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Federico II di Svevia, sovrano affascinante

Federico Ruggero di Hohenstaufen nacque nel 1194 a Jesi. I due nomi di battesimo ricordano la sua discendenza: il padre era infatti Enrico VI, a sua volta figlio di Federico I di Hohenstaufen detto “Federico Barbarossa”, mentre la madre Costanza d’Altavilla era figlia di Ruggero II di Sicilia, detto “Ruggero il Normanno”. Il luogo di nascita fu occasionale, essendo la madre di passaggio in quella zona perché diretta a Palermo per incontrare il marito Enrico VI, che era stato appena incoronato re di Sicilia. Successivamente Costanza affidò il figlio di tre anni al fidato conte della Marsica Pietro da Celano perché lo portasse da Jesi a Palermo.

Tomba di Federico II

Poco prima della morte, che avvenne nel 1198, già vedova dell’imperatore, ella chiese direttamente al papa Innocenzo III di occuparsi dell’educazione di Federico, offrendogli anche un compenso in denaro. Il Papa incaricò allora il vescovo e cancelliere di Palermo Gualtiero di Palearia di occuparsi del piccolo sovrano, che aveva ereditato il Regno di Sicilia ma era ancora troppo giovane, e per questo motivo gli affiancò un consiglio di reggenza. Federico fu quindi accompagnato a Palermo, dove ricevette un’educazione relativa al suo rango all’interno del Palazzo Reale. Nel 1209, come consuetudine tra i sovrani, anche se ancora ragazzo, sposò Costanza d’Aragona, vedova del re d’Ungheria Enrico, e nel 1210 prese la guida del Regno di Sicilia. Costanza aveva portato in dote 500 cavalieri con armamento pesante che, sebbene attaccati da una pestilenza, vennero utilizzati per combattere i feudatari e centralizzare così il potere. Già nel 1220 Federico II, nelle assise di Capua e Messina, chiese infatti ai nobili e ai baroni di restituire tutti i diritti che a vario titolo erano stati sottratti alla corona.

Le riforme non vennero però accettate da tutti e, ad esempio, Tommaso da Celano conte di Bojano si rifiutò di smantellare i propri castelli, così Federico reagì militarmente e lo sconfisse in circa un anno. Per rendere più omogeneo il regno, inoltre, il sovrano decise di espellere anche la leadership musulmana più radicale dalla Sicilia. A partire dal 1230 egli condusse poi un‘intensa attività legislativa e nel 1231 organizzò una cerimonia a Melfi durante la quale rese pubbliche le “Costituzioni di Melfi”, cioè un insieme ordinato di leggi che prevedeva, tra le altre cose, una riduzione del potere dei feudatari e il conseguente aumento dei poteri del re e della sua capacità di mantenere la pace all’interno del regno. Prima di ottenere il titolo imperiale Federico dovette comunque lottare su più fronti. In quanto discendente della dinastia degli Svevi, egli aveva infatti anche titolo per candidarsi ad assumere l’incarico di Imperatore del Sacro Romano Impero. Questo, pur essendo un titolo elettivo e non ereditario, era assegnato tra un ristretto numero di famiglie nobili, tra cui gli Hohenstaufen. Il Papa Innocenzo III, tuttavia, non gradiva questa soluzione e quindi sostenne, per la carica di imperatore, il normanno Ottone IV, in modo che a Federico spettasse il solo regno di Sicilia. Il pontefice voleva, infatti, che le due corone rimanessero separate, perché altrimenti il suo Stato sarebbe stato accerchiato da una sola forza e a rischio di conquista. Il patto tra Ottone IV ed il Papa tuttavia fallì perché il normanno non mantenne gli accordi stretti col pontefice tentando di conquistare il Regno di Sicilia e quindi “accerchiare” anch’egli lo Stato Pontificio. Il Papa reagì allora scomunicando Ottone e sostenendo Federico all’elezione a imperatore. Quest’ultimo promise in cambio al pontefice che non avrebbe unito l’Impero Germanico e il Regno di Sicilia e a questo punto Federico II ed Ottone IV si contendevano lo stesso trono, ma il primo non aveva abbastanza truppe per sconfiggere il secondo militarmente e per questo strinse accordi con i più grossi feudatari della Germania per salire al trono. Federico II di Svevia venne così eletto nel 1212 ad Aquisgrana al trono di Germania ma il potere concreto lo ottenne solo dopo il 1214, quando Filippo Augusto di Francia suo alleato sconfisse militarmente Ottone IV nella battaglia di Bounvins.

Lo stesso Papa Innocenzo III lo incoronò imperatore del Sacro Romano Impero nel 1220 e Federico gli promise che sarebbe partito per svolgere la VI crociata entro il 15 agosto 1227, pena la scomunica. Effettivamente l’imperatore partì per la crociata come promesso nel 1227, ma lui ed il suo esercito vennero colpiti da un’epidemia e la spedizione venne quindi annullata; il Papa tuttavia pensò che fosse una scusa per rimandare l’impresa e per questo lo scomunicò. Federico II, dopo la guarigione nel 1228, partì comunque, ma una volta giunto in Terrasanta non combatté di fatto contro i musulmani, ma stipulò degli accordi con il sultano al-Kamil riuscendo così ad ottenere Gerusalemme e Nazareth, lasciando al sultano la parte di Gerusalemme dove era situata la moschea. Il pontefice non approvò però l’operare di Federico e, quando quest’ultimo ritornò, lo scomunicò nuovamente perché era partito anche se ancora colpito da scomunica. Il Papa lo accusava inoltre di non aver combattuto gli infedeli ma di essere sceso a patti con loro. Il rapporto tra imperatore e pontefice fu quindi molto contrastato.

Pur tra tante vicende e ostacolato da molti nemici, Federico II fu però indiscutibilmente un imperatore ed un re moderno. Al suo fianco aveva sempre persone colte come lui, in modo che lo capissero e lo consigliassero. Favorì l‘astronomia, la matematica e in generale la scienza, ma anche l’arte e l’istruzione; fondò inoltre un’università a Napoli che ancora oggi porta il suo nome e introdusse la poesia in Sicilia fondando la prima Scuola poetica il lingua volgare nella penisola. Istituita nel 1224, la prima università statale e laica della storia d’Occidente era polarizzata intorno allo “studium” di diritto e retorica, e contribuì all’affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica e polo culturale e intellettuale. Numerose anche le testimonianze architettoniche sia militari che artistiche a Federico II dovute, tra cui si possono contare ben 111 castelli tra Puglia e Basilicata, il più importante tra i quali è considerato quello di Castel del Monte in Puglia, sua residenza prediletta. Insomma, quasi sul finire del Medioevo egli fu un sovrano capace e carismatico che avrebbe potuto cambiare le sorti della penisola, se solo fosse vissuto abbastanza per creare una monarchia moderna e unitaria come contemporaneamente avveniva negli altri stati europei.

Giorgio Maio

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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