Il “Museo del papiro” di Siracusa
Il “Museo del papiro”, fondato da Corrado Basile e Anna Di Natale nel 1987, si trova nell’Isola di Ortigia, nella città di Siracusa. Fu creato ed è gestito dall’Istituto Internazionale del Papiro ed esso si occupa dello studio, della conservazione e della diffusione delle testimonianze della cultura del papiro. Il 2 marzo 2018 le classi prime della scuola secondaria di 1° grado “Foscolo” hanno avuto modo di visitarlo nel corso di un viaggio d’istruzione nella città e di scoprire i segreti di questa pianta così antica.
Il primo a studiare la carta di papiro fu Saverio Londalina, nel Settecento ma il “Museo del Papiro” non è solo una esposizione di manufatti poichè esso svolge anche un’attività didattico-scientifica i cui risultati hanno fornito un contributo alla soluzione di molti quesiti che vanno dall’origine del papiro alla salvaguardia dei papiri del fiume Ciane e della fonte Aretusa, dalla valorizzazione delle tradizioni storiche legate al papiro agli studi sulle antiche tecniche di manifattura e al restauro conservativo dei documenti di papiro.
Nelle sale del Museo sono esposti papiri faraonici, ieratici, demotici, greci e copti; papiri prodotti a Siracusa dal XIX secolo; manufatti in papiro (corde, stuoie, recipienti, sandali, ecc.);
barche di papiro provenienti dall’Etiopia e dal lago Ciad, con ampia documentazione sulle tecniche di fabbricazione; gli utensili e i materiali per la scrittura (mortai e pestelli, tavolozze, pennelli, colori, adesivi per inchiostri, resine e gommoresine, ecc.); un’ampia documentazione storica sulle origini del papiro e sulla fabbricazione della carta; decorazioni parietali che raffigurano il papiro e documentano gli usi, ma anche poesie e testi scritti. Il visitatore può anche assistere alla lavorazione della carta di papiro, operazione affascinante.
Per fare i fogli di papiro, infatti, bisogna decorticare la pianta, tagliarla a strisce sottili, tutte con lo stesso spessore, immergerle in una soluzione per ammorbidirle, per un paio di giorni. Dopo essersi ammorbidite si sovrappongono due strati: il primo in verticale, il secondo in orizzontale e quindi lasciati sotto una pressa per cinque giorni per rendere possibile l’eliminazione di tutta l’acqua. Corrado Basile viaggiò molto in Egitto e in Africa per conoscere di più questa pianta e scoprì che con essa si potevano costruire delle barche perché la pianta galleggiava ed era molto resistente; poteva portare fino a dieci persone.
Con la pianta del papiro non veniva perciò sprecato nulla. Per scrivere sui fogli ottenuti dalla lavorazione gli egiziani usavano delle polveri che ottenevano triturando dei minerali colorati nel mortaio oppure con il terriccio o mischiando i vari colori come per esempio l’azzurro egiziano. La scrittura avveniva con una canna tagliata a punta e, per fare aderire meglio le polveri al foglio di papiro, venivano mischiate con delle colle o con del tuorlo d’uovo che poi veniva messo in dei vasetti. La stessa tecnica veniva utilizzata solo per il papiro ma anche per le sete e poi pure per il vetro. Col papiro, infine, venivano costruite anche delle corde intrecciando i fili oppure delle scarpe. Il “Museo del Papiro” ospita oggi anche la sede dell’ “Istituto Italiano per la Civiltà Egizia” trasferita da Torino a Siracusa e questo rappresenta un ulteriore motivo di vanto per una città già così bella e ricca di monumenti di ogni epoca
Giuseppe Levita
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.