Scrivere per non dimenticare
IO, IMMAGINO DI ESSERE UN CRONISTA CHE VIVE E LAVORA PER UN GIORNALE LIBERO DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, VI SCRIVO PER NON DIMENTICARE GLI ORRORI DELLA GUERRA
Per anni mi sono occupata di cronaca, ma quello che sto per raccontarvi va oltre ogni immaginazione. Conosco perfettamente il tedesco perché mia madre era originaria di Berlino e nonostante io abiti in Polonia da sempre, utilizzo frequentemente il tedesco. Questa lingua, unita ad alcune conoscenze militari ,mi ha permesso di infiltrarmi nel campo di Auschwitz come soldato, e questo mi ha dato la possibilità di vedere quello che vi racconto.
Una mattina presto, quando ancora era buio, noi soldati siamo stati incaricati di arrestare tutti i cittadini di origine ebrea; a nostra disposizione c’ era un grosso vagone di un treno merci , le persone arrestate venivano spinte a calci e chi camminava piano veniva colpito con il manganello .Le persone rimanevano nel vagone per tutto il viaggio, i bisogni venivano soddisfatti nel vagone stesso, erano tutti stremati dal freddo e dalla fame ,la quantità di cibo a disposizione era insufficiente. Tutto il viaggio veniva fatto al buio e le persone non potevano coricarsi perché mancava lo spazio. Chi tentava di fuggire veniva subito ucciso, il freddo era così tagliente che si formava ghiaccio anche all’interno del vagone.
Arrivati ad Auschwitz tutti furono incolonnati accanto al treno in attesa. Dalla ciminiera dei forni crematori usciva un odore terribile. Poco dopo furono sottratti a queste povere persone gli oggetti personali e gli abiti. Successivamente iniziò un’atroce selezione: gli anziani e i bambini che non potevano lavorare venivano immediatamente portati nelle camere a gas, chi poteva lavorare invece veniva lavato, rasato e marchiato. Arrivati in un punto di ritrovo a costoro venivano dati una camicia a righe, dei pantaloni, un cappello e un paio di scarpe, tutto estremamente logoro, già usato e sporco. Dopo avere aspettato tanto tempo al freddo gli uomini venivano portati alle baracche che erano prive di bagni. A causa di queste condizioni avverse la vita media era per la maggior parte di loro di circa 5 mesi. I prigionieri lavoravano tutto il giorno e i maltrattamenti erano frequenti.
Dopo qualche giorno sono fortunatamente andata via e da li a poco gli alleati liberarono quei pochi ebrei che erano riusciti a sopravvivere, ma che porteranno sempre dentro, come me, quel terribile ricordo dell’orrore della guerra!
Aurora Sottile 3M Verona Trento Messina