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Rita Levi Montalcini, una grande donna

Rita Levi Montalcini è stata sicuramente una grande donna, l’unica italiana a vincere un Premio Nobel in una materia scientifica, Medicina, e la cui vita è stata improntata allo studio e alla ricerca anche per dimostrare le grandi potenzialità delle donne, a quei tempi private spesso della possibilità di studiare ad alti livelli e di frequentare l’Università. Nata il 22 aprile del 1909 a Torino ed entrata alla scuola medica di Giuseppe Levi, all’età di vent’anni si laurea ed è intenzionata a proseguire la sua carriera come assistente e ricercatrice in Neurobiologia e Psichiatria.

Tuttavia, a causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938, è costretta ad emigrare in Belgio, dove la passione per la sua materia la spinge e le dà la forza per andare avanti, tanto che tornata in Italia, continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo, iniziando qui a studiare il sistema nervoso degli embrioni di pollo con risultati che serviranno al mondo e all’Europa. Purtroppo durante la seconda guerra mondiale non è facile trovare luoghi dove fare delle ricerche, così Rita continua a viaggiare e nel 1943 arriva a Firenze, dove vivrà clandestinamente per qualche anno. Nel 1945 la guerra finisce e la scienziata torna nella sua città natale, ricevendo poco dopo un’offerta dal Dipartimento di Zoologia della Washington University. Lei accetta, dopo essersi però ben assicurata che potrà proseguire le stesse ricerche che aveva cominciato a Torino.

Qui, nel 1954, insieme al suo collaboratore Stanley Cohen, scopre il Nerve Growth Factor (NGF), una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, scoperta grazie alla quale nel 1986 Rita Levi Montalcini e Stanley Cohen otterranno il Premio Nobel. Già i suoi primi studi (risalenti agli anni 1938-1944) erano dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche, viene invece individuato nel 1951-1952 e per circa un trentennio La Montalcini prosegue le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione. Nella motivazione del Premio Nobel del 1986 si legge: “La scoperta del NGF all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos”. Per quanto riguarda le altre attività scientifiche di questa grande ed energica donna, bisogna ricordare che dal 1961 al 1969 ha diretto il Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma) in collaborazione con l’Istituto di Biologia della Washington University, e dal 1969 al 1979 il Laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico Rita ha continuato le sue ricerche come ricercatore dal 1979 al 1989, mentre dal 1989 al 1995 ha lavorato presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR con la qualifica di Superesperto. Le sue indagini si sono concentrate in particolare sull’azione del NGF, utilizzando tecniche sempre più sofisticate. Dal 1993 al 1998 ha poi presieduto l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ed è stata membro delle più prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze detta dei XL, la “National Academy of Sciences” statunitense e la “Royal Society”. Inoltre la scienziata è stata molto attiva da sempre anche in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 ha istituito, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario. L’obiettivo è stato quello di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese. Instancabile e molto attiva in tutti i campi, già ultracentenaria, il 22 gennaio 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris causa in biotecnologie industriali dall’Università “Bicocca” di Milano, a testimonianza della sua straordinaria attività intellettuale e scientifica che ha pochi pari nella storia. Rita Levi Montalcini, alla veneranda età di 103 anni, muore a Roma il 30 dicembre 2012 lasciandoci non solo le sue importanti scoperte mediche in campo genetico, quanto l’esempio di una donna forte, coraggiosa, instancabile e degna di porsi allo stesso livello accademico di molti uomini di scienza sicuramente favoriti da un percorso di studi più facilitato e meno difficile del suo.

 

Giuseppe Levita

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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