martedì, Novembre 5, 2024
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Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia: con le radici nella storia, scriviamo il futuro

Il coraggio e l’orgoglio, retaggio del nostro sostrato greco, sono tratti caratterizzanti della più profonda e vera anima meridionale, tratti che accomunano Sicilia e Calabria in ogni manifestazione di arte e pensiero.

Ed è questo che ha guidato le due famiglie editoriali, Morgante e Ardizzone, nel perseguire un progetto ambizioso per i tempi e coraggioso per la scelta imprenditoriale. La fusione di due storiche testate giornalistiche del Meridione, la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia,  in un nuovo unico gruppo editoriale che, inglobando i due quotidiani, i siti web a essi collegati, le televisioni Tgs, Rtp e Antenna dello Stretto, ha dato corpo a un unico network competitivo facente capo alla SES, Società Editrice Sud in mano, per la quota di maggioranza, al gruppo peloritano.

Il 15 febbraio scorso, nello scenario suggestivo del teatro Vittorio Emanuele di Messina,  si è dato giusto riconoscimento e merito al nuovo progetto editoriale  durante un convegno dal titolo Con le radici nella storia, scriviamo il futuro con ospiti del calibro di Andrea Montanari, direttore Tg1, Maurizio Costa, presidente Federazione italiana editori giornali, Gaetano Miccichè, presidente Banca Imi e, ovviamente, i direttori delle due testate giornalistiche unitesi in matrimonio, Lino Morgante e Alessandro Notarstefano per la Gazzetta del Sud e Marco Romano per il Giornale di Sicilia.

Presente in platea, insieme a molte autorità e rappresentanze politiche del territorio, fra cui anche il governatore della regione Nello Musumeci, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che ha salutato con entusiasmo l’iniziativa editoriale collocandola in quello scenario di sfida per lo sviluppo economico del Sud che premia chi è capace di dare vita a nuove sinergie e aggregazioni.

Punto focale non poteva non essere la disamina della crisi dell’editoria degli ultimi decenni e i nuovi scenari nel settore dell’informazione con particolare risalto alla rivoluzione digitale in atto e alla tentazione di erigere barricate nei confronti dei colossi dell’informazione online.

Credibilità, qualità, diritto d’autore e fiscalizzazione le parole chiave ripetute a più riprese nei vari interventi di tutti i relatori, i quali hanno sottolineato con energia l’importanza per l’editoria di professione di ritornare a svolgere il ruolo di funzione culturale, sociale e politica rilevante sottraendosi alla tentazione di essere partigiani.

Il problema che non va sottaciuto è la concorrenza della rete, un vero e proprio oligopolio che cozza col concetto stesso di democrazia e di pluralismo. Le nostre realtà giornalistiche si dovranno sempre più confrontare con le nuove realtà online e lo snodo importante potrebbe essere una maggiore tutela del diritto d’autore: ciascun editore investe risorse importanti sui propri contenuti e non è contemplabile che essi vengano fruiti gratuitamente da tutti. Un altro tema è quello dei dati: un algoritmo tecnologico, che governa ormai la nostra vita in tutte le sue diverse sfaccettature, consente di avere sugli utenti delle informazioni estremamente sofisticate anche con violazione della privacy, con azioni ed effetti che tutti conosciamo direttamente ma che rappresenta anche una base molto importante per l’invasione pubblicitaria di cui i giornali subiscono le conseguenze poiché non esiste ancora una regolamentazione fiscale efficace.

Al centro del dibattito anche il rapporto dell’informazione con i social che, è stato detto, deve essere inteso come uno stimolo. Si ha spesso la percezione di una divisione che è al contempo verticale e orizzontale, vale a dire generazionale e socio- politica. È necessario correggere questa sensazione di divisione facendo prevalere il desiderio di inclusione, di partecipazione ad una comunità ed  eliminando ogni atteggiamento manicheo o difensivo rispetto ad una trasformazione che è ormai nei fatti. In futuro ci attende uno scenario, una trasformazione epocale: il digitale ha cambiato il paradigma stesso di fare informazione ed è allora essenziale ragionare in una logica di competizione equa e di competizione fra uguali nel mercato di oggi in cui le disuguaglianze sono straordinariamente alte.

Un punto di riferimento per le nuove generazione è la sfida della credibilità che passa senz’altro attraverso la qualità. Rispetto alle generazioni precedenti in cui si aveva, per ragioni politiche o socio-economiche, scarsità di informazione o di divieto, si è giunti oggi a una situazione di sovrabbondanza che però rischia di avvolgerci e travolgerci. Diventa, pertanto, ineludibile partire dalla cornice straordinaria rappresentata dai giornali, carta stampata o televisivi, che hanno lo scopo di organizzare, dare senso, priorità e gerarchia sostituendo all’algoritmo tecnologico un algoritmo di credibilità e qualità

È questa la direzione del nuovo gruppo editoriale che, con uno sguardo al passato e condividendo risorse e strategie, ha trovato la forza per costruire nuove pagine di futuro e  costituire un ponte editoriale vicino al territorio, rispettando le tradizioni ed implementando il dialogo diretto con la realtà.

Franca Genovese

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