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Il Duomo di Siracusa

Durante una visita a Siracusa, e in particolare passeggiando per le colorate viuzze dell’isola di Ortigia, non ci si può non fermare ad ammirare il meraviglioso Duomo dall’inconfondibile facciata barocca, luogo sacro fin dall’età pre-ellenica. Quest’ultimo sorge sulla parte elevata dell’isola e racconta migliaia di anni di storia. Dopo la vittoria contro i Cartaginesi nella battaglia di Imera, infatti il tiranno Gelone decise di festeggiare facendo costruire numerosi monumenti tra cui, nella parte dell’acropoli, il tempio dedicato alla dea della sapienza e della guerra Atena (detto anche Athenaion) che era, tra gli altri, il più importante.

Athenaion

Il tempio, che possiamo paragonare ad una chiesa odierna, era un luogo di culto e al suo interno si trovava l’immagine raffigurante il dio al quale era dedicato, solitamente una statua, custodita all’interno di una camera sacra, chiamata cella; in base alla disposizione delle colonne disposte per decorare la cella, cambiava la tipologia di tempio.

Sovrapposizioni delle immagini dal laser scanner 3D, del Duomo, con le immagini del modello tridimensionale dell’Athenaion.

L’Athenaion era un tempio periptero (da “περί” che in greco significa “attorno”), la cella era perciò circondata da un colonnato ed era di ordine dorico, con colonne robuste e semplici. Esso, con il cristianesimo, come tanti altri templi, ad esempio il tempio della Concordia ad Agrigento, venne trasformato in una chiesa cattedrale e, per mostrare le tre navate tipiche delle chiese, venne chiuso l’intercolumnio, lo spazio tra due colonne, per poi aprire delle arcate nelle mura della cella. Durante il IX secolo, sotto la dominazione araba, l’edificio fu probabilmente adibito a moschea mentre nel XII secolo tornò al culto cristiano divenendo chiesa normanna. E’ proprio per questo che, infatti, molti templi sono così ben conservati, poiché non sono stati mai abbandonati, ma trasformati in luoghi di culto differenti.

facciata del duomo

La zona in cui è ubicato il Duomo l’11 gennaio del 1693 venne danneggiata da un forte terremoto, quello della “Val di Noto”, che distrusse città come Catania e Noto e che colpì, seppur con minore entità, anche Siracusa, nella quale tuttavia dovettero essere ricostruiti o ristrutturati parecchi edifici. In questo periodo, intanto, si diffuse lo stile barocco e in tutta la piazza vennero istituiti parecchi monumenti in questo stile. Così, per rendere l’aspetto del Duomo omogeneo con quello delle altre costruzioni, venne creata una nuova facciata tutta in stile barocco, che fu addossata a quella precedente, mentre il campanile non fu mai più ricostruito. Il sagrato si apre con una raffinata gradinata fiancheggiata dalle statue degli apostoli Pietro e Paolo; il frontone, invece, ospita lo stemma reale con l’aquila, emblema di Carlo III di Borbone re di Spagna; nella parte superiore della facciata, all’interno di una nicchia, è collocata l’immagine, in pietra calcarea, della Vergine Maria, a cui è dedicata la chiesa.

Ai lati possiamo vedere le statue di San Marciano, primo vescovo di Siracusa e di Santa Lucia. Con il corso dei secoli il tempio-chiesa venne poi arricchito e ampliato, aggiungendo nuove cappelle laterali, situate fuori da quello che era l’antico colonnato greco.

altare Santa Lucia

In particolare, va ricordata la cappella dedicata a Santa Lucia, decorata nel 1711 e contenente il simulacro argenteo della santa, martire della vista nonché patrona di Siracusa. A lei è inoltre dedicata la chiesa di Santa Lucia, vicino alla cattedrale, dov’è custodito un famoso quadro di Caravaggio, che trascorse, invitato dall’amico Mario Minniti, ben due anni in Sicilia (dal 1608 al 1609), dopo essere fuggito da Roma condannato alla pena capitale. Visitare il Duomo di Siracusa significa quindi regalarsi un piccolo viaggio nella storia siracusana poiché basta poco per scorgere e ammirare il variegato alternarsi di correnti artistiche e religiose che hanno reso questa cattedrale così tanto famosa e amata.

 

Rita Chiara Scarpaci

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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