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Dalla delizia del palato “Il bignè” al gastronauta Davide Paolini

Le origini del bignè sono umili: sembra che la prima volta che sia stato usato questo termine sia stato riferito a un tipo di pane ripieno e cotto sotto le ceneri.

Esistono due tipi di bignè: fritto o ripieno. Il primo è un dolce di carnevale usato in diverse regioni italiane, fatto con un impasto di farina-uova-lievito-latte-burro-zucchero e liquore diviso in piccole forme, poi fritte e spolverate di zucchero a velo.

Un altro tipo di bignè è un guscio di pasta choux ripieno di creme dai gusti diversi.

La ricetta della pasta choux sembra sia nata  durante il Rinascimento alla corte di Firenze, per essere poi utilizzata in Francia a metà Cinquecento dai cuochi di Caterina de’ Medici moglie del re Enrico II di Valois; il pasticciere che preparò per la prima volta questa ricetta fu Popelini.

Fu verso l’inizio del XIX secolo che la ricetta prese il nome di pasta choux, perfezionata con le farciture di crema pasticcera o crema chantilly da Jean Avice e Marie-Antoine Carême, presentata a “montagnetta” guarnita di caramello o ricoperta di cioccolata, questo dolce viene anche chiamato profiteroles.

Un dolce tipico messinese è il “Bianco e nero” costituito da bignè ripieni di panna, disposti a montagna, ricoperti da crema alla gianduia e guarniti con scaglie di cioccolato fondente.

Il bignè è considerato una vera delizia da Davide Paolini, un uomo  che si definisce «gastronauta»,
cioè colui che ha scelto di mangiare con la propria testa, al quale piacciono i sapori più genuini  e non si accontentai dei soliti cibi. Sin dal 1983 scrive la rubrica domenicale di cibo e vino sul Sole 24 Ore. Ha collaborato con numerose giornali tra cui Panorama, Europeo, Gente Viaggi, Donna, Amica, Dove, Il Resto del Carlino, Il Giorno, Vanity Fair, La Nazione e Style Magazine.
Radio24, nel 1999, fa conoscere Davide Paolini, sotto un altro aspetto, quello di conduttore radiofonico. Il sabato mattina con la trasmissione “Il Gastronauta”, Paolini entra nelle case degli italiani per parlare di tutto ciò che riguarda il cibo, considerato come fatto culturale e per far conoscere gli artigiani che producono le meraviglie gastronomiche del nostro Paese.
Per Davide Paolini il cibo non è solo cultura, è anche arte.

Artisti sono coloro che creano i prodotti, con la loro tipica gestualità, frutto di tradizione e sapienza. Proprio sul tema «Cibo come arte, l’arte come cibo» Paolini dedica quattro mostre costituite da installazioni artistiche da lui create: Alla scoperta dei giacimenti golosi 1998, I Giacimenti golosi della Vallagarina nel 1999, Viaggio nei giacimenti golosi nel 2001, L’arte è servita nel 2003,

L’arte secondo il Gastronauta nel 2006 e 2007, Cibo d’arte/arte del cibo 2008. Autore anche di molti libri, tra cui: I luoghi del gusto , La bibbia del marketing turistico gastronomico, Guida agli itinerari dei formaggi d’Italia, Cibovagando tra i Formaggi e Cibovagando tra i salumi, Guida ai ristoranti de Il Sole 24 Ore , La garzantina: prodotti tipici d’Italia, Il mestiere del Gastronauta, La geografia emozionale del Gastronauta, L’annuario delle sagre italiane Le ricette della memoria e l’arte di fare la spesa . Che dire…buon bignè e non solo, a tutti!

Gabriele Licciardello

 Classe  I C

scuola media Garibaldi

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