilia, si sa, è una terra in cui le tradizioni, soprattutto quelle legate alla religiosità, sono molto forti e sentite, non solo dai credenti ma da tutta la collettività. Ciò perchè da sempre gli aspetti del culto e quelli di folklore, si fondono e legano un popolo al suo luogo di nascita. Per Barcellona Pozzo di Gotto, ad esempio, il Venerdì Santo è uno dei giorni più suggestivi della Settimana Santa, accomuna migliaia di devoti barcellonesi e negli anni ha assunto una connotazione talmente peculiare da essere stata iscritta nel “Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia”.

Le strade vedono infatti sfilare, come da tradizione, le tipiche “Varette”, carri trionfali su cui vengono poste statue raffiguranti la passione di Gesù, portate tutti gli anni in doppia processione per le vie di Barcellona e di Pozzo di Gotto. La città originariamente era formata da due nuclei, separati dal torrente Longano, e ciò ha fatto sì che si sviluppassero due diverse processioni, costituite ognuna da 13 Varette, per un totale di 26, addobbate con fiori e riproducenti i misteri della Via Crucis. Esse sfilano seguendo un preciso ordine: L’Ultima Cena, l’Orto di Getsemani, il Pretorio di Pilato, la Flagellazione, l’Ecce Homo, Il Cristo con la Croce, l’Incontro, la Caduta, Gesù spogliato dalle vesti, la Crocefissione, la Deposizione, la Pietà, il trasporto al Sepolcro, i simboli della Passione, l’Urna con Cristo Morto ed infine la Madonna Addolorata. La Varetta “Urna con Cristo morto” di Pozzo di Gotto, in particolare, è accompagnata dai cosiddetti Giudei, gruppi di soldati romani che indossano un elmo, ornato da penne di pavone, la lancia ed i costumi scarlatti dell’epoca messianica. Le varette sono decorate da molteplici fiori, dalle rose ai tulipani, dalle viole ai garofani, ed illuminate da luci alla base delle statue. Ogni varetta è patrocinata da una corporazione o confraternita, che la custodisce e si occupa del suo mantenimento: per esempio i macellai, i fabbri, i pescivendoli, i carpentieri, la confraternita di Sant’Eusenzio, del S.S Sacramento o di S.S Giovanni Battista. In ognuna di esse, oltre ad essere rappresentato il singolo evento, viene anche raffigurato il luogo e lo scenario dell’episodio avvenuto ed il pellegrinaggio al seguito. Le Varette di Barcellona sono realizzate in cartapesta o gesso e si riuniscono nei pressi della Chiesa di San Giovanni, intorno alle 17:00. Esse sono risalenti alla metà del Settecento, quando quest’ultima fu ingrandita acquisendo l’assetto architettonico attuale. Le Varette di Pozzo di Gotto risalgono, invece, al 1621, sono le più antiche, sono realizzate in legno e partono dalla Chiesa di Santa Maria Assunta. Tutte sono accompagnate da un lamento funebre, la “Visilla”, cantata dai “visillanti” che intonano “I pedi di Visilla”, cioè i versi. La Visilla è il canto corale più importante della tradizione musicale barcellonese e canta i versi di Venanzio Fortunato, poeta latino del VI sec. d.C. (“Vexilla Regis prodeunt”). Le due processioni sono inoltre accompagnate dalle bande musicali cittadine che intonano marce funebri di struggente bellezza. Entrambe si riuniscono all’imbrunire sulla copertura del torrente Longano, percorrendola da nord verso sud quella di Barcellona e da sud verso nord quella di Pozzo di Gotto. In seguito si fermano e i gruppi statuari vengono ruotati di novanta gradi. Questo è il momento culminante dell’intero evento, che sottolinea l’unione delle due comunità ed è particolarmente sentito dalla folla di fedeli ivi radunatisi. La processione di Barcellona poi, rientra in chiesa e si scioglie, mentre quella di Pozzo di Gotto prosegue per le vie del paese per altre tre ore. Si spera che questa tradizione, così cara al nostro paese, venga proseguita dalle generazioni future e ricordata come simbolo della cultura barcellonese.

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Martina Crisicelli

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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