“Leggere e vivere la legalità”, questo il motto che regna vivo nella nostra classe, ormai da tre
anni!
Attraverso delle letture coinvolgenti apprendiamo stili di vita e modi di comportamento
consapevoli per la nostra fragile età preadolescenziale, in quanto, a volte, proprio a questa età
ci si comporta seguendo il” grande gruppo”, il “branco” senza pensare che alcuni
comportamenti possono metterci in pericolo.
Attraverso la lettura di brani tratti dal libro “Chiamarlo amore non si può” scritto da autrici
che raccontano il Femminicidio ai ragazzi, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci in
“tavole rotonde” di classe e di esprimere riflessioni, emozioni, punti di vista per crescere
insieme.
Classe 3° A Verona Trento
“A piedi nudi ” di Fulvia Degli Innocenti è uno dei brani più belli che abbia mai sentito, tratto
dal libro “CHIAMARLO AMORE NON SI PUO”. Il testo fa capire che non bisogna fidarsi subito della prima
persona che si incontra, Silvia, protagonista del libro, per esempio è stata un po’ ingenua a non pensare che Davide potesse
avere brutte intenzioni; ma non è colpa sua perché viene manipolata da un uomo che non si può definire tale…infatti all’inizio le mette nella testa frasi come “hai delle gambe bellissime, perché non mostrarle? ”
” la linea nel tuo seno lo fa sembrare una collina, perché non mostrarlo?”
Ma poi La obbliga a mangiare meno, a non alzare la voce le impone la maniera in cui doveva camminare,
insomma decideva lui la vita che Silvia avrebbe dovuto condurre.
Tuttavia un giorno la ragazza lei si ribella: scappa e corre come non ha mai potuto fare e urla come non ha mai potuto gridare. Oggi ci sono poche donne che riescono a capire quando sono “incatenate” oppure amate davvero, da uomini veri, perchè spesso la vita si basa sull’apparenza e non solo sull’essenza!
Alessandro Gemellaro 3° A IC Boer Verona Trento
RIFLESSIONI…
Il brano “A piedi nudi” è un brano che ha toccato il mio cuore e che mi ha fatto riflettere.
Parla di una ragazza studiosa, con una sua pace interiore e con un suo equilibrio. Un giorno
questo equilibrio viene interrotto dall’affascinante Davide: un ragazzo molto bello e abile con le
parole, un manipolatore da cui Silvia viene fortemente attratta. Ancora lei non lo sa, ma sta dando
la sua fiducia, il suo amore ad un ragazzo che vuole solo farla sua. Pian piano Silvia entra nella
spirale. Il ragazzo inizia a farle delle domande strane, delle avances del tipo: hai delle belle gambe,
la linea del tuo seno è come una collina, perché non mostrarlo? Le ordina di mangiare di meno, di
abbassare il tono della voce, vuole in pratica trasformarla in ciò che la ragazza non è.
Silvia sente la catena più stretta, fino a quando un giorno decide di scappare. Non importa quando ed in che luogo. Importa
soltanto come, e cioè approfittando della distrazione di Davide. Scappa, corre, corre e urla come
prima non le era permesso, fora e getta il lucchetto-ciondolo che le aveva regalato, promettendosi
di non lasciarsi mai possedere da nessuno.
Il brano mi ha fatto capire che non bisogna fermarsi all’apparenza, perché quello che Silvia
credeva un amico si è rivelato un mostro che le ha tolto la libertà di essere donna, ma soprattutto di
essere sé stessa.
Inoltre, in questo brano non vi è violenza fisica, ma violenza mentale, psicologica,
che a volte può fare più male degli schiaffi.
GIUSEPPE WRZY classe 3 A IC Boer Verona Trento