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Le donne ancora in lotta per la parità

Da sempre, le donne hanno vissuto una condizione di inferiorità rispetto all’uomo. Sin dall’antichità, infatti, alla donna furono tappate le sue ali, tant’è che ella era sempre sottomessa ad un’autorità maschile: prima quella del padre, poi quella del marito.

Ancor’oggi il processo di indipendenza delle donne, iniziato poco prima della Prima Guerra Mondiale, non si può considerare del tutto compiuto. Infatti da ciò si può dedurre che continuano a prevalere diverse forme di maschilismo, in tutto il mondo. È vero che nella società occidentale molti divieti, di cui prima le donne erano succubi, sono stati abbattuti grazie alla loro tenacia, alle loro battaglie, alla loro unione e forza; ma é pur vero che continuano ad esserci delle differenze tra i due sessi, in particolare negli ambiti della politica e del lavoro. La donna è riuscita ad ottenere il diritto di voto e la possibilità di entrare a far parte del mondo del lavoro, nonostante ciò continua ad esser vista come un essere inferiore da molti occhi della gente. “L’uomo è più forte e più adatto in certi settori”, è questa la convinzione di molti che ostacola il volo della donna. La donna musulmana, invece, non solo è posta ai margini della società, ma non possiede neppure i diritti fondamentali che ognuno di noi dovrebbe avere: libertà di pensiero e di parola, diritto di voto, nessuna possibilità di scelta.

Basti pensare che il diritto di istruzione é stato raggiunto solo poco tempo fa, grazie al coraggio di una giovane studentessa, Malala, che ha rischiato la vita per raggiungere il suo obiettivo, ovvero il diritto dell’istruzione per le donne. Il suo motto era: «Spendete per i libri, non per le pallottole, non per le armi.» Le donne di tutto il mondo inoltre subiscono atroci violenze da parte degli uomini, soprattutto da quelli collerici, non solo fisiche o di genere, ma anche violenze mentali, violenze assistite, violenze domestiche che si svolgono, appunto, nell’ambito familiare con minacce o attacchi fisici e psicologici. Non sono pochi i casi di femminicidio, violenza e soprusi di cui le donne sono costantemente vittime. E anche i mezzi di comunicazione non sempre mandano un messaggio positivo e giusto riguardante le donne. Spesso trasmettono la figura della donna solo ed esclusivamente nella sua forma provocante, come se fosse un oggetto da vendere e acquistare, un aspetto negativo presente fortunatamente solo in una ridottissima élite di donne. Secondo il mio modesto parere queste hanno invece un intelletto cognitivo pari, se non superiore, a quello degli uomini. Questi ultimi dovrebbero avere chiara l’idea che la donna va amata e non maltrattata o sottovalutata, non è un oggetto con cui sfogarsi. Credo piuttosto che ogni uomo dovrebbe assumere le caratteristiche del compagno che vorrebbe per la propria figlia e solo così forse, dico forse, si renderebbe conto del male che fa a volte.

 

Chantal Coppolino

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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