Embrione uomo- pecora
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante. L’incremento delle nostre conoscenze in ambito molecolare è all’origine di importanti traguardi raggiunti anche sul versante delle tecniche di laboratorio, impensabili tempo addietro. Dalla scoperta della struttura del DNA, avvenuta nel 1953, siamo riusciti a manipolarlo e usarlo a nostro piacimento. Basti pensare che l’uomo è adesso in grado di produrre elevate quantità di un tratto di DNA, adoperando ad esempio la tecnica PRC (Polymerase Chain Reaction).
Una delle ultime, stravaganti, frontiere che la scienza sta varcando è quella che prevede la creazione di embrioni geneticamente modificati.
Siamo in America, dove un gruppo di ricerca dell’Università della California e del Salk Insitute, ha creato un cosiddetto “embrione- chimera”, installando cellule umane in un embrione di pecora, il quale è stato fatto crescere per 28 giorni, per poi bloccarne lo sviluppo. Per ovvie ragioni legate alle ripercussioni che si sarebbero potute avere presso l’opinione pubblica, l’esperimento ha avuto assoluta copertura mediatica, come quella riservata ad un esperimento simile, avvenuto nel 2017, su embrioni di maiali.
La motivazione di partenza che alimenta tali ricerche ed esperimenti è certamente valida. Si tratterebbe, infatti, di sopperire alla scarsità di organi da trapiantare, facendoli sviluppare nel corpo degli animali la cui taglia si avvicini a quella dell’uomo; essendo formati da cellule umane, se ne eviterebbe, inoltre, il rigetto da parte dell’organismo.
È chiaro che al momento è prematuro parlare, o anche solo ipotizzare, una concreta applicazione di queste tecniche, che risultano al limite fra l’avanguardia e la fantascienza. È pur vero, però, che non se ne esclude categoricamente un loro futuro utilizzo, magari soltanto per favorire la produzione di gruppi di cellule o tessuti che possano riparare un organo danneggiato.
Nonostante i buoni propositi e i nobili impieghi verso cui queste sperimentazioni vengono orientate, esse sollevano interrogativi di tipo etico- morale che non è possibile ignorare. Sarebbe impensabile, infatti, utilizzare un essere vivente in grado di pensare per sé stesso, come rifornitore di organi!
Per il momento, dunque, le perplessità e i dubbi prendono il sopravvento sull’entusiasmo e l’orgoglio di fronte a scoperte senz’altro rivoluzionarie ma di fronte alle quali è d’obbligo mantenere un atteggiamento di estrema cautela. Una dimostrazione, questa, di come l’uomo riesca a far cose che mettono in crisi persino sé stesso, trovandosi fortemente impreparato a gestire così tanta genialità.
Chiara Fernando III A
Liceo scientifico- opzione scienze applicate- “Empedocle” (ME)