lunedì, Dicembre 23, 2024
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QUANTO VALE LA VITA DI UNA DONNA?

La considerazione che la maggior parte degli uomini hanno delle donne, è basata sulla cultura del maschilismo, che tende a sminuire la figura della donna e ad identificarla in un essere debole, privo di potere e autostima. Per molti anni in Italia è stato riconosciuto il delitto d’onore, secondo il quale il marito poteva uccidere la propria moglie se quest’ultima   lo aveva disonorato. Diritto che è stato abrogato solo nel 1981. Spesso, infatti, il luogo dove si consumano i reati più gravi è la famiglia. In Italia, in particolare nei paesi meridionali, la donna è sempre stata vista come un oggetto, dedito alla procreazione, alla crescita dei figli e alla cura della casa. Infatti, un tempo, era il padre a scegliere il marito per la propria figlia, che doveva accettare questa decisione e adempiere ai propri doveri di donna. Usanza che esiste ancora nei paesi meno democratici è, infatti, quella del “matrimonio forzato”, proibita in Italia. Per molti anni, troppi anni la possibilità che una donna potesse studiare, laurearsi affermarsi in campo lavorativo è stata considerata una cosa superflua. La cultura, il lavoro, l’università erano “cose” da uomini e la sola ipotesi che una donna si avvicinasse a tutto questo, era considerato assurdo. Col tempo le cose sono cambiate notevolmente, le donne sono diventate sempre più libere e colte, hanno iniziato ad affermarsi nel lavoro, ma la mentalità maschilista è ancora radicata nella mente di molti uomini. Tutta questa libertà ha portato gli uomini a sentirsi sempre meno potenti nei confronti delle proprie mogli e compagne, ed è per questo che spesso decidono di “riprendere il controllo”: uccidendole, picchiandole, umiliandole fisicamente e psicologicamente. Il numero di femminicidi in Italia è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni. Solo nel 2012, in Italia, si sono consumati 124 omicidi, di donne la cui unica colpa è essersi fidate della persona sbagliata. Nel nostro paese la violenza sulle donne è considerata un problema di ordine pubblico più che culturale. Il 25 novembre, ogni anno, nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ripetiamo sempre le solite frasi di incoraggiamento nei confronti di queste donne umiliate e picchiate dai propri compagni, per convincerle a denunciare i propri maltrattatori. Purtroppo non basta una giornata, le notizie di cronaca sono continuamente funestate da nuovi e orribili femminicidi.   Per noi è diventato “normale” sentire queste notizie al telegiornale. È proprio questo il problema. Non è normale sentire in televisione che una donna è stata picchiata dal proprio marito, non è normale, apprendere queste notizie, pensare:” Chi sa cosa gli ha fatto per provocarlo così”. Ed è per questo che noi dobbiamo opporci a queste violenze, dobbiamo essere forti e gridare BASTA a queste ingiustizie. Quello che vorrei dire a tutte le donne vittime di violenze, anche se so che potrebbe sembrare banale, è ribellatevi, denunciate, perché quello che oggi è uno schiaffo, un pugno, un semplice livido sul volto, domani potrebbe trasformarsi in qualcosa di irrecuperabile: LA MORTE!

 

NICOLE CASTROGIOVANNI

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