Il riscaldamento globale minaccia la Terra
Negli ultimi anni si sente molto parlare sempre di più di “riscaldamento globale” (in inglese Global Warning), uno dei problemi principali che affliggono il nostro pianeta e tutta l’umanità. ll riscaldamento globale è un fenomeno recente, cominciato di pari passo con la crescente industrializzazione del mondo, a causa del quale la temperatura media della Terra e degli oceani aumenta sempre più, con gravi danni ambientali e drammatiche conseguenze sull’uomo, sugli animali e su tutte le specie viventi della Terra.
La causa principale, per spiegare il fenomeno del riscaldamento globale, è l’”effetto serra”. Le radiazioni solari, infatti, penetrano nell’atmosfera terrestre, circa un terzo viene riflesso nello spazio dalle nuvole e dalle polveri presenti nell’atmosfera, un sesto è assorbito da polveri, nuvole e gas e circa la metà viene assorbita dalla superficie terrestre. Le radiazioni assorbite vengono riflesse nello spazio, ma la maggior parte di esse viene nuovamente riflessa verso il basso dai gas contenuti nell’atmosfera. Essi si comportano quindi come il vetro di una serra: lasciano passare i raggi del sole che riscaldano la Terra, ma trattengono il calore che dovrebbe essere riemesso all’esterno. Per questo si parla di “gas serra”, che producono l”’effetto serra”. Questo fenomeno è, nei limiti, un bene per la Terra perché mantiene la temperatura costante e vivibile: se non vi fosse, la temperatura media al livello del suolo sarebbe di circa 33°C inferiore a quella attuale. Tuttavia, con l’avvento della rivoluzione industriale, le fabbriche iniziarono a bruciare grandi quantità di carbone per ricavare energia, rilasciando enormi quantitativi di gas prodotti dalla combustione. Negli ultimi due secoli, poi, la diffusione delle automobili e delle macchine che funzionano con derivati del petrolio ha aumentato ancora di più la presenza di questi gas che si sono aggiunti a quelli presenti naturalmente nell’atmosfera. Con l’ispessimento dello strato di atmosfera gran parte dei raggi infrarossi resta intrappolata e così si surriscalda la Terra. Anche l’ex candidato alla presidenza degli Stati uniti d’America, Al Gore, nel 2005, con l’uscita del film documentario “Una scomoda verità” prende in esame il problema del “riscaldamento globale” passando in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, spesso dettate più da interessi economici che da obiettività.
Egli spiega innanzi tutto che il livello di CO2 sale e scende una volta all’anno. Perché? Se si guarda l’intera massa terrestre, a sud dell’Equatore se ne trova una quantità minore rispetto a quella presente a nord. La maggior parte della vegetazione si trova infatti proprio a nord e, quando l’emisfero boreale è inclinato verso il Sole, come accade in primavera e in estate, le foglie respirano biossido di carbonio e la quantità presente nell’atmosfera scende; quando, invece, l’emisfero nord si allontana dal sole, come in autunno e in inverno, le foglie cadono esalando CO2 e il livello presente nell’atmosfera sale di nuovo. La Terra, dunque, è come se inspirasse ed espirasse una volta all’anno. Secondo Gore il problema è che il livello di anidride carbonica continua sempre a salire negli anni e l’impatto sull’ambiente è disastroso. La relazione tra temperatura e biossido di carbonio è però molto più complicata, poichè quando il livello del biossido di carbonio è alto, la temperatura aumenta perché l’atmosfera intrappola più calore dal Sole. Il documentario si conclude con Al Gore che osserva come gli effetti tragici del riscaldamento globale possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello mondiale.
In ogni caso le conseguenze del fenomeno sono tragiche. Da un lato vi è lo scioglimento dei ghiacciai: il ghiaccio si va infatti sciogliendo in tutto il mondo, specialmente ai poli e ciò riguarda i ghiacciai di montagna, le calotte di ghiaccio che ricoprono l’Antartide occidentale e la Groenlandia, e il Mar Glaciale Artico. Con lo scioglimento dei ghiacci il livello del mare va innalzandosi sempre più velocemente, ed entro i prossimi cento anni crescerà tra i 18 e i 59 centimetri.
Questo è dannoso in particolare per gli orsi polari, la cui vita dipende dal ghiaccio, poichè l’aumento delle temperature li costringe a percorrere grandi distanze, anche a nuoto, in cerca di cibo. Queste condizioni impongono agli animali periodi di digiuno sempre più lunghi, e molti orsi, stremati dalla fame e dalla fatica, non riescono a sopravvivere. Inoltre molte isole e aree litoranee come Amsterdam e Miami verrebbero sommerse.
Dall’altro lato, tra le conseguenze, c’è la mancanza di piogge, con la conseguente siccità che distrugge i raccolti e ha pesanti effetti economici. La siccità è speculare a un altro effetto, ossia quello delle piogge abbondanti concentrate in periodi molto brevi (le cosiddette “bombe d’acqua”). Da un lato, dunque, abbiamo lunghi periodi di siccità, dall’altro, questi periodi sono interrotti o seguiti da precipitazioni molto intense, che stressano il suolo. Un’altra conseguenza del “riscaldamento globale” è anche l’aumento delle trombe d’aria, dei terremoti e di uragani distruttivi come Katrina, abbattutosi sugli Stati uniti nel 2005, che ha ucciso innumerevoli persone e causato miliardi di dollari di danni o Irma, il più potente uragano Atlantico a colpire gli U.S.A. dopo Katrina e che ha causato danni in particolare nelle isole a nord-est dei Caraibi. Il riscaldamento globale è un’emergenza e bisogna agire prima che sia troppo tardi.
Gli Stati di tutto il mondo dovrebbero impegnarsi a rispettare il Protocollo di Kyoto del 1997 per limitare le emissioni di CO2 e sviluppare al tempo stesso fonti di energia alternative, come l’energia eolica, l’energia geotermica e l’energia idroelettrica. Bisognerebbe introdurre poi la “carbon tax”, come hanno già fatto Svezia, Islanda e British Columbia in Canada, ovvero la tassazione delle fonti energetiche responsabili di maggior emissioni di anidride carbonica; incentivare la diffusione di tecnologie a basso impatto ambientale e rallentare quelle più impattanti. Anche noi possiamo, nel nostro piccolo, contribuire al rallentamento di questo fenomeno prima che sia troppo tardi, adottando ad esempio una mobilità dolce, che favorisca l’uso di biciclette, mezzi pubblici e treno, scegliendo apparecchiature a basso consumo energetico ed evitando gli eccessi nell’uso del riscaldamento d’inverno e del condizionamento d’estate. Non dimentichiamo che la Terra è la nostra casa: rispettiamola.
Martina Crisicelli
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.