Il papiro, pianta antica dalle molte risorse
La pianta del papiro è una delle piante più antiche giunte sino a noi, una pianta che ha fatto la storia perchè sui fogli prodotti dalla sua lavorazione abbiamo le più antiche testimonianze di scrittura geroglifica, quella egizia. Tuttavia molti non sanno che essa veniva già allora usata completamente. Le sue radici erano infatti commestibili e venivano mangiate dai poveri.
La parte centrale, invece, veniva usata per fabbricare una specie di carta facilmente trasportabile in fogli o rotoli. Per la produzione di questa, al fusto di papiro veniva dapprima levata la scorza, così rimaneva una parte bianca che veniva tagliata a fettine che, dopo essere state lasciate in acqua, venivano sovrapposte le une sulle altre in senso inverso per creare una specie di rete e, dopo essere state schiacciate con molti attrezzi, si incollavano e diventavano a prova di scrittura. I fogli di papiro venivano scritti con delle canne che venivano bagnate nell’inchiostro e, per fissare quest’ultimo nel tempo, si usavano anche dei colori, ovviamente naturali.
La parte centrale del papiro, molto resistente, era usato anche per tessuti, pentole, utensili, calzature, e addirittura barche, poiché la pianta ha la capacità di galleggiare. La parte superiore del papiro, infine, che si chiama “ombrella”, nell’antico Egitto veniva usata dai servi per sventolare il faraone o per i tetti di capanne e altri usi. Oggi il papiro viene coltivato soprattutto in Egitto e in Italia, a Siracusa, a scopo ornamentale o per scopi turistici.
In questa città, in particolare, grazie alla presenza di un clima e di condizioni ideali per la crescita spontanea della pianta alla foce del fiume Ciane e nella “Fonte Aretusa” di Ortigia, si è ripresa ormai da un paio di secoli la produzione della carta secondo i metodi antichi e il “Museo del papiro”, fondato da Corrado Basile e Anna Di Natale nel 1987, in collaborazione con l’Istituto Internazionale del Papiro, si occupa oggi dello studio, della conservazione e della diffusione anche a livello didattico delle testimonianze e della cultura di questa pianta dalle mille risorse.
Giusy Duci
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.