La lettera nel cassetto…
27 gennaio 2018
Cara Anna,
non sai per quanto tempo ho cercato nel tuo piccolo quadernetto qualche riga che spiegasse il perché le pagine del tuo diario si fossero interrotte così bruscamente quel primo agosto del ’44,
magari avessero proseguito, magari ci avessero raccontato il modo in cui ti sei salvata da quell’atroce incubo, magari ci avessero svelato tutte le tue dolci emozioni e i tuoi pensieri più profondi…
Purtroppo, però, quelle pagine non le ho mai trovate e così non riuscirò mai a comprendere ciò che mi risulta incomprensibile, il perché una ragazzina che aveva solo qualche anno più di me dovesse nascondersi in un solaio come fosse una criminale, o dovesse essere mandata a forza su un carro bestiame in un posto dove Dio non c’era!
Ho immaginato di scrivere io al posto tuo gli ultimi giorni della tua vita, le pagine finali del tuo diario, il campo di concentramento, le tue sofferenze e i tuoi dolori.
Con te, cara Anna, se dapprima
avevo sorriso per le tue battute spiritose,
i tuoi racconti arguti, il tuo batticuore amoroso
di quando eri costretta a vivere nascosta,
con te poi ho sofferto fino a morire.
Sempre con te, se prima avevo sperato,
perché anche tu speravi e credevi
in un ritorno alla pace e alla serenità,
poi anche io, con te,
ho perso tristemente e definitivamente
ogni speranza di salvezza…
Ora, cara Anna, possiamo solo sperare che il tuo sorriso,
spentosi troppo presto,
possa illuminarci e infondere quella pace che tu ti portavi dentro.
Ti saluto con affetto
La tua lettrice affezionata
Sveva
Sveva Ferlazzo
II A
I.C. “Boer – Verona Trento”