I bambini-soldato, vittime e carnefici
Viene chiamato “bambino soldato” quel bambino/a che ha un’età inferiore ai 18 anni ed è aggregato ad una forza armata di qualsiasi tipo, legale o illegale che sia. Essi possono occupare vari ruoli, come quello del generale, delle spie, dei cecchini, ecc…. Sono soprattutto i minori africani, sudamericani e asiatici ad essere colpiti da questo ripugnante fenomeno, che negli ultimi decenni sembra crescere di più. In particolare alcuni studi dell’ONU hanno rilevato che la maggior parte dei bambini soldato sono orfani, ragazzi di strada, ragazzi che vivono nelle zone più colpite dal conflitto e con una situazione socio-economica difficile. Molti di loro, poi, diventano dei soldati veri e propri, incoscienti dei rischi che li attendono.
Tra i 300 mila bambini soldati, infatti, alcuni vengono reclutati nelle forze armate del loro Stato, altri vengono arruolati nelle armate rivoluzionarie. In ogni caso essi subiscono soprusi, punizioni e pericoli vari che mettono a repentaglio la loro vita secondo dopo secondo. Un’altra mostruosità di questo fenomeno consiste nel somministrare ai piccoli combattenti delle sostanze stupefacenti allo scopo di renderli più coraggiosi e sfrontati e, come se non bastasse, le bambine spesso vengono usate per cucinare, piazzare esplosivi, aprire il passaggio sul campo minato o, nei casi peggiori, al servizio di un “padrone”, costantemente violentate. Con le nuove armi automatiche e leggere, inoltre, i minori vengono arruolati con più facilità e il vantaggio consiste nel fatto che non c’è bisogno di dare loro una paga e, soprattutto, che sono più facilmente controllabili e manipolabili. Vi sono tuttavia dei casi speciali, in cui sono proprio i bambini a voler assumere questo ruolo di soldati, e le cause possono essere svariate: voglia di fuggire dalla fame, bisogno di protezione, desiderio di vendetta, una cultura basata sulla violenza.
Tutto ciò provoca in ogni caso delle enormi conseguenze sul piano fisico e psicologico. A livello fisico spesso i ragazzi iniziano a soffrire di malattie della pelle, malnutrizione, patologie respiratorie e sessuali; a livello psicologico possono nascere in loro sensi di colpa, incubi, difficoltà a reinserirsi nella società. Per combattere questo fenomeno l’intervento internazionale dovrebbe essere mirato a ricercare le reali motivazioni nascoste e dovrebbe pensare a delle efficaci forme di prevenzione e recupero coinvolgendo tutto il mondo. Perchè un bambino-soldato è un minore al quale sono stati rubati l’infanzia e che è stato privato dei suoi più elementari diritti, come quello al gioco, all’istruzione e ad essere amato e protetto.
Chantal Coppolino
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.