mercoledì, Novembre 6, 2024
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L’ibernazione, una realtà oltre la fantascienza

Chi non ha mai sognato di andare a dormire e risvegliarsi in un futuro lontano?
Sembra che questo sogno possa diventare realtà prima di quanto ci si aspetti.

La condizione biologica dell’ibernazione sembra infatti diventare una possibilità sempre più concreta per gli esseri umani.

Bisogna chiarire che si tratta di uno stato che comporta una riduzione al minimo del metabolismo e della temperatura corporea, consentendo all’organismo di sopravvivere a periodi più o meno prolungati di assenza di risorse.

Gli scienziati sostengono che l’ibernazione sia una caratteristica ancestrale andata persa nel patrimonio genetico di alcune specie, a causa dell’evoluzione. Il letargo è infatti tipico di alcuni mammiferi che, com’è noto, durante le stagioni invernali entrano in uno stato di quiescenza.

A livello cerebrale, lo stato di letargo comporta un rallentamento del ritmo delle interazioni tra i neuroni senza intaccarne la desincronizzazione; i neuroni tendono a disconnettersi e la proteina Tau va sotto iperfosforilazione per poi tornare allo stato normale di equilibrio una volta risvegliatisi da questo processo. Alcuni scienziati sono riusciti a indurre lo stato di ibernazione nei topi, che in natura non sono soliti ibernarsi, ingannando appunto una loro parte del cervello tramite l’utilizzo di un farmaco.

La sperimentazione di questa ibernazione indotta artificialmente non è ancora stata avviata sugli uomini per ragioni etiche. Non si è sicuri degli effetti collaterali che potrebbero essere causati al corpo e alla mente dopo un periodo di ibernazione e, inoltre, non si è certi dei meccanismi che il cervello potrebbe innescare al risveglio dall’ibernazione.

Molte persone potrebbero pensare che questo sonno profondo lungo settimane, mesi o addirittura anni, possa essere in qualche modo inopportuno se non addirittura immorale. Potrebbe succedere infatti che al risveglio da un lungo sonno un uomo possa non riconoscersi nell’ambiente che lo circonda a causa di cambiamenti socio-economici e tecnologici intervenuti nel corso degli anni, o possa smarrirsi non ritrovando più accanto a sé le persone care.

D’altra parte, però, uno sviluppo scientifico in quest’ambito potrebbe portare a delle migliorie nella vita dell’uomo. Ad esempio, in campo medico, si potrebbe utilizzare il processo di ibernazione per affrontare interventi complicati comportando meno rischi per gli organi non interessati, ai quali servirebbe meno ossigeno per sopravvivere. Un’altra applicazione potrebbe essere quella di utilizzare questa tecnica nel caso in cui ci sia un paziente che necessita di un trapianto. Si suppone anche che lo studio dell’ibernazione possa aiutare le ricerche sul morbo di Alzheimer. Anche la ricerca nello spazio potrebbe essere migliorata permettendo agli astronauti lunghi viaggi senza rimanere a corto di viveri.

 

Serenella Caratozzolo V A

Liceo scientifico- opzione scienze applicate- Empedocle (Me)

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