domenica, Dicembre 22, 2024
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L’introspezione connessa e necessaria alla complessa attività psichica che è produrre poesia raccomanda tale esercizio. L’individuazione delle emozioni è una formidabile via di maturazione coscienziale; e la loro verbalizzazione richiede una ricerca di espressioni precise per definire l’indefinito, che più sono appropriate al sentire e più sono, conseguentemente e naturalmente, personali e illuminanti. Potremmo dire che è peculiare della poesia l’espressione originale, per cui il poeta fa ricorso a tutta la duttilità della lingua, forzandola e piegandola – esperienza imparagonabile – alle esigenze raffinate dell’intimo io, producendosi poi in stili inconfondibili; mentre la prosa richiede un minore coinvolgimento degli strati mentali profondi, e pertanto utilizza più codificati schemi. Si parla infatti di prosa d’arte, quando questa è impastata di poesia e vi sconfina. Questo sforzo di materializzazione dell’anima, che il fare poesia è, dunque, ha un valore incommensurabile per lo sviluppo pieno della personalità, parallela alla gestione eccellente della lingua.

Che siffatte affermazioni, quasi dogmatiche, ancorché sicuramente condivise da tutto l’ambito colto a cui si rivolgono ora, vengano da costola d’Esperanto è del tutto coerente, non soltanto perché è il frutto dello studio più scarnificante mai fatto sulle essenziali strutture delle lingue, ma soprattutto per (“la santa idea” diceva Zamenhof) l’aspirazione al risanamento di ogni depauperamento mentale e sociale, alla ricomposizione dei conflitti, alla evoluzione culturale propedeutica a un assetto non violento dei rapporti individuali e collettivi. In sostanza, senza uno sviluppo armonico delle personalità non è concepibile nessuna armonia sociale e fra i popoli. Esperanto è appunto questa speranza di salvezza e di affermazione dell’umano. È ciò di cui c’è urgente bisogno, affinché la razionalità prevalga nella gestione del pianeta compromesso, e affinché sia un percorso educativo attivo la disposizione ragionata all’amicizia, accompagnata dall’analisi delle pulsioni avversative e loro genesi.

Mai prima d’ora l’umanità aveva avuto bisogno di alta cultura, per la sua salvezza, come ora. Mai come ora disprezzata.

Esperanto quotidiano, quindi, è una missione che dovrebbe investire tutti gli educatori, non ultime le famiglie.

L’associazione “Sicilia Esperantista” ha ora in Barcellona una sede operativa, dove si può seguire un corso breve di Esperanto, ma anche discutere di ogni problematica culturale e sociale.

associazione@siciliaesperantista.com

Giuseppe Campolo

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