martedì, Novembre 5, 2024
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Quando il cibo non è solo un alimento

Il fenomeno dell’anoressia e della bulimia negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più, prendendo spazio soprattutto tra i giovani, ai quali la televisione e i mass-media in generale propongono degli stereotipi di bellezza che ci vuole belli e giovani ad ogni età e a tutti i costi, altrimenti si è rifiutati dalla società che ci emargina e ci addita come “out”. Allora che si fa? Tutti in palestra e tutti a fare delle diete drastiche e sbagliate pur di essere al top e al centro. Ma la cosa è ben più grave di quanto si pensi e non bisogna sottovalutare il problema. L’anoressia, in particolare, consiste nel rifiuto di mangiare ed è una patologia nervosa che ben presto porta alla perdita dell’appetito, al rifiuto del cibo e alla paura di diventare grassi. L’anoressico è convinto di essere sempre in sovrappeso ma in realtà non lo è, anzi, è l’ombra di se stesso. La perdita del peso viene indotta, oltre che da una dieta drastica e da un’eccessiva attività fisica, anche dal vomito indotto, l’uso inappropriato di lassativi e diuretici.

Questa patologia è soprattutto diffusa tra gli appartenenti al sesso femminile, ma ultimamente sta colpendo anche giovani maschi, appunto ritornando alla teoria del “belli e muscolosi a tutti i costi”. C’è anche da dire essa che è una patologia che colpisce la popolazione occidentale ed è rara nei paesi in via di sviluppo, dove l’eccessiva magrezza, purtroppo, è dovuta alla mancanza cronica di cibo dovuta a povertà e sottosviluppo. L’anoressia è poi maggiormente frequente nel mondo della moda e della danza che, purtroppo, impongono modelli difficili e impossibili da rispettare. C’è da dire, comunque, che proprio alcuni stilisti della moda italiana e mondiale in genere, visti i clamorosi episodi di cronaca che hanno avuto come vittime giovani modelle indotte a degli stili di vita sovrumani e a diete drastiche, hanno promosso delle campagne per le quali non bisogna essere magre a tutti i costi, proponendo anzi una nuova linea di moda, detta “curvy”, in cui si mette in evidenza che la bellezza non ha solo certe misure, ma può andare oltre: l’importante è che si stia bene, in salute e con se stessi. Quindi, viva la normalità! Ma purtroppo sappiamo che ancora non è così, in quanto a lavorare sono solo le modelle che rispecchiano certi canoni di magrezza, quasi androgeni. La bulimia nervosa, invece, è un’altra patologia che colpisce un individuo causandogli un’eccessiva fama nervosa. Nella maggior parte dei casi dopo il pasto questi si provoca il vomito, pensando ingenuamente che così si riesca a non ingrassare, oppure, si ingeriscono lassativi. Alcune volte la bulimia si alterna a periodi di falsa anoressia, ma sono solo due facce dello stesso problema. Le persone che soffrono di bulimia, a differenza di quelli che soffrono di anoressia, comunque, dal punto di vista psicologico non conoscono il controllo ma la sconfitta. Infatti, mentre nella seconda la vittoria e l’appagamento viene dato dall’eccessiva perdita di peso, nella bulimia si è sconfitti da una fame che non è del corpo ma dell’anima.

Chi soffre di questo disturbo ha quindi spesso problemi di ansia e si tiene lontano da situazioni sociali riguardanti il cibo. Quali le cause di entrambi i fenomeni? Talvolta l’origine va ricercata nella vita e nello sgretolamento dei rapporti con i genitori, un’infanzia difficile, alcolismo, separazioni, perdita di tutti i controlli sociali, che rendono la persona vulnerabile nei confronti del peso o danno al cibo un valore diverso da quello reale. Ma non sempre è così. In generale vi è un cattivo rapporto con il proprio corpo e si pensa che l’aspetto fisico sia fondamentale per raggiungere i propri obiettivi e così sentirsi accettati e amati. Chi soffre di disturbi alimentari è in ogni caso una persona gravemente malata, che ha bisogno non solo di grande affetto e considerazione, ma di un vero e proprio supporto psicologico, di medici esperti e di strutture accreditate che, insieme all’individuo sofferente, siano in grado di iniziare un lungo percorso verso la guarigione.

 

Noemi Pelleriti

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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