martedì, Novembre 5, 2024
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Piercing e tatuaggi: uno, nessuno o centomila?

Ormai da tempo si è diffusa a macchia d’olio la moda dei tatuaggi e dei piercing. Si stima che oltre metà della popolazione mondiale abbia un tatuaggio o un piercing o, perché no, entrambi.

Il tatuaggio è la tecnica decorativa più diffusa che si fa sul corpo e solitamente è destinato a durare per sempre; il piercing, invece, consiste nella forazione di alcune parti del corpo per introdurre oggetti di metallo.

In realtà si tratta di una pratica molto antica, che affonda le radici addirittura nella preistoria.

Già l’uomo delle caverne sentiva il bisogno di esprimere i propri sentimenti con disegni ed incisioni non soltanto murarie: contrassegnare il proprio corpo era, infatti, un’usanza che poteva avere svariati significati (politico, spirituale o semplicemente decorativo). In epoca romana, e fino a non molti decenni fa, essi servivano per contraddistinguere criminali e schiavi.

Insomma piercing e tatuaggi sono sempre stati una sorta di “carta d’identità” dell’individuo.

Oggi la maggior parte degli adolescenti va alla ricerca di una propria identità e il piercing o il tatuaggio rappresentano una sorta di prova di forza, di coraggio, di libertà. Siamo proprio sicuri che, invece, non sia solo un modo per sentirsi accettati dal gruppo, accaparrarsi amicizie e sentirsi meno soli?

Dal confronto all’interno della classe è emerso che molti di noi la pensano allo stesso modo: ciascuno è libero di esprimere sé stesso come desidera. Tutto sommato avere un piercing o un tatuaggio non è una cosa da “ribelli”, ma è solo un mezzo per esprimere emozioni forti. Molto spesso, per esempio, il tatuaggio è il simbolo di un particolare momento della propria vita: alcuni scelgono di tatuarsi il proprio nome o quello dei figli, le strofe di una canzone, una data importante…

Tuttavia siamo tutti concordi nell’affermare che a tutto c’è un limite, che non bisogna esagerare e che si deve avere cura del proprio corpo ed evitare di fare cose di cui un domani ci si potrebbe pentire.

Inoltre bisogna prestare attenzione alle persone che praticano piercing o tatuaggi, al luogo in cui lo fanno e agli strumenti che usano. Il rischio è, infatti, quello di andare incontro ad allergie, infezioni o, nel peggiore dei casi, a malattie come l’epatite B e C, il tetano e l’HIV.

In conclusione possiamo affermare che si può esprimere la propria identità anche senza fare ricorso a questi accessori e che, forse, oggi la vera trasgressione è essere così come si è.

 

Samuele Bicchieri, Luigi Crescenti, Giulia Giordano, Emanuela Gioveni, Alexandra Puleo, classe 3^D, 13° I.C. Albino Luciani.

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