martedì, Novembre 5, 2024
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Guerra senza fine

Il passato del genere umano è sempre stato caratterizzato da momenti di guerra e di pace che hanno trasformato sia gli ordini territoriali che quelli politici e sociali delle popolazioni vittime di conflitto. Una sequenza di battaglie che dura anni e anni, provoca un costo elevatissimo in termini economici, ma soprattutto umani, e con morti che crescono di giorno in giorno. Molti sono i motivi che fanno esplodere una ostilità ma importante è il ruolo giocato dalle alleanze tra Stati, economiche e non, per le quali gli scontri in cui è coinvolto un determinato paese si estendono direttamente o indirettamente a molti altri. Ne sono una dimostrazione concreta i due lunghi conflitti che hanno segnato indelebilmente la storia umana per la loro dimensione intercontinentale e che sono chiamati rispettivamente Prima e Seconda Guerra Mondiale. Durante quest’ultima, in particolare, si è ricorso a mezzi di distruzione di massa mai usati prima, ovvero le bombe atomiche lanciate sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Firmati gli accordi che ponevano fine a questa serie di contrasti, il mondo intero è rimasto talmente sconvolto da tali eventi da decidere di creare organizzazioni internazionali a tutela di essa come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il cui scopo principale è il mantenimento della pace. Questo ente, sulla base di un complesso sistema decisionale che prevede il voto dei suoi membri, è abilitato a intervenire anche militarmente per risolvere crisi particolarmente acute che mettono a rischio la sicurezza degli Stati che vi hanno aderito e non solo. L’ONU ha dovuto però adeguarsi alle nuove modalità di attacco. Se in passato la maggior parte degli scontri, se non tutti, era armata, ai giorni nostri sono state infatti elaborate diverse strategie e mezzi che mantengono tuttavia gli stessi esiti distruttivi, specialmente sotto il profilo morale.

Gli attentati terroristici, ad esempio, sono una vera e propria forma di guerra non tradizionale i cui fronti sono costituiti dallo Stato Islamico, ovvero l’Isis, un gruppo radicalizzato nella regione islamica, e dai Paesi Occidentali, Europa e America. La loro violenza è caratterizzata dall’imprevedibilità delle modalità e delle tempistiche dell’attentato stesso; essi tendono inoltre a colpire direttamente la popolazione durante degli eventi importanti per creare tensione, paura e senso di insicurezza tra i civili. Collegata all’Isis è anche la sanguinosa guerra in Siria, che sta devastando il Medio Oriente e uccidendo un altissimo numero di vittime, molte delle quali bambini.
Diversi autori famosi del Novecento, come Gabriele D’Annunzio e Giuseppe Ungaretti, hanno vissuto sulla propria pelle la guerra e ne hanno lasciato una testimonianza che doveva servire da ammonimento per il futuro. Invece, nonostante passino gli anni, ci sono ancora persone costrette a vivere con la paura delle bombe mentre attualmente tutti i Paesi dovrebbero essere invece in grado di usare le parole per risolvere i problemi, senza affidarsi alle armi e al terrore.

 

Gabriele Maggio

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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