martedì, Novembre 5, 2024
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Il Settore Ittico: Ieri e Oggi

Lungo la costa tirrenica, a metà strada tra Messina e Palermo, sorge Sant’Agata Di Militello, un importante centro bagnato dal mar Tirreno. Il mare ha costituito per secoli e costituisce tutt’oggi, seppur per ragioni diverse, la sua fonte di sussistenza e il suo tratto distintivo, dal punto di vista di peculiarità paesaggistico geografiche. Fin dalle sue origini, l’economia di Sant’Agata, fu basata sulla pesca e sull’agricoltura.

Oggi, però, una grave crisi sta minando nel profondo l’economia legata al settore ittico. Negli ultimi dieci anni l’occupazione è diminuita vertiginosamente, afferma il signor Carmelo, un pescatore e operaio  del porto di Sant’Agata, il quale ha iniziato il suo discorso con un confronto tra i metodi e le attrezzature di ieri e di oggi. Un tempo quando non c’era la tecnologia, ma c’erano i remi mossi dalla forza delle braccia, quando c’era la fatica di chi, oltre a svegliarsi presto, doveva lavorare con i muscoli, quando la vita dei pescatori era dura, la pesca dava lavoro a molte famiglie perché servivano più uomini per tirare le reti; oggi invece molte famiglie si ritrovano senza lavoro perché i metodi della pesca sono semplificati grazie all’introduzione di sistemi meccanici. La maggior parte del pescato viene esportato all’estero, anche se negli ultimi anni si è avvertita una notevole diminuzione di pesce dovuta alla pesca del novellame; ma, riferisce il signor Carmelo, la vera causa della riduzione del pescato, oltre all’inquinamento prodotto dalle fogne, sono le correnti, determinate dalla variazione della temperatura dell’acqua marina, che spingono il pesce al largo. Il signor Carmelo spiega inoltre che quando i pesci depongono le uova vicino alla costa basta una semplice mareggiata per farne morire gran parte, quindi, a suo parere, la pesca del novellame non provoca, in maniera determinante, la diminuzione del pesce locale.

 

Chantal Muschio – Salvatore Spitaleri

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